Si torna a parlare del traforo del Monte Tambura

Il WWF: "Dopo un preoccupante periodo di silenzio ecco riapparire lo spettro del progetto del Traforo del Monte Tambura"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 dicembre 2009 17:25
Si torna a parlare del traforo del Monte Tambura

"Dopo un preoccupante periodo di silenzio ecco riapparire lo spettro del progetto del Traforo del Monte Tambura". E' quanto fa sapere il Wwf Toscana in una nota stampa. "Tra persone senzienti e coscienti dovrebbe essere inutile ripetere le ragioni dell’opposizione di tutte le associazioni, e tra queste il Wwf si legge ancora nella nota -, che fanno della salvaguardia dell’ambiente il loro principale obbiettivo nonché le ragioni di tutti gli amministratori che hanno a cuore la sorte di una tra le più peculiari aree delle Alpi Apuane e, non ultimo, anche la sorte di un fondamentale diritto dell’uomo: quello dell’approvvigionamento idrico, su cui tra l’altro si stanno addensando le oscure nubi della privatizzazione.

Reperita juvant, dicevano i latini, quindi per ricordare del perché il Wwf si oppone al progetto, ricordiamo che la Conca della Carcaraia del Monte Tambura è una importantissima zona di assorbimento carsico. Che vuol dire tutto ciò? Vuol dire che le piogge, vengono lentamente assorbite nelle profondità di questo sistema e vengono poi rilasciate sotto forma di sorgenti che interessano gli acquedotti di molti piccoli e grandi centri afferenti a questa zona. Lo stesso discorso vale anche per le precipitazioni nevose". "Non stiamo qui a ricordare poi l’interesse scientifico che riveste la stessa zona con le sue cavità ed abissi che vanno da -100 mt.

a –1350 mt., cavità ed abissi noti in tutto il mondo e che richiamano ricercatori e speleologi di fama internazionale. Tutto ciò, però, sembra non valere molto! Recentemente infatti il Ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha assicurato che presto inizieranno i lavori. Ora ci chiediamo: Cui Prodest? A chi giova tutto questo?. Possibile che per risparmiare un po’ di tempo per passare da una valle all’altra si debba compromettere le risorse idriche (come è stato fatto nel Mugello) di interi centri urbani e rovinare una preziosa area del Parco Regionale delle Alpi Apuane?" si domanda il Wwf Toscana.

Ancora: "In una situazione di continuo rischio idrogeologico estesa a tutta Italia il denaro pubblico e privato dovrebbe essere indirizzato verso ben altre priorità come la messa in sicurezza degli alvei dei fiumi e dei torrenti, la messa in sicurezza dei versanti delle montagne e la protezione delle coste sempre più sottoposte all’attacco dell’erosione. Per non parlare della gestione dei boschi affidata quasi sempre e solamente alla buona volontà del Corpo Forestale di Stato a cui si tagliano in continuazione fondi per uomini, mezzi e ricerca".

"E se ciò non bastasse ci preme ricordare l’alto valore naturalistico dell’area: Parco Regionale, Sito di Importanza Comunitaria, Area a Vicolo paesaggistico, Area a più alta priorità di Conservazione del Progetto Renato, Target di Conservazione del Piano Regionale della Biodiversità (accordo in corso tra Regione Toscana, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e WWF Italia al fine di individuare attività prioritarie, utili e necessarie, per contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità in Toscana).

Il 'no al traforo' viene da semplici cittadini, da ambientalisti e non, e da amministratori pubblici che partendo da dati scientifici seri contestano questa stagione 'delle grandi opere pubbliche' che provocherà altre ferite al territorio" conclude la nota.

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