Coltivare il futuro: i risultati finali della conferenza regionale dell'Agricoltura
Dal vicepresidente della commissione Ue secco no agli Ogm

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 dicembre 2006 19:07
Coltivare il futuro: i risultati finali della conferenza regionale dell'Agricoltura<BR>Dal vicepresidente della commissione Ue secco no agli Ogm

Firenze, 15 dicembre 2006- Nasce la consulta agroalimentare, come strumento di confronto del comparto agricolo e agrindustriale. Prende ufficialmente il via la dichiarazione unica aziendale, come strumento capace di semplificare tutte le procedure burocratiche e dimezzare i tempi di risposta. Si apre una fase di forte incentivazione alle politiche di aggregazione dei prodotti e delle filiere produttive per affrontare in maniera più efficiente la sfida dei mercati internazionali.

Ecco, in estrema sintesi, alcuni dei principali risultati con cui si è chiusa la conferenza regionale dell’agricoltura. E’ stato il presidente della Regione Claudio Martini a completare il percorso della due giorni di lavori: “Il prezioso dialogo che è stato intessuto è servito a riconfermare che il filo conduttore della nostra agricoltura è rappresentato dalla scelta della qualità, della tutela della biodiversità e dalla tipicità, intesa come ricerca costante di un legame col territorio.

Allo stesso tempo, però sono stati messi a fuoco, e condivisi, i principali obiettivi da perseguire sin dai prossimi mesi a sostegno della competitività del settore: dalla conferenza è partita una spinta verso una modernizzazione, da attuarsi sia alleggerendo grazie all’informatica il peso della burocrazia, sia investendo su ambiti innovativi e promettenti come quello delle cosiddette colture ‘no food’, sia sostenendo con forza tutte quelle sinergie capaci di coordinare e rafforzare l’offerta di un settore dominato da aziende piccole e piccolissime, per renderla più visibile e competitiva.

Questi due giorni, infine, ci consegnano un comparto sempre più deciso a uscire dal guscio e ad aprirsi all’intera società toscana. L’agricoltura è crocevia di tanti comparti, dal turismo all’ambiente, dalla salute al governo del territorio e perciò deve aprirsi agli altri comparti ma anche chiedere a tutte le politiche (economia, ambiente, turismo, formazione) di inglobare l’agricoltura e di valorizzarne le potenzialità”. Nel merito dei principali risultati con cui si è chiusa la conferenza è poi entrata l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni.

“La spinta in avanti che avevo chiesto in apertura dei lavori si è tradotta in una straordinaria ricchezza di spunti, di idee, di proposte, molte condivise, e in un dialogo cui hanno partecipato costruttivamente le oltre 2mila persone che hanno partecipato alla conferenza. La consulta agroalimentare è uno dei frutti più importanti di questo percorso. Si tratterà di una sede di confronto dei rappresentanti del comparto agricolo e agroindustriale aperta però a tutti quei settori e assessorati che presentano ambiti interdisciplinari all’agricoltura (governo del territorio, lavoro, sanità, ambiente, energia).

Sarà in questa sede, per esempio, che potremo affrontare questioni come quella delle politiche di filiera, e dell’aggregazione dell’offerta, necessarie a far sì che le nostre produzioni di qualità possano penetrare sempre di più nei canali commerciali interni (penso alla grande distribuzione), sia perché riescano a far breccia in un export che sente fortemente il richiamo del made in tuscany”. Sulla semplificazione delle procedure l’assessore ha ribadito l’avvio della Dua (Dichiarazione unica aziendale) “grazie alla quale – ha detto - una volta all’anno e una soltanto, senza far file, senza dialogare con più enti, senza muoversi da casa, l’agricoltore potrà concentrare tutte le sue richieste di aiuti e, presto, richiedere anche tutte le certificazioni che gli occorrono.

E questo dovrà dare il via a un percorso di informatizzazione capace di coinvolgere in pochi anni, tutto il comparto e tutte le imprese”.

Difesa della qualità, dei prodotti biologici, lotta ad ogni costo contro gli Ogm. “Se ne stanno accorgendo anche le grandi catene della distribuzione. Ma attenzione, perché in questo percorso virtuoso si stanno insinuando i vecchi strateghi, pronti a conquistare una posizione dominante”. E’ questo il consiglio, o meglio, l’avvertimento del vice presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, il tedesco Friedrich zu Baringdorf.

Un’esortazione che arriva da un politico ma anche addetto ai lavori, in quanto titolare di una fattoria in Westfalia.
“Il rapporto diretto con i consumatori è gradualmente svanito negli anni, per far posto ad una produzione di massa condotta dalle grandi aziende. Invece in questo percorso che lega produttori e consumatori senza troppi passaggi intermedi la Toscana ha fatto e sta facendo molto bene. E’ inutile negarlo, nel sud dell’Europa la cultura per il cibo è superiore rispetto al nord.

