Provincia di Firenze: rimpasto della giunta, ma si rompe l’Unione

Redazione Nove da Firenze
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31 luglio 2006 14:26
Provincia di Firenze: rimpasto della giunta, ma si rompe l’Unione

31 luglio 2006- Il Presidente della Provincia Matteo Renzi ha annunciato sabato, con il vice Presidente Andrea Barducci, la nuova composizione della giunta provinciale, nella quale aumentano le quote rosa e verdi (con assessori, il 30 per cento, in età non superiore ai quaranta anni). Lasciano alcuni membri della giunta precedente (Alessandro Martini, Alessandro Lo Presti e Massimo Masi) "che hanno svolto – spiega Renzi – un ottimo lavoro e che ringrazio". Ecco dunque la nuova giunta provinciale.

Sei sono le donne: con Elisabetta Cianfanelli, ricercatrice universitaria, che assume l’assessorato alla Moda, entra in giunta lo Sdi; Elisa Simoni, segretaria di zona dei Ds del Valdarno Fiorentino, è assessore alla Pubblica istruzione e alla formazione professionale; Cristina Giglioli, assessore nel Comune di Castelfiorentino, assume la delega alla Mobilità. Alessia Ballini, sindaco di San Piero a Sieve, è assessore alle Politiche sociali, alla Cooperazione internazionale, alle Pari opportunità e allo Sport; Giovanna Folonari è assessore alla soft economy (cultura e turismo); Stefania Saccardi, avvocato, vicesindaco di Campi Bisenzio, ha la delega al Lavoro, Centri per l’impiego e programmazione.

Dunque cinque nuovi ingressi rosa in giunta. Pietro Roselli, invece, che è stato il Presidente del Consiglio provinciale, entra in giunta come assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca; Tiziano Lepri assessore al Bilancio e al Personale; Stefano Giorgetti (Patrimonio, Edilizia scolastica, Campus di Castello, edilizia non scolastica, Patrimonio e Protezione civile); Valerio Nardini (Assetti istituzionali, Piccoli Comuni e Rapporti con il Consiglio pronviciale); Luigi Nigi (Ambiente, Energia, Urbanistica e Parco di Pratolino).

Andrea Barducci, vice Presidente, ha le deleghe alle Infrastrutture e allo Sviluppo.
Venerdì l’assessore alla cultura Maria Cassi aveva rassegnato le dimissione per seri problemi familiari. "Sono molto dispiaciuto della scelta di Maria - ha detto il Presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi - Spero che l’amministrazione provinciale saprà usufruire della capacità progettuale nel settore della cultura di Maria Cassi, anche al di fuori da incarichi di governo. Mi tornano in mente le tante sfide vinte insieme, a partire dall’apertura del Genio Fiorentino 2005.

Desidero ringraziare in modo particolare Maria Cassi per i lavori che stava portando avanti fra i quali la riorganizzazione degli spazi espositivi di Palazzo Medici Riccardi ma soprattutto la mostra che si inaugurerà a settembre in collaborazione con l’Opificio delle Pietre dure sul bronzo di Lussino, frutto del lavoro dell’assessorato".

Cosa succede in Provincia dopo l’approvazione del nuovo Piano dei rifiuti e la nuova composizione della Giunta? Il gruppo di Rifondazione Comunista: Sandro Targetti, Andrea Calò e Lorenzo Verdi e la Segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista lo spiegheranno nel corso di una Conferenza Stampa convocata per domani, mentre i Verdi della Federazione Provinciale di Firenze e della Federazione Regionale Toscana rispondono quanto segue.
1.

La Giunta provinciale nasce dall’espulsione dei Verdi dalla Maggioranza, ad opera del Presidente Renzi, che li ha sostituiti con un consigliere proveniente da Forza Italia, Enrico Bertini.
2. Siamo quindi di fronte alla rottura del patto con gli elettori, che hanno votato una maggioranza con dentro I Verdi, e ad un grave episodio di immoralità politica, con l’ingresso in Giunta di un partito, i socialisti, che ha avuto la metà dei voti dei Verdi, e che rientra nelle stanze del potere non per il volere dei cittadini, ma grazie all’apporto di un fuoriuscito di Forza Italia.
3.

Chiaramente questo evento, gravissimo, comporta la rottura dell’Unione in Provincia di Firenze, ed il compiersi di un chiaro progetto che già da tempo Renzi portava avanti: espellere la parte sinistra ed ecologista della coalizione, e imbarcare pezzi di centrodestra (pochi giorni fa un consigliere di Forza Italia al Quartiere 1, Fabio Filippini, è passato nelle file della Margherita, … evidentemente è in atto una vera e propria strategia).
4. Siamo stupefatti che il Presidente Renzi, mentre consuma un atto così grave, abbia anche il coraggio e l’arroganza di dichiarare che sono i Verdi ad aver rotto il patto con gli elettori, votando contro il piano provinciale dei rifiuti: abbiamo votato contro per le localizzazioni di Case Passerini e Selvapiana, assolutamente sbagliate (un’area, la prima, già densa di fattori inquinanti oltre che di cittadini e lavoratori, e un sito, il secondo, ad alto valore paesaggisitico, con produzioni biologiche, in un’area classificata a rischio di esondazione del fiume Sieve), ma anche e soprattutto proprio per difendere quel patto con gli elettori che è Renzi ad aver violato.

