Sanità: secondo l’assessore Rossi “Procedure e tempi congrui a Pistoia”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 dicembre 2007 15:30
Sanità: secondo l’assessore Rossi “Procedure e tempi congrui a Pistoia”

Firenze– “I fatti, secondo quanto ha accertato la commissione sanitaria da me incaricata degli accertamenti presso l’Opsedale di Pistoia per chiarire la vicenda della morte del piccolo Federico, non consentono di rilevare carenze o sottovalutazioni o ritardi degli operatori sanitari dell’ospedale”. Lo ha detto l’assessore per il Diritto alla salute, Enrico Rossi, davanti alla commissione Sanità, convocata per esaminare la vicenda del bambino morto dopo un intervento alle tonsille. “Una seduta di audizione – ha precisato il presidente della Commissione, Fabio Roggiolani, - e non una seduta d’inchiesta”.
La commissione sanitaria d’inchiesta, ha ricordato Rossi, ha raggiunto l’ospedale di Pistoia alle 9,30 del 13 dicembre, ha parlato con tutti gli operatori coinvolti nella vicenda (infermieri, pediatri, rianimatori ed i responsabili delle unità operative di otorinolaringoiatria e pediatria) e ha eseguito i riscontri sul registro della sala operatoria e sui tabulati telefonici.

Un lavoro che non ha portato alla luce alcuna anomalia anche se “nulla esclude – ha specificato Rossi – che in futuro possano accertarsi responsabilità specifiche o che le risultanze dell’inchiesta della magistratura possano evidenziare altre responsabilità”. Secondo quanto ha riferito l’assessore, le dichiarazioni del personale ospedaliero sono tutte coincidenti “il che non è scontato nei momenti immediatamente successivi ad un evento come questo di cui stiamo parlando”.
Sulla base del rapporto stilato dalla commissione sanitaria d’inchiesta, composta da Riccardo Tartaglia, responsabile del Centro Gestione del Rischio Clinico della Regione Toscana, Gian Franco Gensini direttore Dipartimento Cuore e vasi AOU di Careggi e Cesare Ponticelli, direttore UO Otorinolaringoiatria dell'Azienda Sanitaria di Prato, il piccolo Federico è stato ricoverato il 12 dicembre alle ore 7,30 per un intervento di adenotonsillectomia e nella fase preoperatoria non sono risultate “patologie degne di nota”.

Federico è stato operato alle ore 8,40 mediante bisturi ad ultrasuoni e “dal registro di sala operatoria risulta senza alcun problema e si conclude senza complicazioni in circa 20 minuti”. In serata viene prescritto un analgesico per controllare il dolore e la nottata passa tranquilla.
Giovedì 13 dicembre Federico viene sottoposto a visita otorino per le dimissioni. Il bambino presenta una temperatura di 37,5 “e viene quindi deciso di trattenerlo ulteriormente in osservazione”. Nel pomeriggio la febbre aumenta a 39 gradi.

Viene somministrato un analgesico e un antibiotico, mentre una seconda visita otorino, intorno alle 17,45, secondo il curante di turno, non evidenzia “alterazioni degne di nota”. Alle 21 l’infermiera trova il bambino tranquillo e senza dolore e lascia una seconda dose di analgesico ai genitori chiedendo di somministrarla prima che si addormenti.
Venerdì 14 dicembre, ha proseguito l’assessore Rossi sempre citando la ricostruzione fatta dalla commissione sanitaria d’inchiesta, alle 0,20 l’infermiera è allertata dal campanello e dalle urla della madre.

Il bambino è ricoperto di sangue, respira affannosamente e vomita. “Vengono subito avvisati la pediatra e gli anestesisti del Pronto soccorso”. La pediatra arriva in reparto entro le o,30, un attimo prima degli anestesisti “che arrivano contestualmente alla seconda chiamata al cellulare, che secondo tabulato Telecom è effettuata alle ore 0,27”. L’otorino reperibile è avvisato alle 0,32. Le anestesiste trovano Federico privo di conoscenza, assenza di polso, di attività respiratoria e di riflessi e “procedono immeditamente ad aspirazione faringea, ad intubazione oro-tracheale e terapia secondo protocollo di emergenza”.

Alle ore 0,51 arriva l’otorino e, continuando le manovre rianimatorie, viene attivato il trasferimento in sala operatoria. Alle ore 1,00 la cardiologa effettua un ecocardiogramma che dimostra l’assenza di attività meccanica cardiaca. Alle ore 2,00 si sospendono le manovre rianimatorie e l’infusione di farmaci e alle 2,05 viene dichiarato il decesso. “La causa – dice Rossi – sembra dovuta ad un’emerrogia devastante di orgine arteriosa. Ma su questo aspettiamo le risultanze dell’autopsia”.
L’assessore Rossi ha ricordato che il lavoro della commissione prosegue “anche in relazione con l’attività di valutazione avviata dal ministero della Salute, che avevo prontamento avvertito appena informato dei fatti accaduti a Pistoia”.

