“Florence is the next Florence”, la nuova strategia culturale di Firenze

Un documento ‘provvisorio’, 16 pagine pubblicate da oggi online sul sito del barcamp che si svolse nel Salone dei Cinquecento lo scorso luglio, liberamente consultabili ed aperte a critiche e suggerimenti di chiunque per due settimane.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 settembre 2009 17:47
“Florence is the next Florence”, la nuova strategia culturale di Firenze

Un documento ‘provvisorio’, 16 pagine pubblicate da oggi online sul sito del barcamp che si svolse nel Salone dei Cinquecento lo scorso luglio, liberamente consultabili ed aperte a critiche e suggerimenti di chiunque per due settimane. E’ “Florence is the next Florence - Una strategia per il contemporaneo a Firenze”, sorta di guida per le future scelte culturali della città elaborata dall’assessore alla cultura Giuliano Da Empoli. Non un aggregatore di eventi, ma una filosofia di fondo per creare un ecosistema, un humus favorevole a insediare, produrre, esportare eventi culturali a 360 gradi rivoluzionando la prospettiva (anche finanziaria) e puntando sull’apertura internazionale, sull’indisciplina, sull’incontro tra arte e scienza e sulla notte. “Firenze - ha spiegato l’assessore - non ha, per fortuna, bisogno di inventarsi una dimensione culturale; ha bisogno semmai di tornare ad essere se stessa, ed è questo il suggerimento del titolo del documento, ‘rubato’ a una ragazza che ha partecipato al barcamp.

L’invito a tutti quelli che contribuiranno a questo percorso è quello di condividere l’ambizione di non porsi limiti. Firenze ha un ruolo da giocare in Europa e nel mondo. Basta averne voglia”. Il documento si sviluppa per capitoli: dopo aver affrontato il “paradosso fiorentino”, ovvero il fatto che Firenze, al pari di altre città come Venezia o Roma, debba lottare contro “il peso schiacciante della sua eredità culturale”, Da Empoli rigetta la “strategia Bilbao” (che creò, con il Guggenheim, un contenitore museale spettacolare) che si è rivelata in alcuni casi fallimentare e fautrice di cattedrali nel deserto, e quindi punta sul “primato dei contenuti” partendo da quello che Firenze ha da offrire e promuovendo strategie completamente nuove. Sul fronte di quello che c’è, da Empoli ha citato alcune iniziative già avviate, come la riqualificazione del percorso museale di Palazzo Vecchio, la realizzazione di una card per i musei, un’agenda coordinata degli eventi culturali cittadini (sull’esempio di ‘Google calendar’). L’assessore ha poi annunciato l’avvio di una ricognizione degli spazi potenzialmente disponibili per il contemporaneo, partendo da quelle che sono già nella disponibilità del Comune arrivando a includere anche altre strutture come cinema e teatri chiusi, strutture industriali e commerciali dismesse. Altro tema: i finanziamenti.

“Oggi - ha spiegato l’assessore - i meccanismi di finanziamento sono troppo frammentati e discrezionali. Abbiamo in mente, partendo già dalla programmazione dell’Estate fiorentina 2010, di rivedere completamente questi meccanismi e fornire un modello che possa essere adattato per tutti gli eventi”. Il bando per l’Estate uscirà in formato elettronico a novembre. I progetti dovranno essere presentati tutti nello stesso formato e i criteri di selezione saranno pubblici e verificabili.

Il Comune finanzierà in prevalenza progetti suscettibili di mobilitare risorse di sponsor privati e saranno predisposti indicatori per la valutazione ex-post del successo delle diverse iniziative. Sul fronte delle iniziative strategiche, l’assessore punta innanzitutto sullo scambio, ovvero l’importazione del meglio della produzione culturale e intellettuale mondiale e l’attivazione di passerelle per favorire l’internazionalizzazione delle produzioni culturali locali. Per esempio la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio dal 2010 sarà adibita ad ospitare ogni giorno un ospite di passaggio a Firenze, artista, scienziato politico o imprenditore, che racconti in mezz’ora la sua attività (e gli interventi saranno poi on line).

Da Empoli pensa anche a una sorta di “media hub”, ovvero una Firenze come “base ideale per media e aziende stranieri”, combattendo la concorrenza di Roma o Milano sfruttando l’Alta velocità ferroviaria e proponendo agli investitori condizioni di favore, anche fiscali. Da Empoli vuole poi dare a Firenze una leadership in diplomazia culturale, con un premio internazionale che ricompensi ogni anno un personaggio che abbia costruito, con la sua opera, un ponte tra le culture. Altra idea: riscoprire la stretta connessione tra arte e scienza, con iniziative volte a dare una casa ai cosiddetti ‘new humanist’.

Grande attenzione anche alla notte. “Una città che voglia avere una politica culturale degna di questo nome - ha chiarito Da Empoli - non può prescindere da una vita notturna creativa. Una notte viva non è solo un problema di ordine pubblico ma è il momento in cui mondi diversi possono mischiarsi e comunicare. Solo per fare un esempio, vogliamo aprire un asilo notturno alle Oblate per quei genitori che vogliono lasciare i figli per assistere a un concerto o ad un evento notturno”. Infine il tema degli anniversari.

“Basta comitati e cerimonie polverose - promette l’assessore -: le ricorrenze devono diventare catalizzatori di innovazione. Prendiamo l’anno vespucciano: non pensiamo a convegni ma a portare a Firenze i ‘nuovi’ Vespucci, coloro che adesso si stanno spingendo non oltre le colonne d’Ercole ma oltre le frontiere della conoscenza”. (edl)

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