Infatti il programma elettorale diceva chiaramente che prima ci si doveva occupare di incrementare la raccolta differenziata e ridurre i rifiuti, e poi occuparsi di impianti, mentre la Giunta Renzi non ha fatto assolutamente niente in questa direzione, anzi aveva anche annullato gli stanziamenti della Giunta precedente, solo recentemente ripristinati grazie alla tenace battaglia dei Verdi.
5. Ci rammarichiamo anche del fatto che il principale partito dell’alleanza, i DS, continui a consentire a Renzi questi comportamenti e questi atti di trasformismo.

Abbiamo ragione di ritenere che i Ds non fossero d’accordo con questa scelta di Renzi, ma una volta ottenuto quello che volevano come partito non hanno impedito il consumarsi di una vicenda pesante e pericolosa, che forse essi hanno preso con troppa superficialità. Mentre in Regione Toscana Claudio Martini avvia un percorso di apertura a Rifondazione, Renzi non muove un dito per coinvolgere quel partito, imbarca un consigliere di Forza Italia, ed espelle vergognosamente i Verdi, dopo un anno di assoluta mancanza di dialogo, fino al livello della maleducazione spicciola nel non voler neppure concedere appuntamenti, incontri, momenti di dialogo e di chiarificazione.
6.

I Verdi passano dunque all’opposizione, in Provincia di Firenze, e sarà un’opposizione dura e senza sconti, ma senza dimenticare il nostro carattere sempre costruttivo: i Verdi hanno ottenuto importanti risultati in questa maggioranza, compreso l’ultimo ordine del giorno sul piano dei rifiuti che impegna la Giunta a rendere ecologici gli automezzi che trasporteranno i rifiuti agli inceneritori, a costruire un impianto di selezione e tritovagliatura a Firenzuola, a realizzare un piano di fattibilità per estendere il porta a porta su tutta la Provincia.

Vigileremo affinché questi impegni siano rispettati puntualmente, ed incalzeremo con proposte sempre nuove e concrete.
7. Certamente noi non dimentichiamo che gli elettori ci hanno votato per stare in maggioranza. Il nostro passaggio all’opposizione non è voluto, ma causato da un atto di prepotenza. Perciò per noi non è finita qui, e faremo di tutto per coinvolgere i massimi livelli della coalizione, affinché sia ripristinato un nostro diritto, diritto che ci proviene dal voto e dalla volontà dei cittadini.
Sarà nostro impegno organizzare, per Settembre, una grande manifestazione contro il trasformismo politico e per il ripristino dell’Unione, e informare l’opinione pubblica e i cittadini della Provincia di Firenze, che sono cittadini di sinistra, che il loro voto è stato tradito e usato per operazioni trasformiste e politicamente pericolose.
8.

Riguardo al lavoro che sta realizzando il nostro esponente Marino Artusa come Assessore all’Ambiente, i Verdi fiorentini e Toscani ribadiscono piena fiducia. L’assessore verde non potrà ovviamente realizzare tutto quello che pensa, e non potrà che prendere atto delle scelte della Provincia di Firenze. Sarebbe sbagliato se gli chiedessimo di immolarsi, e di rinunciare comunque a poter migliorare, mitigare, ottenere dei risultati. Se sarà evitato l’inceneritore di Prato, saranno almeno messi in discussione gli ampliamenti nella Valdisieve, si stabilirà un piano di finanziamenti sul porta a porta e si sancirà la sperimentazione sul ciclo a freddo, avremo fatto dei passi avanti di cui non si potrà che essere contenti.

D’altra parte anche i Verdi della Provincia di Firenze non chiedevano e non chiedono altro che di veder rispettate e accolte, seppur parzialmente, come è ovvio, le proprie posizioni. Evidentemente con Claudio Martini questo è ancora possibile, ed è quindi giusto che Artusa rimanga al suo posto. Mentre altrettanto evidente è che Matteo Renzi è di tutt’altra pasta di Martini, e con lui lo spazio di dialogo per adesso proprio non si vede.

"Questo rimpasto conferma che la maggioranza perde un altro pezzo: i Verdi; anche perchè l'ingresso il Giunta dello SDI è puramente formale, visto che il gruppo consiliare è nato da un transfuga eletto con la Casa delle Libertà".

