Al Ciliegiolo l’arte della cucina toscana

Due giovani rilanciano la tradizione delle colline del Chianti nell’osteria centenaria lungo la Greve

Nicola
Nicola Novelli
19 ottobre 2022 09:39
Al Ciliegiolo l’arte della cucina toscana

FIRENZE- Il Ciliegiolo è un vitigno a bacca nera originario della Toscana centrale, che veniva usato in passato per tagli di vini, in particolare con il Sangiovese. Il Ciliegiolo è anche il nome dell’osteria che si incontra lungo la via Chiantigiana (al numero 22) subito dopo il bivio della Cassia per il Ferrone.

Il locale, noto già un secolo fa come l’osteria del Cacciatore, è stato sino in tempi recenti un ritrovo degli appassionati di arte venatoria, che al termine delle battute sulle colline circostanti, si raccoglievano intorno ai tavoli della trattoria lungo il torrente per festeggiare, banchettando, le prede raccolte.

I binari del tram che collegava il capoluogo a Greve in Chianti, lambivano un tempo il piazzale della trattoria. Nel dopoguerra i trenini lasciarono la strada ai mezzi a motori che affrontavano i passo dei Pecorai per il trasporto merci, o dei viaggiatori verso la capitale.

Dal 2019 l’Osteria del Ciliegiolo è stata riavviata da due trentenni, Francesco e Artom, che nonostante le difficoltà della pandemia, intendono rilanciare la tradizione della cucina toscana. Dunque ampio spazio alla cacciagione, con piatti a base di anatra e cinghiale e ai prodotti di stagione, come funghi e tartufi. Senza dimenticare la bandiera gastronomica di Impruneta, quel peposo il cui assaggio riporta la memoria di all'epoca di Messer Filippo di Brunellesco Lapi e dei fornacini che sfornavano la pietanza durante alla cottura dei mattoni della cupola del Duomo di Firenze.

Ma il pubblico di turisti, o famiglie fiorentine, trova nel menù anche ricette vegetariane e molta ricerca gastronomica nella preparazione e negli ingredienti, reperiti e lavorati da piccole realtà agricole locali. Con la capacità in cucina di soddisfare il palato più esigente.

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