Inceneritore: sull'Espresso la denuncia della direttrice dell'Agenzia Regionale di Sanità, ma la scienziata replica: «E’ fuorviante l’equazione diossine=inceneritori»

Redazione Nove da Firenze
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27 novembre 2007 15:24
Inceneritore: sull'<I>Espresso</I> la denuncia della direttrice dell'Agenzia Regionale di Sanità, ma la scienziata replica: «E’ fuorviante l’equazione diossine=inceneritori»

Firenze, 27 novembre 2007- Le diossine, i furani e i policlorobisenili "sono talmente pericolosi che nemmeno gli addetti ai lavori vogliono maneggiarli. Nella nostra regione non ci sono registri per individuare le zone contaminate, né competenze sufficienti per effettuare rilevazioni serie" E' questa la terribile denuncia di Eva Buiatti, epidemiologa e direttrice dell'Agenzia Regionale di Sanità (ARS) della Toscana, pubblicata nel numero dell'Espresso in edicola. L'ARS è l'ente della Regione che svolge attività di studio e ricerca in materia di epidemiologia, appare perciò grave il fatto che la Regione stessa, le Province di Firenze, Prato e Pistoia e i Comuni interessati sottovalutino in maniera sprezzante il pericolo a cui costringono le popolazioni della Piana fiorentina con la costruzione di un nuovo inceneritore produttore esattamente di diossine, di furani e di policlorobisenili.

L'articolo dell'Espresso denuncia, se non fosse ancora chiaro ai nostri amministratori, come la diossina sia definita ufficialmente cancerogena dall'Agenzia Internazionale sui Tumori "perchè esposizioni prolungate anche a bassa intensità (è il caso degli inceneritori di ultima generazione), possono portare infertilità, mortalità prenatale, riduzione della crescita, danni al sistema nervoso centrale, mutazioni e disfunzioni intellettive ". La vicepresidente italiana di Medici per l'Ambiente, l'ematologa Patrizia Gentilini, ricorda che "sulla questione c'è un silenzio assordante, gli interessi economici e industriali sono giganteschi ".

Il professor Vincenzo Pepe, ex presidente del consorzio Rifiuti di Caserta, ricorda come "Le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale lavorano malissimo, le analisi si contano con il contagocce. Il motivo? Sono carrozzoni politici, senza alcuna indipendenza scientifica. Pubblicare dati negativi turberebbe il consenso politico ".
Una precisazione netta rispetto alle presunte dichiarazioni riportate in un articolo sulle diossine uscito sull’ultimo numero dell’Espresso. La dottoressa Eva Buiatti, coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico dell’Ars, l’Agenzia regionale di sanità della Toscana, puntualizza così le sue posizioni: «E’ sostanzialmente impossibile - precisa Buiatti - fare sorveglianza sistematica dei livelli di diossine nei tessuti umani della popolazione (grassi, latte materno), perché le tecniche a disposizione sono estremamente complesse, e i tessuti stessi sono difficili da reperire.

Anche all'estero queste misure si fanno in studi specifici e non sotto forma di sorveglianza sistematica. A questo mi riferivo segnalando che neanche Arpat può fare sistematicamente tali misure. Arpat invece è riconosciuta universalmente come perfettamente competente a controllare le diossine alle emissioni ( e infatti lo fa regolarmente) e anche ad esempio nei terreni. Arpat rappresenta la fonte informativa fondamentale ed affidabile per i dati di sorveglianza su tutti gli inquinanti ambientali di rilievo.

Ars ed Arpat collaborano fattivamente e con reciproca stima negli studi di epidemiologia ambientale in Regione Toscana». «Le diossine – spiega ancora - sono inquinanti ubiquitari in tutto il mondo occidentale, che possono essere emesse ogni volta che si attua una combustione di materiali organici soprattutto se ciò avviene senza efficaci mezzi di abbattimento. E' falso dire che la principale fonte di diossine sono gli inceneritori: anzi quelli più recenti vengono buoni ultimi rispetto a numerose altre fonti di inquinamento fra le quali discariche, attività industriali, combustione all'aperto anche di vegetali, e persino fumo di sigaretta.

E' perciò fuorviante la equazione diossine=inceneritori. Se si abolissero tutti gli inceneritori, lasciando il resto come è, ci si troverebbe con livelli di diossine molto simili a quelli attuali». «Non ho mai detto – dice ancora - che "a livello scientifico non ci si vuole occupare delle diossine perché sono troppo pericolose". Ho invece detto che le informazioni sulla tossicità in relazione alla dose di diossine sono ancora abbastanza incomplete, anche perché si tratta di sostanze poco maneggevoli in laboratorio, e quindi non abbondano gli studi sperimentali sistematici».

«Questo – conclude la dottoressa Buiatti - è quanto di fatto ho detto al giornalista dell'Espresso. Altre interpretazioni o estrapolazioni parziali del testo non corrispondono in alcun modo al mio pensiero».

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