Piano di sviluppo rurale: per la ripresa dell’economia agricola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 luglio 2006 19:06
Piano di sviluppo rurale: per la ripresa dell’economia agricola

“Il Piano di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013 è in grado di dare una svolta all’agricoltura toscana, un cambiamento che non riguarda solo le strutture produttive e commerciali, ma anche un modo nuovo di concepire l’imprenditorialità agricola”. Così ha esordito il Presidente della commissione Agricoltura Marco Remaschi (La Margherita), che oggi in conferenza stampa ha illustrato le strategie del PSR, soffermandosi sui concetti-cardine del programma, sul percorso seguito e sul ruolo del parlamento toscano.

Le idee-guida che caratterizzano il PSR 2007-2013 sono l’innovazione, la competitività, la multifunzionalità e diversificazione, la professionalità. Quindi il “giusto volano - come ha sottolineato Remaschi - per la ripresa della nostra economia agricola e rurale”. Remaschi ha parlato di “esemplare metodo”, caratterizzato da un lato da una positiva dialettica tra Giunta e Consiglio regionali, “grazie alla sensibilità e alla piena condivisione dell’assessore all’Agricoltura Susanna Cenni”, dall’altro dai ripetuti confronti ed approfondimenti, che hanno visto la Commissione impegnata in consultazioni con il comparto agricolo e istituzionale, in seminari, riflessioni e proposte.

Risultato: un Piano condiviso dai soggetti interessati, che è di buon auspicio per i successivi adempimenti, dall’approvazione in aula alla negoziazione con la Comunità europea, dall’emanazione dei bandi alle eventuali modifiche, da parte della Giunta, “che vedono coinvolto pienamente e responsabilmente il Consiglio regionale”. Non solo gli emendamenti proposti ed approvati dalla commissione Agricoltura sono stati votati anche da Rifondazione comunista, ma il Piano è accompagnato da una importante risoluzione.

Come ha spiegato il Presidente: “con questo atto abbiamo voluto tracciare la rotta da seguire”, impegnando la Giunta a implementare il PSR coordinandolo con gli altri regimi comunitari, ad attivare misure concertate con le organizzazioni di categoria e sindacali, ad assicurare un sistema coerente e flessibile di programmazione, con la possibilità di intervenire con correttivi e aggiustamenti di priorità in corso d’opera. La risoluzione infine impegna la Giunta a presentare entro l’anno “una coerente disciplina normativa che qualifichi meglio l’imprenditore agricolo professionale”, ovvero colui che ha nell’attività agricola la fonte principale di reddito e che beneficerà degli aiuti.


Il Piano di sviluppo rurale 2007-2013 prevede per la Toscana, secondo le prime stime, circa 600 milioni di euro, con un taglio pari al 15 per cento rispetto alla programmazione attuale. Risorse per interventi a sostegno del sistema produttivo agroindustriale. Investimenti dedicati al miglioramento dell’ambiente. Interventi qualificati per lo sviluppo del territorio rurale nel suo complesso. Promozione di progetti integrati e multidisciplinari, utilizzando il metodo Leader, ovvero il rafforzamento del rapporto pubblico-privato.

Sono questi gli indirizzi alla base del Programma di sviluppo rurale 2007-2013.
L’ammontare definitivo delle risorse sarà reso noto non prima di ottobre – e verrà definito dalla Commissione europea e dal Ministero – ma intanto gli orientamenti generali sono chiari: maggiori risorse per gli investimenti aziendali e infrastrutturali; sostegno alla multifunzionalità delle imprese e dei servizi alla popolazione; ruolo rilevante al metodo leader, utile per promuovere progetti integrati, magari da concentrare sui comuni montani, a bassa densità di popolazione e con molti occupati in agricoltura.

Se queste sono le strategie, le risorse verranno distribuite dando il 39 per cento al sistema produttivo agroindustriale, il 40 all’ambiente, il 19 allo sviluppo integrato ed il 10 all’iniziativa comunitaria Leader. All’interno di questi assi portanti ci sono poi tutte le manovre che la Toscana ha scelto per salvaguardare e promuovere la sua ruralità. La Commissione, emendando il testo grazie ai contributi forniti nel corso delle consultazioni, ha posto l’accento su alcune priorità: iniziative per fronteggiare la crisi di alcuni comparti, come la floricoltura e la bieticoltura; aiuti per favorire l’occupazione e il ricambio generazionale nel settore agricolo e forestale; esaltazione sia della qualità dell’ambiente come valore intrinseco dei prodotti primari regionali che del legame prodotto-territorio; rafforzamento delle filiere produttive, con la creazione di punti vendita e di mercati in cui gli agricoltori possano vendere direttamente i loro prodotti; contributi consistenti per migliorare la sicurezza sul posto di lavoro.


“Siamo all’inizio di un percorso che domani vedrà la discussione in aula – ha concluso Marco Remaschi – e la commissione Agricoltura, che si è dimostrata punto di confronto e di incontro, si impegna a seguire ed ascoltare il mondo agricolo dando il proprio contributo, verificando i risultati nonché gli eventuali correttivi che si renderanno necessari”. (ps)

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