Urbanistica, Castello: possibile svolta politica nella gestione del territorio in Toscana?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2008 14:50
Urbanistica, Castello: possibile svolta politica nella gestione del territorio in Toscana?

Firenze, 01 Dicembre 2008- Scosse di assestamento al Comune di Firenze, dopo il terremoto causato dalla vicenda Fondiaria-Sai: si è dimesso, infatti, l’architetto Gaetano Di Benedetto, dirigente dell'ufficio piano strutturale dell'assessorato all'Urbanistica e componente della terza commissione consiliare, che si occupa di territorio e urbanistica. Da Palazzo Vecchio, per il momento, non trapela altro, ma non sono escluse ulteriori novità a breve.
Dalle intercettazioni riportate stamani dagli organi di stampa si evince come il Parco fosse un problema, un incomodo da eliminare.

Il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, incontrerà nei prossimi giorni il procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Quattrocchi per parlare delle vicende che in queste ultime settimane che hanno visto prima il sequestro da parte dell’autorità giudiziaria del Multiplex di Novoli, poi l’apertura dell’inchiesta giudiziaria sull’area di Castello (Fondiaria SAI), che ha portato al sequestro dell’intera area e che vede coinvolti due Assessori dell’Amministrazione assieme ad altri, ed ancora la storia della Quadra e della Spt Holding relativamente al project financing della piscina comunale Costoli, che vede pure coinvolto un altro autorevole esponente della maggioranza di Palazzo Vecchio.
“Si dimostra una volta di più come difendere l’ambiente, la permanenza di spazi pubblici votati non al commercio e al guadagno ma al riequilibrio ambientale, alla socializzazione, al mantenimento di polmoni verdi che bilancino l’inquinamento cittadino, abbia non solo un valore di difesa della qualità della vita e della salute pubblica, ma anche di contrasto al malaffare“ –affermano dalla Federazione Comunale e Provinciale dei Verdi– “In generale, le aree destinate a verde e a parco sono le prime a finire nel mirino di affaristi e speculatori di ogni tipo” “Quanto alle affermazioni del Sindaco Domenici riportate dalle intercettazioni, ci lasciano ovviamente allibiti, e dimostrano per l’ennesima volta insensibilità, addirittura arretratezza culturale, sui temi della difesa dell’ambiente e del territorio” “Già i Verdi, in passato, erano entrati in dura polemica col Sindaco, quando egli aveva affermato che il Parco sarebbe stato ricettacolo di delinquenza, e sarebbe divenuto incontrollabile” “Gli ridiciamo adesso quello che gli dicemmo anche allora: sono le periferie dormitorio, senza servizi, senza piazze, piene di centri commerciali e svuotate dal piccolo commercio, fatte nascere in fretta e furia per compiacere i grandi imprenditori, a creare delinquenza e abbandono sociale, e a risultare incontrollabili.”
"Siamo di fronte a comportamenti sconcertanti per la loro gravità -commentano Alberto Magnolfi e Roberto Benedetti, Presidenti dei Gruppi regionali PdL- Il nostro giudizio riguarda specificamente l’aspetto politico.

Sugli altri profili, che sembrano emergere con chiara evidenza, è giusto che indaghi, con assoluta serenità, l’Autorità preposta. Non chiediamo, per ora, le dimissioni di Martini e della Giunta regionale. Noi invitiamo Martini a valutare se la Giunta regionale, di fronte al fallimento politico già conclamato delle politiche regionali di assetto territoriale e di sviluppo economico dell’area più delicata e strategica della Toscana, fallimento che matura in un quadro di contorni oscuri, abbia ancora le idee, l’autorevolezza e la credibilità per svolgere in maniera adeguata il proprio ruolo nell’ultimo scorcio di legislatura.

