Piano Provinciale dei Rifiuti: in corso il dibattito

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 luglio 2006 19:11
Piano Provinciale dei Rifiuti: in corso il dibattito

Il Consiglio provinciale, presieduto dalla Vice Presidente Vicaria Rosalba Spini, coadiuvata dal Vice presidente Guido Sensi, sulle modifiche al Piano provinciale dei rifiuti solidi urbani e assimilati Ato 6 – area metropolitana fiorentina è stato aperto dall’illustrazione dell’assessore all’ambiente Luigi Nigi che ha ribadito i quattro punti fondamentali: il raddoppio dell’ampliamento della discarica di Firenzuola, in località Il Pago, lo spostamento del termovalorizzatore da Osmannoro 2000 a Case Passerini, l’indicazione del 55% per quanto riguarda la raccolta differenziata, la posticipazione dell’andata a regime del Piano al 2010.

“La Giunta è arrivata dove poteva arrivare – ha detto Nigi in Consiglio – in punta di diritto e di procedura, riconoscendo la positività di quelle posizioni che si sono espresse in memorie ed in osservazioni. Non ci spingeremo troppo, rispetto alle prerogative di chi deve fare il Piano industriale, di chi deve fare il progetto e realizzare l’opera, ma chiaramente noi intendiamo i nostri atti, sia pure dentro i limiti che segnano la nostra attività, se il Consiglio approverà il piano come noi chiediamo e come noi auspichiamo, la fase successiva dovrà vedere un cambiamento netto”.

Bertini (Misto-SDI) ha ricordato come: “Sono sei anni che questo Consiglio discute della problematica dei rifiuti nella Provincia di Firenze, sei anni in cui il Piano ha avuto, come dire, su quello che è il sistema del trattamento e della gestione dei rifiuti, ben poche modifiche, se non quelle di variare percentuali e localizzazioni di quello che era stato previsto nella prima stesura. Quello che è stato sempre il punto debole di questo Piano sono stati i tempi, e i tempi non sono un fatto marginale di questo Piano, perché il mancato mantenimento dei tempi di transizione oggi ci porta a inserire il raddoppio di una discarica come quella di Firenzuola non previsto nella prima fase e, come dire, questa è proprio l’ultima occasione che si presenta davanti”.

Per Lensi (FI): “Stiamo vivendo la cronaca di una vittoria annunciata in questo braccio di ferro che c’è stato negli ultimi mesi tra parte della popolazione, rapporti politici, Giunta, Consiglio. Ma è cronaca di una vittoria di Pirro, perché i comitati scenderanno in piazza, perché la cittadinanza bloccherà i lavori, perché ci saranno sicuramente delle situazioni di tensioni che potrebbero essere oggi ammorbidite con un altro tipo di confronto e di dialogo, perché poi questo Consiglio ha approvato tutte le carte di questo mondo, la carta Carta di Alborg, l’Agenda 21, che comprovano altri percorsi.

Ma io mi sono rivolto a un percorso, che è quello istituzionale nostro, della Provincia, previsto dal nostro regolamento: il referendum, che non è una via di fuga e avrebbe sviluppato una campagna di informazione in tutta la Provincia”. Per Targetti (PRC): “Con questa delibera di modifiche perdiamo un’altra occasione di cambiare strada su questo aspetto della vita sociale, ma non riteniamo che questa sia l’ultima spiaggia di questo conflitto sociale e politico che si accompagna alla gestione rifiuti.

Questo lo dico perché non solo ci sono altri passaggi in cui i nodi di questo problema torneranno al pettine, ma perché la volontà, le proposte, il movimento nel suo complesso non è solo manifestazioni ma è anche proposta, riflessione, esperienze, che va in una direzione diversa, sta avanzando, e credo che nessuno potrà fare finta di niente”. Per Nascosti (An): “Ogni decisione che sarà presa dal Consiglio è sub judice, perché solo lunedì 31 sapremo che tipo di impianto e che tipo di dimensionamento dello smaltimento rifiuti interambito andremo a fare, perché solo lunedì si riunisce il tavolo regionale e sapremo se si parla di 500 tonnellate al giorno, oppure 800, se si parla di un impianto unico, che fine faranno gli impianti a Greve, che fine farà l’impianto di Selvapiana, le ipotesi di termovalorizzatore a Calice di Prato, Montale, Pistoia.

