Un dossier per far ripartire la Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 maggio 2006 19:13
Un dossier per far ripartire la Toscana


di Claudio Martini,
Presidente della Regione Toscana


La Giunta preparerà un “dossier” sulle questioni aperte in Toscana da presentare al governo Prodi. Effettueremo una rapida “ricognizione” in tutti i nostri dipartimenti per selezionare le questioni più importanti per la Toscana. Le priorità riguardano le infrastrutture strategiche e la reperibilità dei relativi finanziamenti per far partire i cantieri: penso all’Autostrada tirrenica, alla Siena-Grosseto, al completamento dell’Alta velocità, al sottoattraversamento di Firenze, al Polo ferroviario dell’Osmannoro.

E poi ci sono i contenziosi ancora aperti sulle nomine dei parchi e sulle autorità portuali. Fra il 2001 e il 2006 ho scritto 8 volte al Presidente del Consiglio, sollecitando un comune impegno per risolvere i problemi aperti in Toscana, ma non ho mai ottenuto risposta. L’unico accordo sottoscritto risale al 18 aprile 2003. In quella occasione firmammo un'intesa sulle infrastrutture di trasporto che aggiungeva 1,3 miliardi agli oltre 8 previsti per la realizzazione di ferrovie, strade e autostrade considerate strategiche per la mobilità regionale e nazionale.

Gli interventi che quell’accordo prevedeva sono in gran parte quelli che ancora oggi attendono una soluzione: il completamento dell’Alta velocità ferroviaria Firenze-Bologna, la realizzazione della terza corsia dell’Autosole tra Barberino di Mugello e Incisa e della Variante di Valico fra la Toscana e L’Emilia Romagna; la progettazione e realizzazione del Corridoio tirrenico; il completamento della Due Mari; il raddoppio della Pontremolese e l’adeguamento dei valici appenninici; il potenziamento di porti e interporti.

Nell’intesa venivano definiti, opera per opera, i tempi di completamento delle progettazioni, e di avvio e conclusione dei lavori. Risultato: ad oggi siamo riusciti a realizzare solo l’ammodernamento della stazione di Firenze Santa Maria Novella, per un investimento di 10 milioni, pari allo 0,7% di quanto stabilito. Oggi ripartiamo da qui, nella convinzione di trovare a Roma un interlocutore meno distratto.

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