Urbanistica: come fanno i lavori per l'auditorium ad andare avanti se è bloccato il Piano Strutturale?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 dicembre 2008 00:31
Urbanistica: come fanno i lavori per l'auditorium ad andare avanti se è bloccato il Piano Strutturale?

Firenze- Situazione di stallo nella coalizione di centrosinistra per le primarie per la scelta del candidato sindaco a Firenze. Intanto però il Piano Strutturale annunciato sospeso sembra andare avanti.
Ieri pomeriggio in Consiglio Comunale c'erano anche gli operai della Seves, preoccupati per la loro sede produttiva di Castello. "Sono figlio di un operaio delle Officine Galileo e vi propongo tre cose pratiche. In questo momento, graffiare oggi l'Amministrazione, significa danneggiare i lavoratori della SEVES.

Costruiamo una determinazione di questo consiglio e dell'Amministrazione in difesa di quel presidio produttivo. Siamo di fronte ad un cambiamento strategico e di management della proprietà della SEVES ma fino a quando non avremo capito le reali intenzioni, non possiamo permettere la dismissione dello stabilimento. La nostra determinazione e la capacità di fare vertenza dei lavoratori possono portare la proprietà a modificare la propria strategia. La Cassa Integrazione di 85 dipendenti su 175 lavoratori fa temere una volontà di disimpegno della proprietà dal territorio fiorentino".

Questo, in sintesi, l'intervento in Consiglio Comunale dell'assessore alle politiche del lavoro Riccardo Nencini sulla vicenda della SEVES.
«La Seves deve rimanere a Castello e continuare a produrre». Lo ha detto il consigliere di Forza Italia-Pdl Massimo Pieri dopo l'intervento in consiglio comunale dell'assessore Riccardo Nencini. «In questi giorni - ricorda l'esponente del centrodestra che sulla questione ha presentato un'interrogazione - abbiamo appreso che l'azienda,, leader mondiale negli isolatori in vetro e in composito per il trasporto dell'energia elettrica e nella produzione di mattoni in vetrocemento, avrebbe disposto un piano aziendale che prevede la mobilità per 20 dei 175 dipendenti dello stabilimento fiorentino e la cassa integrazione straordinaria per un anno».

«La Seves risulterebbe una società solida - prosegue Pieri nell'interrogazione - che copre circa il 40% del mercato globale nel suo settore e l'assemblea dei lavoratori avrebbe deciso di proclamare lo stato di agitazione per contrastare l'ipotizzata intenzione di dimettere la sede fiorentina con conseguente perdita dei posti di lavoro. L' azienda ha inoltre richiesto un cambio di destinazione d'uso del terreno su cui sorge lo stabilimento, ubicato in via Reginaldo Giuliani, per trasformare l'immobile da produttivo a residenziale».

A fronte di queste considerazioni il consigliere di Forza Italia vuole sapere «se effettivamente la Seves ha richiesto al Comune di Firenze il cambio di destinazione d'uso del terreno e in caso affermativo». Pieri chiede inoltre di conoscere «se l'amministrazione è a conoscenza dei piani aziendali e se intende valutare la concessione del cambio di destinazione d'uso, eventualmente richiesto, alla luce della salvaguardia dei posti di lavoro che potrebbero venirne compromessi».
«Nella vicenda della Seves di Castello, occorre distinguere tra gli aspetti urbanistici, oggetto del piano strutturale all'attenzione del consiglio comunale, e quelli connessi con le più recenti notizie relative ad alcune decisioni aziendali che paiono prefigurare un disimpegno del presidio produttivo nell'area fiorentina.

