La Syracuse University in Florence compie 50 anni

Il campus fiorentino è cresciuto e si è evoluto mantenendo però gli stessi obiettivi degli inizi: l’approfondimento da parte dei suoi studenti dell’arte e della società italiana e la creazione di un solido rapporto interculturale con la città.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2009 15:59
La Syracuse University in Florence compie 50 anni

La Syracuse University in Florence (SUF), una delle prime università americane ad avere un programma di studi all’estero, celebra il suo cinquantesimo compleanno. Nel corso di questo mezzo secolo il campus fiorentino è cresciuto e si è evoluto mantenendo però gli stessi obiettivi degli inizi: l’approfondimento da parte dei suoi studenti dell’arte e della società italiana e la creazione di un solido rapporto interculturale con la città che lo ospita. Non a caso la scelta cadde a suo tempo su Firenze che, come culla del Rinascimento e per la presenza di una comunità al passo con i tempi, apparve subito il luogo perfetto per il raggiungimento di simili obiettivi.

Obiettivi che la Syracuse University in Florence può dire senz’altro di aver centrato, visto che buona parte delle tre generazioni di studenti che si sono alternati nelle sue aule è pronta ad affermare che il periodo trascorso a Firenze li ha trasformati, talvolta cambiando in maniera indelebile la loro esistenza. Molti hanno scelto una carriera sulla base di quanto appreso durante il soggiorno italiano; moltissimi hanno sviluppato un duraturo interesse per il viaggiare e per la conoscenza di altre culture; alcuni hanno anche trovato l’amore e il loro semestre all’estero ha significato l’inizio di una vita in comune. Il professor Rab Hatfield, che insegna storia dell’arte alla Syracuse University in Florence dal 1971, spiega: “Studiare a Firenze è spesso un’esperienza cha cambia la vita di uno studente.

Un numero impressionante di miei ex studenti sono rimasti qui invece di ritornare negli Stati Uniti, qualche volta perché si sono sposati con italiani, qualche volta solo perché lo preferivano. Ma tutti continuano a considerarsi ancora americani. Anche gli studenti che non rimangono di solito tornano a casa con una visione differente del loro Paese rispetto a quella che avevano prima di arrivare in Italia”. Ecco qualche esempio. Christian Sottile, che ha studiato alla SUF nell’anno accademico 1998-1999, adesso fa l’architetto a Savannah, Georgia.

Sottile e sua moglie Amy sono soci nella ditta Sottile & Sottile, e il loro piano urbanistico per l’East Riverfront di Savannah ha vinto il Charter Award from the Congress for the New Urbanism 2009. Sottile giudica la sua esperienza alla Syracuse University in Florence come fondamentale per la sua carriera. “Studiare a Firenze mi ha permesso di capire più in profondità l’evoluzione dell’urbanistica ed ha profondamente influenzato il mio modo di lavorare”. Per alcune famiglie americane studiare alla SUF è diventata una tradizione.

Infatti non sono pochi gli studenti di 'seconda generazione'. Eleonor DeVries, per esempio, è stata alla Syracuse University in Florence nel 1960, e sua figlia Anne l’ha frequentata nel 1999. Tra le tante storie d’amore nate nelle aule della Villa Rossa possiamo ricordare quella di Mary Benton, un’artista della Virginia, che ha incontrato suo marito, Douglas Barnes, durante il semestre di primavera 1979. “La Syracuse University in Florence ha sicuramente cambiato la mia vita, tanto che sono sposata con Douglas da 27 anni” racconta Mary.

Anche John Gaetano e Allison Cozzini, che si sono incontrati alla Syracuse University in Florence nell’autunno del 1999, ora sono marito e moglie. Ma facciano un salto indietro di mezzo secolo. Era l’autunno del 1959 e una nave passeggeri lasciava New York diretta in Italia. Tra i tanti viaggiatori c’erano anche 35 studenti della Syracuse University accompagnati da alcuni professori che, durante la traversata, impartivano loro lezioni di italiano. La meta da raggiungere era Firenze, dove la Syracuse aveva appena aperto una sorta di 'succursale' affittando due piani di un villino di piazza Savonarola di proprietà dei conti Gigliucci, già a quel tempo chiamato Villa Rossa a causa dell’eccentrico colore del suo intonaco.

Per tutti gli anni ’60 poco cambiò da quel primo soggiorno di studio fiorentino. Più o meno lo stesso numero di studenti attraversava l’Atlantico in nave ogni sei mesi, arrivava a Firenze, veniva ospitato in famiglie italiane, frequentava le lezioni alla Villa Rossa ed esplorava le strade, le piazze, le chiese e i musei della città. La classe del 1970 fu la prima ad utilizzare l’aereo e da quel momento anche la SUF spiccò il volo. Con l’acquisto della Villa Rossa la 'succursale' diventò più autonoma dall’università madre, il numero degli studenti e l’offerta di corsi accademici cominciò gradualmente ad aumentare e, verso la fine del decennio, il corpo studentesco si allargò e diversificò, accogliendo giovani anche di altre università americane.