La vicenda di Castello dimostra che quando le Istituzioni pubbliche non decidono, balbettano, annunciano strategie fumose e non mettono nessun punto fermo rispetto agli obiettivi di interesse pubblico, è inevitabile che le scelte vengano prese dagli interessi forti, che hanno idee e progettualità di grande peso, naturalmente considerate dal loro specifico punto di vista. Punto di vista legittimo nell’ottica privata ma non necessariamente coincidente con le priorità pubbliche da tutelare. Se si fa passare come normale amministrazione quanto è successo a Campi Bisenzio, dove gli amministratori comunali hanno buttato nel cestino i parametri previsti dagli strumenti urbanistici, per non parlare, ma lo faremo in altra sede, delle vicende legate alle multisala lungo l’asse Firenze-Campi-Prato, più che urbanistica contrattata si arriva a teorizzare una sorta di urbanistica ‘suggerita’ in cui i ruoli tra pubblico e privato si capovolgono.

È così si rinviano le scelte sull’aeroporto, si tergiversa sulle grandi infrastrutture e sui servizi per la mobilità, addirittura si ritiene irrilevante che in un’area come quella di Castello possa andare un grande centro direzionale pubblico, oppure un grande centro sportivo, oppure un grande parco pubblico, oppure tutte le cose insieme sfidando le leggi della fisica oltre che quelle del buon senso. In questa situazione, se Martini riterrà di andare avanti ci sembra perfino superfluo richiedere una Commissione d’indagine regionale per chiarire i troppi punti controversi e oscuri, il ruolo della Regione e dei suoi singoli esponenti.

A ben guardare questa Commissione dovrebbe essere già al lavoro".
«Il discusso Piano Strutturale che -afferma Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo- di fatto consentirebbe la cementificazione selvaggia di Firenze, sembra aver subito uno stop importante. Il sindaco Domenici ha comunicato infatti a mezzo stampa di aver deciso, ma solo dopo aver perso l'assessore di riferimento e constatato di non avere i numeri in Consiglio, di fermarne l'approvazione. Se il sindaco non si smentirà per l'ennesima volta (e lunedì in consiglio si dovrebbe votare anche un Ordine del giorno di Unaltracittà e PRC che proprio questo richiede), è una buona notizia che può dare la possibilità di un futuro migliore per la città e rilanciare, se la politica tornerà a servire il bene di tutti, un dibattito fecondo utile a definire il disegno di una città capace di andare incontro gli interessi diffusi di chi a Firenze abita, lavora, soggiorna.

Affidare lo sviluppo della città ad un Piano Strutturale fondato sul principio dell'urbanistica contrattata - come quello voluto in questi anni dal Pd e dalla maggioranza che lo sostiene, con l'aggravante del baratro etico politico in cui è sprofondata la classe dirigente, come emerge dalle inchieste in corso - porta inevitabilmente al prevalere degli interessi dei soggetti forti, finanziari, di casta, rispetto ai bisogni della maggioranza dei cittadini ed in particolare delle fasce più deboli, che non sono mai state chiamate a contrattare alcunchè.

Spiace dover constatare che il risultato positivo dello stop al Piano Strutturale arrivi per via giudiziaria e non a causa di un dibattito politico leale, trasparente ed aperto, soffocato in questi anni da un governo della città arrogante e presuntuoso; un governo della città che emerge in tutta la sua miseria nei documenti prodotti dalla magistratura che rappresentano un modo di fare politica eticamente insostenibile, al di là di quello che sarà l'esito del procedimento giudiziario».
"E’ da tempo che andiamo dicendo che la politica urbanistica del Comune di Firenze si è mossa fuori da ogni pianificazione seria -si afferma in un documento dell'Unione Democratici Cristiani di Firenze- all’insegna della massima cementificazione per realizzare introiti dagli oneri di urbanizzazione.

