Oggi udienza del processo ad Achille Totaro per oltraggio a una medaglia d'oro al valor militare per la resistenza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 dicembre 2006 19:24
Oggi udienza del processo ad Achille Totaro per oltraggio a una medaglia d'oro al valor militare per la resistenza

Stamani, nell’aula 3 del Tribunale di Firenze, si è svolta la seconda udienza del processo al sen. di AN Achille Totaro, e ad altri quattro militanti di destra, accusati di aver oltraggiato la memoria di Bruno Fanciullacci, medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza. Totaro in particolare è accusato di aver dato dell’assassino a Fanciullacci, in merito all’esecuzione del filosofo fascista Giovanni Gentile, in occasione del Consiglio Comunale del 10 gennaio 2000 e, successivamente, durante un intervista al quotidiano La Repubblica. Totaro ha giustificato le parole dette in quel Consiglio Comunale, come il frutto di una fase politica estremamente tesa.

E ha affermato: “Scusi signor Presidente la mia ignoranza. Io allora non conoscevo la storia e la fine che aveva fatto Fanciullacci. […] Non conoscevo la storia della Resistenza e, men che meno, le opere di Giovanni Gentile”.
Immediatamente dopo questo tentativo di decontestualizzazione, Totaro conclude il discorso riaffermando quanto detto quasi sette anni fa: “Quelle parole io le riconfermo” ha dichiarato, sottolineando che si trattò di un “omicidio vile”, perché “se una persona di settant’anni che torna a casa viene uccisa, chi l’ha uccisa è un assassino”.
La difesa di Totaro, non potendo negare le parole pronunciate, ha tentato di dimostrare che quello di Gentile fu effettivamente l’omicidio di un civile.

A questo fine ha chiamato a testimoniare Giovanni Gentile, nipote del filosofo suo omonimo.
L’avvocato Pier Matteo Lucibello, difensore della famiglia Fanciullacci, come parte lesa, ha incalzato Gentile per più di due ore, tentando di minare la credibilità del test della difesa, chiamato a parlare anche in qualità di storico. Lucibello è riuscito a far contraddire Gentile in diverse occasioni; in particolare, dopo che Gentile aveva affermato che suo nonno, dall’armistizio alla morte si era espresso pubblicamente a favore del fascismo solo una volta (il 19 marzo 1944, all’inaugurazione dell’Accademia d’Italia), Lucibello ha tirato fuori dal cilindro un articolo del filosofo, pubblicato sul Corriere della Sera il 28 dicembre 1943, in cui emergeva a chiare lettere l’appello all’adesione al fascismo e alla persecuzione dei partigiani.

Giulio Gori, Davide Pinelli - DEApress

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