Termovalorizzatore: gli interventi di De Zordo e Nocentini

Redazione Nove da Firenze
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03 agosto 2005 09:01
Termovalorizzatore: gli interventi di De Zordo e Nocentini

"Confermiamo la nostra netta contrarietà alla scelta di costruire il termovalorizzatore nella Piana". E' quanto dichiarano Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione comunista, e Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracitta/unaltromondo, dopo la firma del protocollo fra le istituzioni coinvolte nella costruzione del termovalorizzatore. "Scorrendo le prime pagine, nell'afa di agosto, sembra di leggere un piano di salvaguardia ambientale e paesaggistica - spiegano Nocentini e De Zordo -. Si parla di Parco della Piana, Parco di Castello, Parco Chico Mendes, Parco dei Renai, Parco delle Cascine, Parco urbano di Villa Montalvo, e poi aree protette di Gaine, Focognano, La Querciola...tutto in una pagina! Bisogna continuare a leggere per scoprire - aggiungono i capogruppo - che invece si fa un passo indietro: nonostante i preoccupanti risultati emersi dalla Vis (Valutazione di impatto sanitario) relativamente alla situazione ambientale della Piana e allo stato di salute dei suoi abitanti, e senza considerare il crescente dissenso e la massiccia mobilitazione della popolazione, la realtà è che un impianto di incenerimento fortemente inquinante e non necessario sta per essere costruito in un'area in cui 'dagli studi relativi alla situazione ambientale e alle conseguenze sulla salute umana emerge una situazione critica'".

"Per questo - ribadiscono Nocentini e De Zordo - confermiamo la nostra più ferma contrarietà a questa scelta per numerosi e comprovati motivi". Motivi che vengono elencati uno per uno: prima di tutto "le risorse utilizzate per realizzare l'inceneritore consentirebbero una drastica riduzione dei rifiuti da smaltire, se destinate ad un deciso potenziamento della raccolta differenziata"; e ancora "il processo di incenerimento dei rifiuti produce comunque una considerevole mole di ceneri e fanghi (30% del totale) da smaltire in discariche speciali, essendo a loro volta rifiuti pericolosi"; poi "non esistono prove che anche i più moderni impianti non producano sostanze nocive, a partire dalle diossine, anzi questa produzione è comunque data per scontata, non esistendo previsioni attendibili circa la loro quantità".

Nocentini e De Zordo continuano spiegando che, "stante l'attuale situazione della Piana, come evidenziata anche dalla VIS, le 'opere di mitigazione' previste dovrebbero essere realizzate comunque senza caricare l'area di ulteriori fattori inquinanti". Senza contare poi che "investire nell'incenerimento disincentiva necessariamente lo sviluppo della raccolta differenziata per due ordini di motivi: economico, in quanto a fronte di un massiccio intervento pubblico diminuiscono le risorse per la differenziazione, mentre se l'investimento è privato il ritorno economico crescerà all'aumentare dei rifiuti inceneriti; funzionale: l'inceneritore per garantire un buon livello di esercizio deve bruciare materiali altamente calorici, come carta, plastica e via dicendo".

Infine, concludono Nocentini e De Zordo "incentivare modalità innovative di raccolta e smaltimento consentirebbe anche una crescita occupazionale nel settore, come dimostra l'esempio del Consorzio Priula in Trentino, che investendo tutto sull'innovazione e la differenziazione, ha raddoppiato il personale e contemporaneamente diminuito le tariffe". (mr)

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