Le Professioni tra Unione Europea, Stato e Regioni: convegno a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2006 19:03
Le Professioni tra Unione Europea, Stato e Regioni: convegno a Firenze

FIRENZE- Due giorni a parlare del mondo delle professioni, che in Italia contano milioni di lavoratori. La due giorni è iniziata ieri con la riunione a Firenze degli assessori regionali di tutta Italia ed è proseguita oggi, sempre a Firenze nell’auditorium del Consiglio regionale, con un affollato convegno organizzato dalla Regione Toscana, dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome e dal Cup, il comitato regionale che riunisce tutti gli ordini e collegi provinciali. Per parlare di professioni appunto, “tra Unione europea, Stato e Regioni”: con farmacisti ed avvocati che, è emerso, sono le categorie più regolamentate in tutta Europa e con tanti modelli diversi in campo, dalla Francia dove è lo Stato che ha la titolarità a ‘battere diplomi’ alla Germania dove è forte il ruolo della formazione aziendale e del tirocinio, al Regno Unito dove, al di là del titolo formale, conta l’esperienza, la performance ed il saper fare.


La prima domanda a cui per tutta la mattina politici, esperti e rappresentanti delle varie professioni hanno cercato di dare una risposta è come dovrà essere l’universo delle professioni nell’Italia e nell’Europa dei prossimi anni. E soprattutto quale dovrà essere il ruolo delle Regioni dopo le recenti sentenze della Corte costituzionale che, pur in presenza di una competenza concorrente, alle Regioni ha negato spazio in materia di riforma del sistema ordinistico e bocciato le leggi della Toscana, del Piemonte, dell’Abruzzo e della Calabria ?
“Sulla riforma delle professioni – spiega l’assessore della Toscana, Agostino Fragai - presenteremo una proposta delle Regioni E’ la nostra intenzione ed anche l’impegno che qui oggi ci prendiamo.

L’obiettivo, dopo le sentenze della Corte costituzionale, è arrivare ad una definizione non conflittuale delle competenze di Stato e Regioni. Il mondo delle professioni è importante, perché ha a che fare con un settore come quello dei servizi che si configura come uno snodo strategico nella nostra società. Importante perchè riguarda da vicino tutti i cittadini. E l’esigenza di un rapporto diretto con le Regioni e con il livello di governo che rappresentano diventa pertanto questione ineludibile”.

“Rivediamoci dunque qui tra un anno – propone Fragai alla fine del dibattito– e guardiamo a che punto siamo”.
Due a giudizio dell’assessore sono comunque i fronti più importanti su cui si dovrebbe concentrare l’azione delle Regioni, come valore aggiunto e contributo alla crescita complessiva della competitività del sistema locale della professioni. “Il primo fronte – sottolinea - è sicuramente quello della formazione. Su questo le Regioni hanno competenza esclusiva e in collaborazione con ordine ed associazioni professionali potrebbero promuovere l’aggiornamento professionale permanente e continuo dei singoli operatori”.

“Il secondo snodo strategico – conclude - riguarda i tirocinanti. Per loro, accanto alla formazione che potrebbe svolgersi anche in sedi diverse dagli studi professionali, occorre riflettere sul giusto riconoscimento economico. In questo caso la prerogativa è dello Stato. Le Regioni, tutte assieme, possono però favorire una soluzione”.
Il convegno si è concluso nel pomeriggio con una tavola rotonda sule tema “Le professioni: politica e stampa” a cui, assieme all’assessore Agostino Fragai, hanno partecipato il consigliere regionale Maurizio Dinelli, Giovanni Battafarano, Antonino Lo Presti, Pier Luigi Mantini e Raffaele Sirica.

Sono temporary manager, consulenti aziendali sulla qualità, l'ambiente la sicurezza, consulenti per la progettazione, web-master, operatori della comunicazione, sono insomma liberi professionisti e consulenti e sono soci Cna, per la precisione di Cna InProprio Toscana, il raggruppamento di interesse di Cna che vuole dare rappresentanza, tutela e servizi al vasto mondo dei lavoratori autonomi non iscritti ad albo professionale.

E questa mattina il presidente Cna InProprio Toscana , Stefano Grementieri, è intervenuto all’ incontro sottolineando come la sfida per questi ‘autoimprenditori’ sia ottenere riconoscimento socio-economico, previdenza, formazione e credito; in sostanza portare alla luce le esigenze di questo “comparto” in seno ad una platea rappresentata per lo più da professionisti appartenenti ai vari albi professionali, per dare visibilità e voce alle esigenze dell’”altra metà del cielo”.
“La sfida – ha detto e il presidente Cna InProprio Toscana- è ottenere per tale categoria di professionisti che noi definiamo “artigiani della conoscenza” un riconoscimento socio-economico all’interno del sistema paese al quale essa garantisce un elevato contributo in termini di produttività.

Per questo fine è nostra intenzione percorrere la strada del dialogo con le Istituzioni, siano esse di natura amministrativa, ordinistica, imprenditoriale o accademica, intessere una fitta trama di relazioni per fornire nuove soluzioni a vecchi problemi che ci accompagnano nel nostro “fare” quotidiano. In questo senso stiamo ponendo in atto nuove forme di comunicazione con la Regione Toscana, con gli altri attori del sistema delle professioni e con le Università. Ed è anche per questo che riteniamo un segnale importante la nostra partecipazione ad un momento di riflessione comune come quello rappresentato dalla giornata di oggi: non soltanto l’occasione per dire << noi ci siamo, mettiamo a disposizione la nostra esperienza e la nostra voglia di fare per individuare insieme possibili soluzioni >>, ma anche per delineare quale sarà la nostra posizione riguardo ad alcuni dei temi emersi nel dibattito odierno, soprattutto in merito alla riforma del sistema del mondo delle professioni, oggetto del dibattito europeo attuale, ed anche in riferimento alla nuova legge sulle professioni che sta per essere varata in Toscana.”
Tutto ciò premesso, CNA InProprio vuole sostenere una critica costruttiva, ponendo sul piatto del dialogo una serie di spunti di riflessione: gli Albi sono realmente garanti della deontologia professionale dei propri iscritti? Sono efficaci dal punto di vista della certificazione delle competenze e quindi della qualità dei servizi erogati dei professionisti che rappresentano? E ancora, gli albi sono una struttura dinamica e funzionale, in grado di cogliere e comprendere gli sviluppi della società moderna e conseguentemente fornire tutele e servizi ai propri iscritti? Infine, quale è il posto per i professionisti senza albo?
In risposta a queste domande il Presidente Cna InProprio Toscana ha affermato:”E’ necessaria una riforma complessiva del sistema, che ponga le sue fondamenta sulla “certificazione” delle competenze e sulla loro valorizzazione, che sia in grado da una parte di garantire la qualità dei servizi erogati a beneficio del cliente, e dall’altra di favorire una sana competizione nel mercato basata realmente sulle capacità professionali migliori.

Un sistema rinnovato che offra un supporto efficace a tutti gli attori del sistema, nessuno escluso, in un’ottica di rete, con l’obiettivo di intercettare il cambiamento e dare un sostegno forte e adeguato ai professionisti”.

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