Certamente possiamo affermare che nessuna modifica della destinazione d'uso dell'area dell'impianto è in corso di esame da parte degli Uffici del Comune di Firenze». Lo ha detto Antongiulio Barbaro, consigliere del Partito Democratico e presidente della commissione urbanistica di Palazzo Vecchio dopo la comunicazione dell'assessore Riccardo Nencini. «Tutte le forze politiche ritengo siano solidali con i lavoratori e preoccupate delle possibili implicazioni sull'occupazione che le decisioni dell'azienda sembrano prefigurare - ha aggiunto Barbaro - su questo credo che il consiglio e la giunta siano parimenti impegnati a difendere il radicamento sul territorio della Seves».

«Per quanto riguarda gli aspetti urbanistici - ha proseguito - il cambio di destinazione non è contemplato da nessun atto attualmente all'attenzione dell'amministrazione. Ciò che è attualmente all'attenzione del consiglio comunale è invece quanto contenuto nel piano strutturale, che nell'accogliere un'osservazione dell'azienda Seves propone una modifica al dimensionamento dell'Utoe in cui cui è posto tale impianto. Tale proposta, che dovrà essere approvata, respinta o modificata dal consiglio comunale, non configura alcun diritto edificatorio assegnato a quella o ad altre aree, ma solo una compatibilità massima distribuita sull'intera Utoe».

«Solo i successivi regolamenti urbanistici - ha sottolineato Barbaro - potranno eventualmente modificare lo stato di diritto sull'area della Seves, nei limiti fissati dal piano strutturale, e sempre su trasparente decisione del consiglio comunale. Per meglio chiarire la natura del piano strutturale ed il significato della proposta avanzata dall'amministrazione comunale proporrò alla commissione urbanistica, su richiesta delle organizzazioni sindacali, di organizzare una specifica audizione dei rappresentanti dei lavoratori».
«La risposta dell'assessore Nencini alla mia interrogazione sugli operai che sarebbero rimasti disoccupati a causa del sequestro del Multiplex e del centro commerciale di Novoli -interviene Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo- introduce finalmente alcuni elementi di chiarezza.

Non corrisponde assolutamente a verità quanto ripetutamente affermato dall'Immobiliare Novoli che ben 300 operai avrebbero perso il lavoro: l'assessore ha comunicato che gli unici ad aver perso il lavoro nel cantiere sono 15 dipendenti della Cesi, capogruppo delle ditte appaltatrici, che peraltro sarebbero già stati impiegati in altri cantieri. Tanto è vero che nessuna segnalazione è giunta all'Assessorato al Lavoro da parte delle organizzazioni sindacali. A chi giovava l'allarme "terroristico" che si era tentato sulla vicenda? Meno convincente è risultato l'assessore quando ha dichiarato che comunque non sarebbe stato compito dell'Amministrazione trovare una soluzione per gli operai eventualmente disoccupati, affermando una completa estraneità del Comune alla vicenda che ha portato al sequestro.

Non è stato forse il Comune ad accettare che si costruisse con una DIA priva di efficacia, a consentire la prosecuzione dei lavori dopo che questa era scaduta, a non controllare l'omogeneità dei permessi fra Commissione di Vigilanza ed autorizzazione regionale?».
"I lavori per il Nuovo Teatro Comunale sono slittati ad inizio gennaio". È quanto ha dichiarato il vicesindaco Giuseppe Matulli rispondendo in consiglio comunale ad una domanda di attualità presentata dalla capogruppo di Unaltracittà/unaltromondo Ornella De Zordo.

La consegna dei terreni dell'area della stazione Leopolda doveva avvenire il 17 dicembre, data in cui previsto il passaggio della proprietà dell'area dalle Ferrovie al Comune e in cui era stata quindi ipotizzata la cerimonia di inizio lavori. "La questione del passaggio di proprietà è legata al protocollo d'intesa siglato da Ferrovie e Amministrazione comunale - ha aggiunto il vicesindaco Matulli -. Intesa che è a sua volta legata temporalmente ad alcuni adempimenti dell'Amministrazione comunale relative al bilancio di previsione 2009 e al Piano strutturale.