I consiglieri di Alleanza Nazionale Piergiuseppe Massai, Guido Sensi e Nicola Nascosti sono molto critici verso la nuova Giunta presentata da Matteo Renzi: "Si amplia la diversità tra Provincia e Comune e Regione dove i Verdi sono forza di maggioranza e, al di là dei ringraziamenti agli assessori uscenti, primo fra tutti Alessandro Martini che ha lavorato bene, si evidenzia l'egemonia dei DS: Non solo sono 7 su 12 gli assessori della Quercia ma hanno anche le deleghe più pesanti e con più fondi: le infrastrutture, in particolare, assessorato decisivo per la Firenze-Pisa-Livorno, la Strada Statale 429, i nuovi svincoli ed il Global Service.

Se Renzi aveva cercato di smarcarsi dai DS - aggiungono i consiglieri di AN - questo tentativo è naufragato. Il partito di maggioranza relativa si riappropria del governo della Provincia. Un'ultima annotazione sull'assessorato alla cultura, assegnato a Giovanna Folonari, che già si occupa di turismo. E' la chiara dimostrazione che la Fondazione Palazzo Strozzi sarà il vero assessorato alla cultura della Provincia".

“Di male in peggio”. Questo il commento a caldo del segretaraio provinciale dell’Udc e consigliere provinciale Federico Tondi all’annuncio della nuova Giunta Renzi.

“Non ci convince la cacciata dei tre assessori Lo Presti, Martini e Masi, che avevano sostanzialmente ben operato, mentre i nuovi ingressi sembrano più improntati alla ricerca di un ‘effetto Zapatero’ che all’efficienza dell’amministrazione provinciale”. “Che dire poi della mancanza in Giunta dei Verdi, sostituiti dallo Sdi grazie a un transfuga da Forza Italia? La crisi in Provincia è tutt’altro che chiusa: l’Unione è sempre più a pezzi, i Ds si sono notevolmente rafforzati e siamo pronti a credere che dopo l’approvazione del piano provinciale dei rifiuti le difficoltà per il presidente Matteo Zapatero Renzi siano appena iniziate”.

“Per Matteo Renzi, dopo undici mesi di assedio, solo apparentemente è arrivata la resa dei conti -commenta il Forza Italia in Provincia di Firenze- Altro che giunta di profilo riformista o zapaterista.

Dietro il rimpasto in Provincia s’intravede la filigrana della tela pazientemente tessuta dal giovin presidente, che in sordina ha nel frattempo preparato il balzo nel mondo dei grandi. Per Renzi questa è una giunta innovativa fondata sul binomio delle quote rosa e quote verdi. Balle stratosferiche, utili a coprire i delicati snodi di un ingranaggio costruito per portare Matteo Renzi a ben altri lidi. Nulla a che fare quindi con i crescenti e drammatici problemi di una Provincia sempre più destinata a navigare in una tempesta economica ed ecologica senza assicurazione di un valido nocchiero.

L’affidamento delle deleghe più importanti ai diessini Barducci, Nigi e Lepri, che apparentemente potrebbe indurre a credere che si sia ritenuta per una volta prioritaria la capacità amministrativa rispetto all’appartenenza politica, è forse la vera chiave per capire che quella di Renzi non è certo una resa. L’entrata in giunta di Elisabetta Cianfanelli (Sdi) come neo-assessore alla moda, preceduta dalla casuale presenza a Firenze del presidente Prodi e del ministro ai beni culturali Rutelli (in cui Renzi ha trovato il nuovo padre putativo), definisce il nuovo orizzonte di Matteo Renzi.

Un orizzonte tutt’altro che provinciale fittamente intrecciato con l’improvviso interesse del Governo verso una politica di rilancio della città di Firenze, altrimenti destinato all’onta del fallimento.”

“Non ci aspettavamo l’estromissione di Alessandro Martini dalla giunta provinciale”. Con queste parole i Giovani della Margherita commentano l’uscita dalla giunta provinciale di Martini, che aveva le deleghe allo sport e alle politiche sociali. “Martini” dice il coordinatore provinciale giovanile della Margherita Riccardo Clementi “aveva lavorato molto bene in questi due anni e spesso aveva dialogato con noi giovani in incontri pubblici o seminariali.

Siamo dispiaciuti e perplessi per la sua uscita. Martini, tra l’altro,” prosegue Clementi “era stato il primo degli eletti alle elezioni provinciali, come candidato della circoscrizione di Sesto Fiorentino, dove aveva raccolto tantissimi consensi per l’ottimo lavoro svolto da vicesindaco di quel Comune. Ovviamente si era dimesso per assumere l’incarico di assessore, ma la sua nomina era avvalorata da un’investitura popolare. Così facendo, oltre che la comunità tutta che non potrà più beneficiare dell’impegno e della serietà di un assessore competente e disponibile, viene lesa anche la democrazia rappresentativa.

Questa decisione, dunque, non può che vederci in disaccordo” dichiara Clementi, prima di concludere con “un ringraziamento sentito ad Alessandro Martini per il lavoro svolto con passione in questi anni con l’auspicio che il suo impegno politico riprenda il prima possibile”.

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