Adesso emerge che oltre a questa assenza di criteri si aggiungono spinte clientelari che emergono dalle intercettazioni e che hanno indotto l’Assessore Biagi a rassegnare le dimissioni. Quando in un amministrazione crolla la politica urbanistica non è solo la crisi di un comparto ma di tutta la gestione. Adesso logica vorrebbe che anche il Sindaco e la sua giunta ne traessero coerentemente le conseguenze. La Giunta comunale di Firenze è al capolinea e sarebbe politicamente corretto che ne prendesse atto, almeno questo deve ai suoi elettori, per non scivolare nell’accanimento terapeutico".
«Ricordato per l'ennesima volta il ruolo costituzionale della magistratura e degli ambiti di autonomia che le sono stati affidati -afferma Giovanni Varrasi capogruppo dei Verdi- a noi consiglieri comunali tocca la responsabilità di occuparci con lealtà, passione e integrità morale dell'ambito amministrativo e politico della città di Firenze.

Dunque, al di là dei riscontri penali che la magistratura fiorentina accerterà, non possiamo esimerci dal fornire un nostro commento alla serie di colloqui telefonici riportati dalla stampa cittadina. Ne emerge un quadro sconsolante, che riguarda personalità importanti della giunta comunale, appartenenti al Partito Democratico. Il Pd è l'architrave del sistema democratico e rappresentativo della città di Firenze, per la sua storia, per la qualità di molti suoi esponenti, per il grande consenso elettorale che ha raccolto fino alle ultime elezioni.

Dopo la esperienza negativa a livello elettorale della Sinistra Arcobaleno il nostro convincimento politico è che gli ambientalisti e la sinistra debbano confrontarsi con il Partito Democratico per produrre politiche volte al bene comune. Anche dopo i recenti scandali cittadini, la nostra linea resta la stessa, accentuando, a voce alta e limpida, il giudizio negativo di quella parte del sistema collegato al Pd che ha a che fare con le clientele, con l'inefficienza, con la mancanza di cultura, con la miopia politica.

A differenza di forze politiche che anche oggi in Consiglio comunale vogliono produrre fuochi di artificio mediatici, e che confonderanno ulteriormente i cittadini, inducendo un ulteriore potenziamento della repulsione verso la politica tout-court, i Verdi resteranno in aula portando avanti le seguenti posizioni: siamo disponibili a discutere fino alla fine del mandato il Piano Strutturale per consegnare una riflessione matura al nuovo Sindaco e alla prossima Giunta. Punti fondamentali restano la difesa integrale del Parco di Castello e il cambiamento radicale degli accordi fra Amministrazione comunale e Ferrovie delle Stato per quanto riguarda la colata di cemento che si preannuncia nella zona di Campo di Marte.

Vorremmo migliorare il Piano Strutturale anche per quanto concerne le aree dismesse, che non devono necessariamente divenire aree edificabili, incrementando d'altra parte l'impegno per case a basso costo, in affitto, soprattutto per giovani coppie e persone meno abbienti. Siamo convinti che un ennesimo indebolimento della Giunta porterebbe alla sua definitiva dissoluzione e, con il commissariamento, la possibilità che alcune decisioni importanti vengano prese fuori dal Consiglio comunale, ancor più di quanto le intercettazioni telefoniche della Magistratura ci abbia fatto capire.

- chiederemo al Partito Democratico di non scegliere la linea della difesa a tutti i costi del sistema, ma costruire, pur in questo momento di grande difficoltà, le condizioni per un rinnovamento morale e politico di parte dei gruppi dirigenti, associando il Pd a uomini e forze politiche di ordinaria moralità e rettitudine. La trasformazione di Firenze in un 'sistema di potere incancrenito', polticamente parlando, è sotto gli occhi di tutti. Esiste una parte del popolo e del ceto medio che non è né subordinata, né coinvolta in favori, finte carriere professionali, rendite di posizione, appartenenze affaristiche, né è troppo schifata e arrabbiata per allontanarsi sdegnata da tutta la politica e dalla democrazia.

I Verdi di Firenze e noi personalmente intendiamo amplificare la loro voce e portarla nella politica cittadina e nel Consiglio comunale liberamente eletto».

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