Non ci sarà spazio per il nucleare sul territorio fiorentino

Approvata, con 18 sì e 7 no la mozione dei consiglieri Calò e Verdi (Prc-Pdci-Sc) di contrarietà della Provincia di Firenze ad individuare sul proprio territorio siti idonei per l’attivazione di centrali nucleari.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 settembre 2009 15:56
Non ci sarà spazio per il nucleare sul territorio fiorentino

Approvata, con 18 sì e 7 no, la mozione dei consiglieri Calò e Verdi (Prc-Pdci-Sc) di contrarietà della Provincia di Firenze ad individuare sul proprio territorio siti idonei per l’attivazione di centrali nucleari. Verdi ha spiegato che: “L’atto nasce sulla scia della mobilitazione che ha coinvolto molti enti locali, a seguito della dichiarata volontà del Governo di riaprire al nucleare in Italia. Una decisione che va chiaramente contro alla volontà popolare manifestata con il referendum del 1987.

Molti enti locali si sono sentiti in qualche misura esautorati e scavalcati dal Governo nelle loro facoltà decisionali, proprio perché il Governo ha palesemente ammesso che la decisione sul nucleare e anche le decisioni sulle collocazioni delle centrali, avverranno con pieno potere e imperio da parte dell’esecutivo, e senza alcuna consultazione o senza richiesta di pareri degli enti locali o delle realtà territoriali”. Baldini (Pdl) ha precisato che: “Il Governo Berlusconi sta approvando il pacchetto anticrisi che prevede il ritorno all’energia nucleare.

Riguardo al referendum, dopo 22 anni, il Parlamento è legittimato a riprendere in mano la situazione per via del mutato contesto tecnologico. Il referendum ha una forza di legge ordinaria e può essere superato da un intervento delle Camere. Il Governo, inoltre, ha detto soltanto che ci saranno 4 siti nei quali avviare una collocazione e occorre iniziare a ragionare affinché possa diminuire la dipendenza dall’importazione di petrolio, di gas e carbone e considerando che il nucleare di terza generazione è un’energia sostanzialmente pulita perché non produce anidride carbonica”.

Fusi (Pd) ha, invece, sottolineato che: “Il no al nucleare non è dettato solo da ovvie e naturali considerazioni di ordine ambientale e sanitario, ma perché è una tecnologia che noi riteniamo superata e che ci sono altri sistemi naturali come le fonti rinnovabili che possono consentire di raggiungere gli stessi risultati di risparmio e di produzione di energia senza ricorrere a questi interventi così pesanti”.

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