Servizio idrico: modificata la legge, ma respinta l’abolizione dei consorzi di bonifica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 febbraio 2008 14:32
Servizio idrico: modificata la legge, ma respinta l’abolizione dei consorzi di bonifica

Firenze– Con 33 voti a favore e 4 voti di astensione il Consiglio regionale ha approvato le modifiche alla legge sul servizio idrico. La legge di modifica stabilisce il trasferimento alle Province delle competenze amministrative sugli invasi idrici, mentre, per quanto riguarda le isole, prevede che i Comuni trasferiscano ai gestori del servizio idrico integrato gli impianti di dissalazione. Il provvedimento è stato illustrato in Aula dal presidente della commissione Terrotorio e Ambiente, Erasmo D’Angelis.

Il consigliere Roberto Benedetti è intervenuto in dichiarazione di voto per annunciare l’astensione del suo gruppo.
Firenze – Non è passata in Consiglio regionale la proposta di legge sull’abolizione dei consorzi di bonifica. Il testo, di iniziativa consiliare, presentato dai gruppi di centro-destra, voleva intervenire attribuendo alle Province le funzioni che la legge regionale sulle attività di bonifica (n.34 del 1994) aveva attribuito ai consorzi. Con la legge si voleva abolire il contributo consortile, affidando alla Regione il compito di finanziare le Province per le spese necessarie a garantire lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione delle produzioni agricole, la difesa del suolo, la regimazione delle acque e la tutela dell’ambiente.

Hanno votato contro tutti i gruppi di maggioranza, mentre erano favorevoli i gruppi del centro-destra; i votanti sono stati 43, 33 i contrari, 10 i favorevoli. Il Consiglio regionale ha però approvato un ordine del giorno (primo firmatario Pier Paolo Tognocchi) che “impegna la Giunta e il Consiglio a realizzare entro 90 giorni una valutazione sul processo di riorganizzazione della bonifica in Toscana alla luce delle previsioni contenute nella legge finanziaria 2008, e a relazionarne al Consiglio per l’adozione delle decisioni in merito”.

Sull’ordine del giorno, la maggioranza ha votato a favore, il centro-destra si è astenuto. Respinto infine un altro ordine del giorno, presentato in Aula da Marco Carraresi, che impegnava la Giunta, d’intesa col Consiglio, a presentare una proposta di legge di complessiva riorganizzazione del settore entro il 30 aprile 2008; hanno votato contro i gruppi di maggioranza, a favore il centro-destra, astenuto il Ps. Secondo Maurizio Dinelli la proposta di legge faceva un passo in avanti, individuando nella Giunta regionale il soggetto titolare della funzione di controllo e vigilanza e specificando le funzioni delle Province, che avrebbero dovuto formulare il piano generale di bonifica, provvedendo alla progettazione di opere pubbliche di bonifica e alla loro gestione.

Dinelli ha sottolineato la necessità di abolire il contributo consortile, diventato una vera e propria imposta che pesa sui cittadini. Virgilio Luvisotti ha evidenziato il percorso anomalo della pdl, arrivata in Aula senza un confronto né un dibattito preliminare anche esterno con la confederazione edilizia o agricola. Il consigliere si è detto favorevole all’abolizione dei consorzi e al passaggio alle province perché questo consentirebbe un notevole risparmio. Giancarlo Tei, dichiarando il suo voto contrario, ha evidenziato la necessità di procedere ad un riordino dei consorzi e non alla loro eliminazione come si chiede nella legge.

Il consigliere ha parlato della necessità di una maggiore trasparenza per i cittadini e per i piani di bonifica delle opere. Piero Pizzi ha sottolineato come in Toscana i consorzi siano gli unici enti che hanno una quasi esatta corrispondenza tra amministratori e dipendenti (circa 345); come il consorzio dovrebbe essere un ente esattore che realizza e mantiene le opere idrauliche, invece spesso diventa soggetto appaltante; come le indennità per amministratori (tra i 1200 euro lordi di indennità mensile fino ai 5400), deputati (gettone da 60 a 142 euro) e consiglieri (gettone da 55 a 130 euro) siano spesso poco comprensibili.
Anche Marco Carraresi ha parlato in cifre: 13 consorzi di bonifica in Toscana con 345 dipendenti (di cui 69 laureati) e 13 comunità montane che svolgono funzioni di bonifica; circa 37 milioni di euro le entrate annuali, costituite principalmente dalla contribuenza dei cittadini e 62 milioni di euro di contributi da Regione ed enti pubblici (nel 2006 le spese di manutenzione ed esecuzione delle opere sono state circa 70 milioni di euro).

Pier Paolo Tognocchi ha sottolineato come vi sia forte volontà di intervenire in materia ma mantenendo le funzioni di bonifica. Secondo il consigliere la legge manca di alcune precisazioni, ad esempio non spiega come con il trasferimento alle Province si mantengano i bacini idrografici per la tutela ambientale e come, togliendo l’onere ai cittadini, si finanzi l’attività di bonifica. La legge segnala un costo di 500 mila euro per la Regione; Tognocchi si è detto favorevole al taglio dei costi ma con il mantenimento dei servizio.

Secondo Fabio Roggiolani il rischio che corre la proposta di legge è quello di danneggiare il settore agricolo, mentre una vera riforma dovrebbe mantenere la funzione di bonifica come attività autonoma e allo stesso tempo evitare le storture, anche di tipo contributivo, senza però spostare la tassa sulla fiscalità generale. Per Roggiolani, inoltre, nonostante gli appesantimenti burocratici i consorzi svolgono un ruolo fondamentale per la manutenzione del reticolo idrico, e contengono competenze da valorizzare.

Marco Remaschi ha ricordato l’ampio lavoro svolto dalla commissione Agricoltura su questo tema, con la raccolta e l’analisi di dati sulle attività e i costi dei consorzi. Per Remaschi, una riforma è necessaria ma deve partire dal riconoscimento del fatto che il ruolo dei consorzi, per un territorio così fragile come quello della Toscana, rimane fondamentale. Secondo Remaschi inoltre il problema più grave in questa fase riguarda la comunicazione ai cittadini, che devono sapere quali sono le ricadute dei loro contributi in termini di interventi.

Roberto Benedetti ha sottolineato che, al di là delle posizioni politiche, la presentazione e la discussione in Aula della proposta di legge ha avuto il merito di aprire una discussione seria su questo argomento. Per Benedetti il problema della bonifica esiste ed è percepito in modo critico dai cittadini toscani. Il consigliere ha chiuso il suo intervento rinnovando la disponibilità ad un confronto che possa portare a dare risposte utili al territorio. L’assessore alla difesa del suolo ha concluso il dibattito dando atto del lavoro approfondito svolto dai presentatori della proposta di legge ma sottolineando anche che nel merito il testo creerebbe problemi; in primo luogo, infatti, lo spostamento dei contributi sulla fiscalità generale finirebbe per penalizzare chi non è beneficiato dalle attività di bonifica, ed inoltre i confini provinciali, avendo natura amministrativa, raramente coincidono con i confini idrografici e questo creerebbe complicazioni.

L’assessore ha precisato che da qualche mese la Giunta sta lavorando ad una nuova ipotesi di riforma. In chiusura, sono intervenuti Pier Paolo Tognocchi per presentare il suo ordine del giorno e, per dichiarazione di voto, Marco Carraresi, Fabrizio Mattei, Monica Sgherri, Marcella Amadio.

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