Barducci venedemmia nella vigna di Totò Riina

Il presidente della Provincia di Firenze a Corleone nell’ambito del progetto “LiberarArci dalle Spine”. Insieme a lui ci saranno 18 ragazzi della provincia di Firenze che in questo momento sono in Sicilia per lavorare nelle terre confiscate alla mafia.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 settembre 2009 17:00
Barducci venedemmia nella vigna di Totò Riina

Domani, venerdì 25 settembre, il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci sarà a Corleone per vendemmiare nelle terre che un tempo appartenevano a Riina. Insieme a lui ci saranno 18 ragazzi della provincia di Firenze, che in questo momento sono impegnati in Sicilia con il progetto LiberArci dalle Spine per lavorare nelle terre confiscate alla mafia. “Ciò che davvero mi preme è incontrare i nostri ragazzi, e lavorare per quel poco che posso accanto a loro – dice il presidente Barducci - Da giugno i volontari della Provincia di Firenze impegnati nel progetto sono stati ben 187, e io vado giù anche per attestare a questo gruppo la stima e l’ammirazione dell’amministrazione provinciale”. Il programma della visita in Sicilia del presidente della Provincia di Firenze prevede lavoro e pranzo con i volontari toscani e con i soci della cooperativa “Lavoro e Non Solo”.

La giornata continuerà con una visita ai terreni e agli edifici confiscati nel corleonese e con un incontro col sindaco e la Giunta comunale. “Paolo Borsellino – prosegue Barducci - sosteneva molto intelligentemente che la lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata operazione di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolge tutti. Ecco, i ragazzi che hanno scelto di andare a Corleone si sono presi la responsabilità della lotta alla mafia, perché hanno deciso di fare un percorso di educazione alla legalità che è un vero lavoro di opposizione alla cultura mafiosa del privilegio e del ricatto”. “La loro scelta - ricordo che questi giovani pagano 200 euro per partecipare a questi campi - è un regalo per la nostra comunità.

Riaverli tra noi dopo questa esperienza, è un arricchimento morale per tutto il territorio fiorentino”.

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