Oggi la Syracuse University in Florence conta circa 300 studenti per semestre provenienti da più di 80 università ed ha cinque dipartimenti: Storia dell’Arte, Architettura, Lettere, Scienze politiche ed economiche, Italiano. In più, oltre ai corsi regolari, agli studenti viene offerta un’ampia varietà di visite guidate - a Firenze e nel resto d’Italia - e l’opportunità di lavorare e studiare fuori dal campus per ampliare la conoscenza della nostra cultura e i contatti con gli italiani.

Per esempio alcuni di loro – avendo la Syracuse University in Florence aderito all’iniziativa “Liberarci dalle spine” dell’Arci toscana – ogni semestre si recano, unici stranieri, a lavorare in Sicilia per una settimana nei campi confiscati alla mafia. Possono anche scegliere di seguire programmi di tirocinio in varie istituzioni, aziende e botteghe artigiane fiorentine, andare in scuole di ogni grado a tenere lezioni di cultura americana e - per quelli con una buona conoscenza della lingua - frequentare corsi all’Università di Firenze e in altri istituti di istruzione superiore.

La Villa Rossa, che è sempre stata l’edificio principale del campus, oggi ospita gli uffici amministrativi, alcune aule, un bar e un computer lab. Negli anni ’80 si sono aggiunti gli studi di architettura ed arte di Piazzale Donatello e, nel 2006, il Villino - una bella palazzina della fine del XIX secolo prospicente la Villa Rossa sul lato del giardino - che accoglie la biblioteca, il media lab, alcune aule e gli uffici di facoltà. Sempre nel 2006 è stata inaugurata anche la Syracuse University in Florence Art Gallery, fortemente voluta dall’attuale direttrice Barbara Deimling con lo scopo di promuovere lo scambio interculturale tra Stati Uniti e Italia con mostre d’arte di alta qualità che servano sia ad ampliare il contesto delle attività accademiche dell’università che ad offrire nuove e diverse occasioni di contatto tra la Syracuse University e la popolazione fiorentina, anche attraverso la collaborazione con le istituzioni presenti sul territorio.

La sua apertura al pubblico è avvenuta con la mostra “Poesia visuale: le interpretazioni di Quinto Martini della Divina Commedia”. Nella primavera del 2007 è stata allestita la mostra “La satira americana: umorismo sul New Yorker” - che presentava 38 tavole originali di Alan Dunn, il più prolifico e rappresentativo vignettista della celebre rivista – e tra il dicembre del 2007 e il gennaio del 2008 “Un americano in Italia: James McNeill Whistler e la sua eredità. Trentacinque stampe dell’artista e dei suoi seguaci”, immediatamente seguita da “La persecuzione degli ebrei in Italia 1938 – 1945” e, dall’inizio di aprile alla fine di maggio, “Selected works by Oliviero Toscani”, introdotta da una conferenza dello stesso fotografo. Mentre la Syracuse University in Florence celebra i suoi primi 50 anni, i responsabili dell’università stanno già pensando al futuro.

Barbara Demling, direttrice della Syracuse University in Florence da 9 anni, e Jon Booth, il direttore esecutivo dei programmi di Syracuse all’estero, vedono entrambi un brillante futuro per il campus fiorentino, anche grazie alla recente intensificazione dei contatti con le istituzioni e la popolazione fiorentina e toscana. Per troppo tempo infatti la più grande delle università americane in Italia è stata un’entità estranea a Firenze, una sorta di enclave degli Stati Uniti rigorosamente impermeabile ai rapporti con l’esterno.

Ma adesso questa tendenza 'protezionista' - senza dubbio sbagliata - è stata invertita e la SUF ha assunto un ruolo decisamente attivo nella vita socio-culturale della città che la ospita. Con questo specifico intento ha moltiplicato il proprio impegno nell’organizzazione di manifestazioni di vario tipo (convegni, conferenze, concerti, rappresentazioni teatrali eccetera), aperte a tutti e non più riservate ai suoi studenti e a pochi invitati di riguardo. “Penso che la creazione di occasioni che favoriscano la conoscenza tra i nostri studenti e gli italiani siano positive sotto molti aspetti.

Servono soprattutto a stabilire un rapporto più corretto tra culture differenti e a liberarsi dagli stereotipi che troppo spesso condizionano i reciproci giudizi” dice Barbara Deimling. Come detto, il programma della SUF ha aperto gli occhi a tre generazioni di giovani americani alle bellezze dell’Italia, all’importanza del Rinascimento, al piacere di poter conoscere un’altra cultura. E questo, senza dubbio, è stato apprezzato dalla maggior parte di loro. Sicuramente dai circa sessanta ex studenti – di età compresa tra i 30 e i 70 anni – che alla fine di ottobre sono tornati a Firenze per partecipare alle manifestazioni organizzate per l’anniversario della 'loro' università che, tra l’altro, comprendevano un Festa alla Villa Rossa, un incontro con le autorità comunali e regionali nel salone sovrastante Orsammichele e una cena al Consolato americano.

“Amo Firenze, ma non c’ero più tornata da quando frequentavo i corsi della SUF nel 2000. Posso però sempre viverci indirettamente attraverso le foto che ho fatto, sorridendo al ricordo di quello splendido luogo che una volta ho chiamato casa” ha detto Katrina Boldt, che adesso fa la scrittrice freelance nella Silicon Valley.

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