Visto che si sono verificati slittamenti dei tempi per l'approvazione di questi due atti, il sindaco Leonardo Domenici si è attivato presso le Ferrovie e il Ministero dei beni e delle attività culturali per individuare il modo di evitare il blocco dell'avvio dei lavori. Ciò a determinato la dichiarazione di volontà dei tre soggetti (Comune di Firenze, Ferrovie e ministero) per individuare la soluzione perché i tempi degli atti del Comune non siano dirimenti rispetto all'inizio dei lavori, che adesso dovrebbe essere fissato per inizio gennaio".

"A questo proposito - conclude il vicesindaco - stiamo aspettando nei prossimi giorni la proposta operativa dalla 'Struttura di missione' del governo e sulla base di questa si arriverà alla soluzione per superare questo inghippo solo temporaneo".
«Il sindaco deve chiarire alla città come sta procedendo con la costruzione del nuovo auditorium del Maggio nell'area della ex stazione Leopolda». Lo ha detto Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo. «La mia domanda di attualità, presentata oggi in consiglio - ha spiegato l'esponente dell'opposizione - aveva l'obiettivo di ottenere un po' di chiarezza e trasparenza.

Ma non è stata data risposta dal vicesindaco Matulli che faceva le veci del sindaco, il quale ha la delega all'urbanistica dopo le dimissioni dell'assessore Biagi conseguenti l'avviso della Procura per corruzione. Abbiamo letto sulla stampa, la fonte è "lo staff del sindaco", che l'amministrazione comunale avrebbe trovato un "espediente burocratico" per andare avanti con i lavori del nuovo auditorium, nonostante che l'iter del piano strutturale sia bloccato, così come l'emendamento di giunta del 30 settembre relativo all'accordo con Ferrovie».

«Quale sia questo "espediente" - ha concluso Ornella De Zordo - non è ancora dato sapere ed è grave che il sindaco non venga in consiglio comunale a dircelo, rendendo trasparente la politica urbanistica di questa città».
"A questo punto è un vizio vero e proprio -interviene Massimo Lensi, Consigliere provinciale (FI PDL)- E’ già accaduto con la presentazione della variante al Ruc, e ora la storia si ripete. Piuttosto che informare doverosamente innanzitutto il Consiglio comunale e la sua Presidenza, il Sindaco di Campi Bisenzio, Adriano Chini, ha preferito rivolgersi direttamente alla stampa per presentare i risultati del lavoro della Commissione tecnica sul termovalorizzatore.

Il comportamento di Chini davvero poco istituzionale, pregiudica un dibattito sereno e approfondito sulle problematiche evidenziate nelle due relazioni elaborate dalla commissione tecnica. Privilegiare in modo autoreferenziale la comunicazione politica a dispetto di quella istituzionale comporta precise assunzioni di responsabilità di fronte al Consiglio comunale, a cui il Sindaco con tutta evidenza attribuisce un ruolo subordinato. Preso atto di ciò, va comunque detto che il Sindaco si è fatto bello con poca spesa: il termovalorizzatore di Case Passerini, infatti, ha di fronte a sé ostacoli difficilmente superabili.

Se da una parte l’inchiesta della magistratura e il conseguente sequestro conservativo dell’area di Castello blocca qualsiasi procedura di valutazione di impatto ambientale nella zona di Case Passerini, dall’altra la costituzione della società di scopo, prevista dall’assemblea dei soci di Quadrifoglio per realizzare (progettare e costruire) il termovalorizzatore, è ancora ferma nelle pastoie burocratiche. Il bando per l’acquisizione della parte privata non è ancora pubblico e il Comune di Firenze, che ha ben altre gatte da pelare, non ha dato il regolamentare nullaosta.

Il Sindaco Chini conosce tutte queste vicende e nonostante la comunità di cui è Sindaco ne sia seriamente impattata, ha scelto di farsene un bel manto pubblicitario, forse ispirato dall’esempio di qualche geniale fiorentino."

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