Arte: si conclude la mostra su Morandi e gli sviluppi della natura morta in Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2008 14:17
Arte: si conclude la mostra su Morandi e gli sviluppi della natura morta in Italia

Ultimi giorni, alla Fondazione Ragghianti di Lucca, per visitare l’Alibi dell’oggetto. Morandi e gli sviluppi della natura morta in Italia. La mostra, curata da Marilena Pasquali, sarà infatti aperta al pubblico, presso il complesso di San Micheletto, sino a domenica 20 gennaio 2008.
Realizzata in collaborazione con il Centro Studi Giorgio Morandi di Bologna, l’esposizione ha ampiamente superato, in due mesi esatti dall’inaugurazione, i cinquemila visitatori, un pubblico proveniente da tutta Italia.

Ottima è stata anche la risposta da parte delle scuole che hanno usufruito delle visite guidate organizzate appositamente per loro.
L’alibi dell’oggetto. Morandi e gli sviluppi della natura morta in Italia indaga attraverso 120 opere dei maggiori artisti italiani, dagli anni Cinquanta ad oggi, “la via italiana alla natura morta”. Questa riflessione storico-critica non può che partire dall’opera di Giorgio Morandi, per arrivare poi ad esiti anche molto diversificati e persino inattesi.

L’esposizione, secondo una linea che la curatrice segue da tempo, analizza il rapporto tra la realtà e la sua rappresentazione nell’opera d’arte, sul tema appunto della cosidetta ‘natura morta’ intendendo con ciò non tanto un genere pittorico che a volte, in altri tempi e in altri luoghi, si è trasformato in puro oggetto di arredamento, ma piuttosto un modo privilegiato per approfondire lo studio dell’interrelazione tra le forme e quindi l’equilibrio e la misura della composizione.

La natura morta ha infatti vissuto nel XX secolo una nuova stagione di interesse e di sviluppo ed è per questo che oggi se ne torna a parlare, trovandovi giustificazione artistica – prima ancora che estetica, - in un clima culturale diversissimo, anche solo da quello di cinquant’anni fa. Anche i giovanissimi, quelli che si avvalgono di strumenti e tecniche pittoriche legate alla più assoluta contemporaneità, non sfuggono al fascino dell’oggetto ed accettano la sua sfida semantica ed espressiva.

Il percorso della mostra è articolato in stanze, una sorta di mappa della natura morta italiana contemporanea che accosta un’artista all’altro secondo un andamento sincronico e musicale. Il cuore della mostra è costituito da 33 opere dell’artista bolognese, tutte scelte fra quelle degli anni Cinquanta e Sessanta per aprire la strada poi alle ricerche più recenti.

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