Una esperienza di gestione e smaltimento di manufatti contenenti amianto da ambienti domestici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 agosto 2005 04:08
Una esperienza di gestione e smaltimento di manufatti contenenti amianto da ambienti domestici

Negli ultimi tempi si è resa sempre più evidente l’esigenza di affrontare le crescenti richieste di rimozione e smaltimento di manufatti in cemento-amianto con procedure che garantissero, nel pieno rispetto della normativa vigente, un servizio rapido, sicuro ed economicamente proponibile.
Un’esperienza interessante è quella realizzata dalla Ambiente Energia Risorse S.p.A. che opera nel territorio dei comuni di Dicomano, Figline Valdarno, Incisa Val d'Arno, Londa, Pelago, Pontassieve, Rignano sull'Arno, Reggello, Rufina, San Godendo.
Da fine anno 1999 fino al febbraio 2001 si è attivata attraverso una convenzione con la ditta CAF sia per la rimozione del materiale abbandonato su suolo pubblico, sia per i ritiri effettuati a domicilio del cittadino che in proprio ha rimosso e confezionato il materiale.
Nell’affrontare la gestione degli aspetti tecnici e procedurali inerenti la dismissione e lo smaltimento dei manufatti in cemento-amianto, preme evidenziare due punti essenziali: uniformità delle linee guida di interventi o nell’ampia casistica delle richieste, rapidità nell’esecuzione dello stesso.
Dal primo deriva una garanzia, sia per il produttore del rifiuto che per l’ambiente in senso lato, di una corretta e precisa esecuzione degli interventi di volta in volta necessari.
Il secondo è di fondamentale importanza per venire incontro, in tempi adeguatamente brevi, alle esigenze dei produttori del rifiuto (affinché non vi sia un precoce “disamoramento” all’esecuzione di un servizio da effettuarsi in base a quanto prescritto dalle norme vigenti) ovvero procedere alla rapida rimozione del rifiuto quando questo è stato abbandonato sul suolo pubblico, onde evitare che un manufatto abbandonato intero venga ridotto, con il passare del tempo, a pezzi aumentandone la pericolosità.
Per cercare di ottimizzare i tempi, e quindi dare una risposta a quanto sopra, la AER.

ha deciso di procedere in proprio alla rimozione dei materiali.
Nei primi mesi del 2001 7 dipendenti, di cui 4 operatori , 1 supervisore delle squadre esterne e 2 responsabili hanno partecipato ai corsi di formazione ed addestramento dell’ARPAT.
Allo stato attuale sia le rimozioni di materiale abbandonato su territorio sia i ritiri di materiale prodotto da utenze civili, vengono effettuati direttamente con i propri dipendenti a condizione che:
• il materiale sia stato rimosso direttamente dal cittadino (firma di una autodichiarazione);
• i quantitativi non superino i 500 Kg.

o i 30 mq di superficie.
Sul materiale abbandonato su aree pubbliche si interviene solo se il materiale è integro o frammentato in maniera grossolana; altrimenti l’intervento verrà affidato completamente a ditta specializzata con conseguente obbligo di notifica ex art. 34 del D.Lvo 277/91.
Focalizzando l’attenzione sulle richieste da parte del cittadino, AER provvede a:
• informare il cittadino sulle modalità di rimozione e sui costi del servizio;
• fornire, su richiesta dell’interessato, un kit di protezione individuale (tuta in taivek, maschera con filtro P3) e un sacco BIG-BAG per il confezionamento, nastro ed etichette;
• organizzare un servizio di raccolta concentrando le richieste al fine di minimizzare i costi di ritiro;
• avviare a smaltimento il materiale con ditte autorizzate, garantendo il cittadino sulla correttezza delle operazioni.
I costi del servizio sono a totale carico del cittadino ad eccezione del comune di Reggello che applica al cittadino la sola tariffa di ritiro accollandosi i costi relativi allo smaltimento.

AER nasce 1971 come consorzio dei Comuni di Pontassieve, Rufina e Pelago con il nome di Consorzio per l’Incenerimento dei Rifiuti per gestire l’impianto di incenerimento rifiuti situato nel Comune di Rufina in località Selvapiana.

Successivamente entrano a far parte del Consorzio anche i Comuni di Dicomano, Londa e San Godenzo.
Nel gennaio 1996 il Consorzio assume il nome di Consorzio per i Servizi della Tutela Ambientale (CSTA), e dal febbraio 1998 gestisce i servizi di igiene urbana nei 6 comuni facenti parte.
Nel giugno 2000 il consorzio si trasforma in SPA, assumendo la denominazione di A.E.R. – Ambiente Energia Risorse S.p.A. Successivamente allarga il proprio bacino di utenza anche ai comuni del Valdarno Fiorentino, e precisamente nel 2002 per i Comuni di Incisa e Rignano; nel 2003 per il Comune di Figline; nel 2004 per il Comune di Reggello.

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