Forse avremmo potuto aspettare qualche giorno”. Panerai (DS) ha spiegato che, al momento dell’adozione della variante, avevo differenziato il mio voto per quanto riguarda la localizzazione del termovalorizzatore nella Piana. A distanza di cinque mesi io sono convinto della giustezza di quella scelta che feci allora, la feci non per una contrarietà di principio al termovalorizzatore, come spiegai. Sono però anche convinto che per la chiusura del ciclo, allo stato attuale delle conoscenze e delle tecnologie, non è possibile farlo senza un impianto di termovalorizzazione, cioè di distruzione termica dei rifiuti poi, dal momento che si devono bruciare, è bene almeno recuperare l’energia.

Sono consapevole che un impianto di termovalorizzazione, come qualunque impianto, comporta l’emissione di inquinanti, ma non riesco a vedere alternative”. Calò (PRC) ha ricordato come aveva apprezzato la posizione precedentemente assunta dal Comune di Campi: “Come apprezzammo la posizione del Consigliere Panerai. Non riusciamo ancora a comprendere l’attuale posizione perché la localizzazione è rimasta la stessa verso gli stessi effetti e le stesse caratteristiche, solo che è stata spostata di 200 metri, e sinceramente fatichiamo a capire se tutti quei problemi legati alla salute e alla presenza di nanopolveri possa incidere o meno, fatico a capirlo, ma la politica è sempre una delle sfere più misteriose e riconosciute”.

Romei (DS) ha ricordato come: “I giornali ci rimandano in queste ore sulla situazione di Napoli: 5 mila tonnellate di rifiuti accatastati in mezzo alla strada, montagne alte 5 o 6 metri, 70 incendi appiccati da persone che protestano che non ne possono più, rischio di epidemie, situazioni di una emergenza tale che anche la Protezione Civile non sa più come affrontare, una situazione in città, dal punto di vista economico, drammatica; la situazione turistica praticamente compromessa. Questa è la situazione di Napoli e questo è il rischio che si profila a Firenze e provincia se non si procede a prendere delle decisioni.

Siamo persone responsabili e ci assumiamo la responsabilità di quello che facciamo, noi diciamo convintamente alla Giunta e all’Assessore che bisogna procedere, è arrivato il momento di decidere: c’è un’epoca per discutere, per confrontarsi, per parlarsi, per cercare di trovare soluzioni comuni, e c’è un’epoca in cui bisogna decidere. Il Governo di questa Provincia è pronto per decidere e noi siamo contenti che si prenda questa decisione”. Bassetti (UDC) ha ricordato come: “Già sull’inceneritore di San Donnino ci furono grandi discussioni: anche allora si diceva che era tutto a posto e tutto a posto si è dimostrato non essere.

Sulla discarica di Firenzuola, sappiamo che è ben gestita, però dire che è tutto a posto al 101%, io ci andrei un po’ cauto. Tutti affermano che la politica deve decidere, però di questi argomenti sono tanti anni che se ne parla, le Amministrazioni che ci sono state sono sempre state Amministrazioni omogenee all’Amministrazione Provinciale che ora governa la Provincia di Firenze, però solo ora siamo arrivati al punto di dire: bisogna decidere, e non aspettiamo nemmeno le decisioni della Regione Toscana che entro lunedì prossimo, che è l’ultimo giorno di luglio, dovrebbe fare un piano di lavoro per decidere se gli impianti di incenerimento nell’area vasta saranno uno per Provincia oppure se ne basta uno solo.

Perciò, confermo le tante perplessità su questa materia e su questa delibera”.

"Arrivati alla votazione finale sulla variante riferita al termovalorizzatore di Case Passerini abbiamo sottolineato, fra l’altro, due enormi contraddizioni -affermano in un documento i consiglieri di Forza Italia- Gli assetti istituzionali prevedono che sia il Consiglio provinciale ad esprimersi sull’impianto, Consiglio nel quale siedono consiglieri eletti nel territorio empolese che non appartiene all’ATO in questione.

Ci si rifiuta di interpellare, tramite agile e sollecito referendum, i residenti dei comuni interessati. Altro capzioso equivoco è il riferimento ai rifiuti speciali, rispetto a quelli solidi urbani che, impropriamente, vengono inseriti nel calcolo delle quantificazioni. E’ ovvio che, insieme ai numeri, cambieranno anche i costi per chi li produce (esercizi commerciali, studi professionali ecc.). Queste contraddizioni politiche che afferiscono alla egemonia DS su Regione, Provincia e Comuni vengono al Bazar dei rifiuti".

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