Firenze: una settimana di tensione tra gli studenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 maggio 2009 14:48
Firenze: una settimana di tensione tra gli studenti

Firenze, 15 maggio 2009- Come ogni lunedì, lo scorso 11 maggio un gruppo di studenti medi fiorentini si era dato appuntamento di fronte al Liceo Michelangiolo per protestare contro il divieto del Preside Primerano di utilizzo dell’aula autogestita dell’istituto in cui si incontrano i collettivi. Trovato il portone sbarrato e presidiato dalle forze dell’ordine, hanno dato vita ad un piccolo corteo che è stato brutalmente caricato, con un ragazzo di 16 anni finito in ospedale e due fermati.

Successivamente gli studenti sono stati di nuovo caricati mentre sotto la questura aspettavano il rilascio dei due fermati, con un bilancio di altre botte, intimidazioni e numerosi fermi. Per questo gli studenti hanno promosso un corteo cittadino per sabato prossimo, 16 maggio, con partenza alle ore 16 da Piazza San Marco.
Ieri mattina i militanti di Azione Universitaria della facoltà di Lettere e Filosofia di Piazza Brunelleschi si sono recati nella loro facoltà per montare una bacheca di propaganda che potesse informare tutti gli studenti delle attività svolte.

La bacheca è stata devastata dopo pochi minuti, sotto gli occhi increduli dei tanti studenti presenti. Jacopo GIANNONI, consigliere di facoltà per “Azione Universitaria”, dichiara: “Essendo stato regolarmente eletto nelle ultime consultazioni universitarie ritenevo ovvio poter avere quello spazio di espressione che, da sempre, viene garantito a tutti. Così, come tutti avrebbero fatto, mi sono recato in facoltà per montare la nostra bacheca. Purtroppo dopo dieci minuti alcuni militanti della sinistra radicale, chiamati dagli appartenenti ai Collettivi Studenteschi e quindi esterni alla facoltà, hanno pensato bene di devastarla.

L’unica spiegazione che hanno dato agli studenti che in quel momento stavano leggendo gli articoli e i manifesti affissi in bacheca è stata quella di essere nel giusto perché «nessun fascista di Casaggì deve mettere piede all’Università».

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