Sport: 6 toscani su 10 lo praticano tre volte alla settimana
Le donne molto più individualiste rispetto agli uomini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 aprile 2008 14:54
Sport: 6 toscani su 10 lo praticano tre volte alla settimana<BR>Le donne molto più individualiste rispetto agli uomini

La maggior parte degli sportivi toscani (61%) svolge l'attività due o tre volte alla settimana, il 12% più spesso e il rimanente 27% meno regolarmente, ossia una volta alla settimana o meno. La media complessiva è 2,3 giorni alla settimana.
Sono i risultati più importanti dell'indagine condotta dal Comitato regionale Toscano della Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti) su un campione di mille sportivi tesserati Uisp. La ricerca è una vera e propria novità rappresentata dal fatto che per la prima volta una grande associazione realizza un'indagine attraverso i propri soci sugli aspetti valoriali che questi ritengono prioritari.
Numerosi i dati emersi.

Gli sport più diffusi in Toscana sono il calcio a 11 e il calcio a 5 (21%), seguiti dalla ginnastica (16%) e il nuoto (14%). Risulta piuttosto popolare anche la pallavolo ma assumono un peso importante anche le attività rivolte specificatamente agli anziani. Complessivamente vi è una preponderanza degli sport individuali e di quelli praticati al chiuso. Tuttavia le preferenze variano in maniera marcata a seconda del genere: gli uomini optano in gran parte per le discipline di squadra (65%), mentre tra le donne sono quelle individuali ad essere nettamente più diffuse (83%).

Ancora, la maggioranza degli uomini svolge l'attività all'aperto (63%), il che vale soltanto per una porzione esigua (12%) del campione delle donne. Tra i due sessi risultano diversi anche i passaggi tra le diverse classi d'età. Gli uomini praticano sport di squadra massicciamente fino ai 44 anni, per poi passare gradualmente a quelli individuali. Tra le ragazze più giovani (15-17 anni) prevalgono gli sport di squadra, ma dopo i 18 anni gran parte già si converte alle discipline singole, le quali raggiungono il 90% delle praticanti dopo i 35 anni.

Coloro che praticano le discipline del benessere (yoga, fitness ecc.) sono soprattutto donne (molte casalinghe), tra i 35 e i 64 anni di estrazione sociale leggermente sopra la media. Pochi hanno cambiato disciplina nel corso della loro esperienza sportiva, esattamente il 18%. I passaggi più frequenti risultano essere dal nuoto alla pallavolo, ginnastica o danza, oppure dal calcio al ciclismo. Tra chi ha cambiato sport, lo ha fatto in misura maggiore per passare a discipline di squadra svolte indoor o a discipline del benessere.

Il segmento degli intervistati con un livello scolare più elevato presenta delle caratteristiche peculiari. I laureati prediligono soprattutto sport individuali svolti all'aperto, si cimentano meno a livello agonistico e tendono a variare maggiormente le discipline praticate. Registrano infatti una quota maggiore di passaggi da altri sport a quello attuale. I soggetti di età media intendono il benessere e la bellezza fisica come il principale scopo dell'attività sportiva, meno di tutti invece i minorenni.

Curiosamente questa visione è più vicina agli uomini che alle donne, non perché esse siano più contrarie, ma semplicemente meno convinte. Per il 77% degli intervistati fare sport significa innanzitutto mettere alla prova i propri limiti. Per l'80% fare sport con regolarità ha un influsso benefico sulla vita sessuale. Per l'88% fare sport è un modo per immergersi nella natura.
"Un obiettivo tutt'altro che secondario della ricerca – ha spiegato Verter Tursi, presidente Uisp Toscana - è quello della partecipazione.

Dall'inchiesta condotta dalla Uisp Toscana verranno estrapolate tematiche forti sulle quali si inizierà una consultazione di tutto il corpo associativo (dagli atleti ai dirigenti, dai soci ai presidenti) per progettare insieme e in modo partecipato la Uisp che verrà. In altre parole, grazie alla ricerca condotta si tenterà di capire i punti deboli dell'associazione al fine di intervenire su questi con l'intento di migliorare la situazione soprattutto dal punto di vista della partecipazione degli affiliati e non solo".

"Questa ricerca – conclude Tursi – è di estrema importanza perché per la prima volta viene condotto un vero e proprio monitoraggio di quello che gli sportivi pensano dell'attività sportiva e delle motivazioni per cui la praticano".

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