E’ un accordo per la sicurezza urbana integrata quello che hanno sottoscritto la Regione Toscana e l’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiana nella sua articolazione toscana. Si pone l’obiettivo di eliminare i fattori di marginalità e di esclusione sociale, di prevenire il verificarsi di fenomeni di criminalità, di promuovere la cultura del rispetto della legalità e l’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e di convivenza civile. L’accordo è valido tre anni e scadrà alla fine del 2025. Ai Comuni che presenteranno progetti finalizzati la Regione concederà fino a 110.000 euro di finanziamenti.
“E’ il nostro modo - spiegano il presidente Eugenio Giani e l’assessore regionale alla cultura della legalità, Stefano Ciuoffo - per attuare concretamente il libro bianco sulle politiche regionali di sicurezza urbana a cui abbiamo iniziato a lavorare nel 2017 e che abbiamo approvato l’anno successivo. Grazie alla proficua collaborazione che abbiamo con Anci Toscana favoriamo tra i Comuni sia la divulgazione delle Linee guida regionali sulla sicurezza, che la conoscenza delle buone pratiche presenti sul nostro territorio e delle future opportunità di investimenti, che arriveranno con il supporto della nuova programmazione comunitaria del Fondo Sociale Europeo 2021-2027”.
“Parliamo di un tema particolarmente sentito nelle città, non solo in quelle più grandi”, aggiunge il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, che è anche presidente del Forum Italiano per la sicurezza urbana. “Come sistema dei Comuni stiamo lavorando da tempo con gli altri livelli istituzionali per cercare soluzioni condivise: e questo accordo con la Regione sicuramente aiuterà concretamente i sindaci. Realizzeremo nuovi progetti, sarà attivata la formazione dedicata, ci sarà scambio di esperienze e buone pratiche: tutti strumenti che sono certo porteranno buoni risultati. Bisogna lavorare sulla coesione sociale, sul disagio giovanile, sulla formazione e la riqualificazione urbanistica: anche la prevenzione è fondamentale per garantire la sicurezza urbana”.
Nell’ambito della realizzazione dell’Accordo verrà costruito un database che comprenda tutte le realtà territoriali di sicurezza urbana integrata. Verranno poi presentate alcune buone pratiche con l’obiettivo di stimolare l’interesse delle amministrazioni locali e fornire prime indicazioni e strumenti utili alla costruzione di progetti da candidare. Durante tutta la durata del progetto sarà attivo uno specifico servizio di supporto per le amministrazioni locali.
All’interno dei progetti co-finanziati ne verranno individuati quattro che avranno la funzione di progetti “pilota” e che verranno accompagnati lungo tutto il corso del loro svolgimento.
Si terranno attività attività di formazione rivolte al personale amministrativo e al terzo settore con l’obiettivo di codificare strumenti replicabili in futuro e di trasmettere pratiche e approcci in grado di stimolare l’attivazione continua delle comunità territoriali coinvolte.
Infine all’interno del progetto Sicurezza urbana integrata si svilupperà anche un percorso sui fenomeni del bullismo/cyberbullismo/sexting/sicurezza in Rete che, partendo dai dati nazionali e regionali e dalle esperienze, mirerà a mettere in campo buone pratiche che aumentino il grado di consapevolezza della gestione degli stimoli della “Rete” e favoriscano un consolidamento di intenti e di collaborazione tra enti pubblici, scuole e terzo settore.
Le condotte aggressive rappresentano un tentativo di affermazione della propria identità, per acquisire un ruolo e lenire le insicurezze personali. Secondo una ricerca dell' "Osservatorio (in)difesa" quasi la metà degli adolescenti ha vissuto sulla propria pelle atti di bullismo da parte di compagni (44,9%, che sale al 46,5% nei maschi).
Il cyberbullismo, invece, colpisce di più le ragazze. Il 12,4% di loro afferma di esserne state vittime, contro il 10,4% dei ragazzi. A questo si somma la sofferenza provocata dai commenti a sfondo sessuale, subìti dal 32% delle ragazze, contro il 6,7% dei ragazzi.
Tra le molestie online, le provocazioni in rete, conosciute come “trolling”, disturbano il 9,5% degli adolescenti, ma colpiscono di più i maschi (16%) delle femmine (7,2%).
"Questi dati – concludono il presidente Eugenio Giani e l’assessore Stefano Ciuoffo - destano sempre più preoccupazione, e la pandemia non ha certamente contribuito a ridurre i fenomeni di bullismo e cyberbullismo che rimangono una delle minacce più temute tra gli adolescenti, dopo droghe e violenza sessuale. Per queste ragioni abbiamo voluto integrare l’accordo con l'Anci prevedendo una fase di monitoraggio specifico su questi temi”.