Rifiuti: visita a Peccioli in vista della probabile emergenza a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 giugno 2008 23:42
Rifiuti: visita a Peccioli in vista della probabile emergenza a Firenze

Peccioli (Pisa)– La discarica-modello di Peccioli, lezione per l’Italia e risposta efficace alle difficoltà della Toscana. Una struttura efficiente che proietta l’azione verso il futuro, mentre si rende disponibile ad accogliere più rifiuti dall’area Firenze. Fra tre mesi partirà la sperimentazione del dissociatore molecolare, che andrà avanti per sei mesi e se produrrà gli esiti attesi, permetterà di completare il ciclo del recupero dei rifiuti. È quanto è emerso nell’incontro che la commissione Ambiente e territorio, presieduta da Erasmo D’Angelis (Pd), e la commissione speciale Rifiuti del Consiglio regionale, presieduta da Paolo Marcheschi (Fi-Pdl) hanno tenuto oggi, venerdì 6 giugno, alla discarica di Peccioli.

Presenti, per la commissione Ambiente, anche il segretario Luca Paolo Titoni (Udc), Lucia Franchini (Pd), Bruna Giovannini (Sinistra democratica), che fa parte anche della commissione speciale Rifiuti, e con loro, il consigliere regionale Piero Pizzi (Fi-Pdl).
È stato Renzo Macelloni, presidente della società Belvedere, già primo citadino di Peccioli, ad illustrare, insieme con l’attuale sindaco, Silvano Crecchi, lo stato della discarica, che con il livello di smaltimento attuale ha davanti altri dieci anni di vita; e a presentare il progetto del primo dissociatore molecolare in Italia, “per il quale abbiamo già definito i tempi della sperimentazione: partirà tra tre mesi e andrà avanti per sei mesi”.

Le qualità della discarica, già note e ampiamente riconosciute, un modello a livello nazionale e oltre, hanno portato a toccare i temi di attualità: “Non diciamo no all’eventualità di ricevere più rifiuti dall’area di Firenze: per farlo, però, sono indispensabili patti chiari e tempi certi. Bisogna mettersi ad un tavolo e definire con precisione tutti gli aspetti, criteri e quantità, per poter impostare un piano industriale serio”. E conferma: “Da Napoli non è arrivato niente qui”.

Quello che Macelloni chiede alla Regione è, prima di tutto, sostegno e fiducia: “Fateci sperimentare. Abbiamo bisogno di una situazione che ci permetta di investire tranquillamente nella sperimentazione, per il bene dell’azienda, che funziona, e per il bene collettivo”.
Funziona l’azienda e funziona il “sistema Peccioli”, spiega ancora Macelloni e glielo riconoscono i consiglieri regionali presenti. “Ha dimostrato che è possibile trasformare i rifiuti in risorsa, in piena sicurezza ambientale e sa guardare al futuro – dice Erasmo D’Angelis −.

Peccioli è una lezione per l’Italia, di fronte all’emergenza nazionale, alle imagini devastanti che ci arrivano dalla Campania, e anche di fronte ai ritardi del nostro sistema di smaltimento regionale”. La Toscana, aggiunge, non può che sostenere e incentivare questa esperienza, e, nel suo complesso, deve agire su quattro leve: “Riduzione dei rifiuti, aumento della raccolta differenziata, apertura del mercato del riuso, realizzazione dei termovalorizzatori”.
Parere concorde sul livello di eccellenza della discarica, esprime Paolo Marcheschi: “È un esempio di come le discariche, da minaccia, possono diventare risorsa: qui lo smaltimento dei rifiuti produce ricchezza per il Comune, per i cittadini azionisti e per quelli che non hanno sottoscritto azioni, sotto forma di infrastrutture, servizi e tariffe più basse.

È in grado di dare risposte alle difficoltà regionali e programma il futuro con la sperimentazione di nuove forme di smaltimento. Potrà essere di grande aiuto in vista di una sempre più probabile emergenza, in attesa che i necessari impianti di termovalorizzazione, sui quali siamo fortemente in ritardo, vengano realizzati”. Sul modello Peccioli, come contraddizione possibile alla filosofia che vede la discarica come forma di smaltimento da superare e sui termovalirizzatori, la consigliera Giovannini ha aperto un confronto con Macelloni.

(s.bar)

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