Cultura: quando il museo lo tengono aperto i volontari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2008 14:46
Cultura: quando il museo lo tengono aperto i volontari

di Mauro Banchini
Firenze Se a Chitignano di Arezzo non ci fossero i volontari, l’ecomuseo del contrabbando dovrebbe chiudere i battenti. Ma soffrirebbe anche il museo del carbonaio a Baggio di Pistoia, per non parlare di un santuario che a Poggibonsi raccoglie ex voto. Se a Pontremoli se non ci fosse quel gruppo di volontari che da una decina d’anni tiene aperte quelle due sale, sarebbe impossibile andare al cinema. In Maremma si parla addirittura del “caso Sarteano”: uno dei più straordinari ritrovamenti in campo etruscologico degli ultimi decenni (la “Tomba della Quadriga Infernale”) è avvenuto – l’11 ottobre di cinque anni fa – solo grazie ai volontari del “Gruppo Archeologico Etruria”.

E sono solo alcuni fra gli esempi possibili.
Dei rapporti tra volontariato e musei si parla a Prato, in occasione della giornata del volontariato culturale, venerdì 18 gennaio 2008 su input di Regione Toscana, Fondazione Museo del Tessuto, Cesvot e associazione pratese “Amici dei Musei”.
Secondo i dati Cesvot, in tutta Italia sono più di centomila i volontari per l’arte e operano in oltre 1.600 associazioni. Dalla banca dati Cesvot, per quanto riguarda la Toscana, risultano almeno 182 le associazioni che tutelano e promuovono archivi, musei, chiese, monumenti e beni archeologici.

Sono particolarmente attivi, in Toscana, i volontari nei gruppi archeologici in Auser, Legambiente, Amici dei musei. Firenze conta 42 gruppi, seguono Pisa (22) e Lucca (19), Pistoia (17) e Arezzo (15), Empoli (14). 11 i gruppi nelle province di Grosseto, Massa-Carrara, Livorno, Siena. 9 a Prato.
«Non è certo un caso che la scelta sia caduta su Prato – sottolinea l’assessore regionale Paolo Cocchi – e su un museo, quello del Tessuto, la cui apertura domenicale è garantita proprio da un gruppo di volontariato.

Il coinvolgimento dei volontari viene infatti sempre più avvertito, in molte istituzioni museali, come valore strategico per la crescita se non addirittura per la loro sopravvivenza».
Introdotto dai saluti di tre assessori alla cultura (Paola Giugni per la Provincia, Andrea Mazzoni per il Comune e lo stesso Paolo Cocchi per la Regione) il convegno ha carattere internazionale e prevede due distinte sezioni di lavoro. Nella prima vengono presentati casi di tre musei europei: Manchester, Lubiana, Karlsruhe.

Nel pomeriggio i riflettori sono puntati sull’Italia: vengono presentate le conclusioni della terza conferenza nazionale dei musei (interamente dedicata al tema del volontariato culturale, si svolse a Verona nel novembre scorso) e vengono illustrati i casi di musei a Venezia, Padova, Sartiano e Casentino. Conclusioni affidate a un concerto di canti popolari toscani con “Il nuovo quartetto vocale fiorentino”.
Il Museo del Tessuto di Prato – sottolinea il direttore Filippo Guarini – ha aderito a un progetto europeo in partenariato con otto musei di Lubiana (capoprogetto), Bologna (due musei cittadini), Roma, Graz, Manchester, Bristol.

Per due anni (la conferenza finale è prevista a Prato nell’ottobre 2009) saranno promosse indagini a livello europeo su consistenza e caratteristiche del volontariato nei beni culturali. La giornata, inizialmente prevista nella sede del Tessuto del Museo di Prato, viene ospitata in Palazzo Novellucci, sede della Provincia di Prato (via Cairoli 25) con inizio alle 9:30 e conclusioni alle 17:30.

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