Secondo Rossi, “per quanto ho letto nella relazione della commissione, procedure, comportamenti e organizzazione della struttura sanitaria hanno funzionato in modo congruo” e ha aggiunto che l’Associazione degli otorino laringologi, in un quaderno monografico di aggiornamento sulla tonsillectomia, rileva che “Nonostante gli indubbi progressi di tecnica chirurgica e l’introduzione nella ‘routine’ operatoria dell’anestesia generale con intubazione, la tonsillectomia resta un intervento di tutto rispetto nel quale il rischio di complicanze anche mortali (…) è sempre presente”.
Fin qui, le risultanze dell’indagine della commissione sanitaria regionale e la letteratura medica.

“Credo – ha aggiunto poi l’assessore Rossi – che noi abbiamo seguito il nostro stile, quello della massima trasparenza. Voglio dire che come nel caso dei trampianti dicemmo che c’era stato un errore, oggi, in relazione a questa vicenda, ci sembra corretto dire che allo stato non risultano incongruità da rilevare”. Rossi ha aggiunto di “aver trovato la totale disponibilità degli operatori a sottoporsi ad ogni tipo di verifica sul loro operato”. Rossi ha chiuso dicendo che “il dolore dei genitori di Federico è incolmabile e va rispettato, così come va rispettato il dolore degli operatori, che ho trovato piangenti per quanto è accaduto”.

Dopo la relazione dell’assessore Enrico Rossi è intervenuto il consigliere Marco Cellai (An) per chiedere notizie sulla congruità dei tempi di intervento, se sia stata giusta la scelta di ricoverare il bambino in pediatria anziché nel reparto di otorino, se ci sia stata confusione nel momento dell’intervento, se è vero che la pediatra, quando è stata allertata, si trovava in sala parto. La vicepresidente della commissione Sanità, Anna Maria Celesti (FI), ha anche lei chiesto se sia vera la notizia della pediatra che si trovava in sala parto, “perché il reparto di pediatria è lontano dalla sala parto” e se non sia il caso “sulla base di questa vicenda di valutare, per quanto attiene la chirurgia pediatrica, la necessità di riscrivere le modalità di programmazione e di organizzazione delle strutture e del personale”.

Il presidente della commissione Sanità, Fabio Roggiolani, ha chiesto di conoscere le cause effettive della morte del bambino e di sapere se il reparto era dotato dei mezzi tecnici per intervenire.
L’assessore Rossi ha ribadito la conguità dei tempi di intervento, così come risultante dalla relazione della commissione sanitaria regionale, e ha ricordato che, sulla base di quanto stabilito dal Consiglio sanitario regionale, che ha recepito un’indicazione dell’Organizzazione mondiale della sanità, “è opportuno ricoverare i bambini in reparti appropriati”.

Rispetto ai presunti ritardi della pediatra, Rossi ha ricordato la conguità dei tempi e ha aggiunto: “Emerge però un punto: il nuovo ospedale serve, perché lì le distanze massime tra un reparto e un altro sarebbero di 130 metri e quindi i tempi, pur congrui e appropriati, risulterebbero inferiori. Come vedete non si scherza quando si dice che bisogna fare ospedali moderni”. “Un bambino che muore dopo essere operato di tonsille e adenoidi è sicuramente una fatalità che non può essere strumentalizzata.

Ma questa drammatica vicenda deve indurre la Politica, a cui spetta a livello regionale, la responsabilità della programmazione, indirizzo, controllo della sanità e, a livello locale attraverso le ASL, quella della gestione, ad interrogarsi sulla necessità di rivisitare ed eventualmente modificare e rendere più flessibili i protocolli organizzativi e strutturali adottati fino ad ora, così come è stato fatto nella vicenda dei trapianti infetti.”
È la riflessione che la Consigliera regionale di Forza Italia e Vicepresidente della Commissione sanità Annamaria Celesti dopo l’audizione in IV° Commissione dell’Assessore regionale Rossi sui tragici eventi di Pistoia.
“Indipendentemente dalle responsabilità individuali che dovranno essere eventualmente accertate nelle sedi preposte – incalza Celesti – è quantomai necessario, anche nei confronti della famiglia colpita da questo grave lutto, rivalutare le procedure del percorso assistenziale al fine di garantire, indipendentemente dalla fatalità degli eventi, la sicurezza di ogni paziente ricoverato.”
“Occorre, di fatto, agire con trasparenza e obiettività – conclude Annamaria Celesti – senza sparare nel mucchio, gridando alla masalasanità per ‘lucrare’ attenzione e spazio, chiedendo con forza alla Regione di fare quanto le compete anche se ciò dovesse comportare cambiamenti ai percorsi stabiliti a livello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità come in questo tragico fatto.”

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