Prendiamo la ‘mucca pazza’: poteva succedere soltanto in un paese come la Gran Bretagna, dove si è cercato di rendere sempre più economiche le produzioni a scapito della qualità. I consumatori hanno perso fiducia ma allo stesso tempo c’è stato un movimento opposto da parte di tanti produttori che hanno deciso di farsi concorrenza sulla qualità e non sui prezzi. Però attenzione perché in questa strada virtuosa stanno cercando di inserirsi i vecchi strateghi”.
Due i pericoli dai quali mettersi al riparo: gli Ogm e le scelte del Wto.

“Via gli ogm dalle coltivazioni. Nella mia fattoria, dove lavorano cinque dipendenti, non li voglio, non devono inquinare il mio terreno: preferisco la salute, la qualità. E anche il Wto, nelle proprie scelte, non può pregiudicare questa spinta verso la qualità delle produzioni agro-alimentari. Non voglio che la mia scelta verso il biologico venga rovinata. Coltivare il futuro, come recita lo slogan della conferenza, non è possibile senza cultura. Come dicono gli inglesi there’s no culture without agriculture, non c’è cultura senza agricoltura”.



«Il ruolo dell’impresa agricola diffusa sul territorio deve essere il nostro principale punto di riferimento, perché vogliamo una Toscana produttiva che produce valore aggiunto, recupera reddito, assicura sostenibilità, coesione sociale ed economica». Ha introdotto così il suo intervento in occasione della giornata conclusiva della Conferenza Regionale dell’Agricoltura il Presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci.
Tre gli impegni che la Cia Toscana chiede a tutti i soggetti interessati al fine di favorire uno sviluppo del comparto agricolo della regione.

Innanzi tutto quello di sollecitare il Governo ed il Ministro De Castro a svolgere la Conferenza Nazionale sull’Agricoltura. «Tra gli obiettivi primari – ha affermato Pascucci - quello di creare le condizioni per una agricoltura competitiva che faccia perno sulla individuazione di una strategia unitaria nazionale e sulla differenziazione territoriale e produttiva valorizzando e responsabilizzando il ruolo delle Regioni».
Altro impegno sottolineato dalla Cia Toscana quello di coinvolgere maggiormente le Regioni e le forze sociali nelle scelte nazionali.

«Siamo consapevoli tutti – ha sostenuto il Presidente della Cia -che non è sufficiente fare bene, con efficacia e tempestività le cose in Toscana, ma per la loro buona riuscita dobbiamo adoperarci in primo luogo affinché le politiche e le strategie a livello comunitario e nazionale, a partire da quelle relative all’agricoltura ed alle aree rurali vengano assunte tempestivamente, in maniera adeguata e sufficiente attraverso un confronto più incisivo e cooperativo tra Stato e Regioni».
Un ulteriore impegno è stato richiesto dalla Cia Toscana al Presidente della Regione, Claudio Martini, perchè venga istituito un osservatorio sull’agricoltura e promuova una verifica periodica dello stato di sviluppo del settore e si trovino risposte adeguate alle priorità d’intervento emerse dai vari lavori delle sessioni tematiche.

Pascucci ha inoltre ribadito alla Regione la riconferma del ruolo dell’agricoltura quale motore dello sviluppo economico e sociale della Toscana; la conseguente traduzione di tale principio nella definizione delle strategie che saranno individuati dai diversi ambiti di programmazione; la piena attuazione del metodo della programmazione integrata; la promozione dei percorsi di sviluppo locale e della “governance cooperativa” quale coerente sviluppo della pratica della concertazione; la piena attuazione del principio della sussidiarietà, con particolare riferimento al ruolo multifunzionale delle imprese agricole nei territori rurali.
«Il progresso degli strumenti associativi e cooperativi – ha concluso Giordano Pascucci - dipenderà dalla loro capacità di migliorare la loro efficienza gestionale, promuovere la massima partecipazione dei soci, rispondere alla loro originaria funzione di strumenti finalizzati a garantire l’accorciamento delle filiere ed il massimo beneficio economico ai soci.

Progetti così ambiziosi presuppongono anche una forte capacità di rappresentanza, che il mondo agricolo deve riuscire ad esprimere in maniera più incisiva, e non in ordine sparso come avviene negli ultimi anni; per questo proponiamo alle altre organizzazioni professionali, all’associazionismo ed alla cooperazione l’unità di azione e l’avvio di una fase costituente.

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