Dal 26 al 28 novembre, dalle 10 alle 19, il Mercato di Natale di Adisco, l’associazione delle donatrici italiane di sangue del cordone ombelicale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 novembre 2004 15:18
Dal 26 al 28 novembre, dalle 10 alle 19, il Mercato di Natale di Adisco, l’associazione delle donatrici italiane di sangue del cordone ombelicale

Alla Chiesa di San Carlo ai Barnabiti (via Sant’Agostino 23, Firenze) messa a disposizione dal Quartiere 1 che ha dato il proprio patrocinio all’evento, le volontarie di Adisco venderanno tanti oggetti di vario genere donati dagli sponsor all’iniziativa. Doni per Natale, ma anche doni per la vita: i proventi andranno infatti totalmente a finanziare la ricerca sul sangue placentare.

Il cordone ombelicale, che permette lo scambio di sostanze nutritive e di ossigeno tra la madre e il suo bambino durante i mesi di gestazione, alla nascita viene reciso e solitamente buttato.

Poche donne ancora purtroppo sanno che il cordone può ridonare la vita: il sangue in esso contenuto – detto anche sangue placentare perché permane nella placenta al termine del parto - è ricco di cellule staminali del tutto simili a quelle contenute nel midollo osseo dalle quali hanno origine globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Queste cellule hanno un ruolo importante nella cura di alcune gravi malattie del sangue, in particolare leucemie e linfomi. L’immaturità immunologia di queste cellule, conservabili per più di dieci anni presso adeguate strutture dette Banche del Sangue cordonale, le rende particolarmente adatte ai trapianti in caso di necessità.

La donazione del cordone ombelicale viene decisa dalla madre e deve essere effettuata grazie ad una particolare procedura adottata da ostetriche appositamente formate, come avvenuto di recente in un corso nazionale organizzato in Toscana proprio da Adisco.



L’associazione, unica in Europa ad occuparsi di questo tema, è nata nel 1995 proprio allo scopo di diffondere in Italia la cultura della donazione del sangue placentare e di sostenere la ricerca in questo campo. Ha promosso e promuove varie iniziative per migliorare le attrezzature e i servizi relativi al prelievo di sangue placentare nelle strutture ospedaliere, potenziare la ricerca sul sangue placentare, sostenere finanziariamente la rete di banche del sangue del cordone ombelicale.



In Toscana Adisco è nata nel 1997.
La sua presidente è Elena Lucchesi che questa mattina ha presentato il mercatino di Natale insieme al Presidente del Quartiere 1 Stefano Marmugi e alla dottoressa Letizia Lombardini, responsabile della Banca del Sangue placentare della Toscana con sede presso l’ematologia dell’azienda ospedaliera di Careggi, la quale ha spiegato l’importanza del sangue del cordone ombelicale, come viene prelevato e come si conserva negli appositi centri e come da qualche anno sia possibile impiantare le cellule staminali anche su persone adulte.

“Siamo immensamente grati – ha detto Elena Lucchesi – al Quartiere 1 che ha patrocinato l’iniziativa e a tutte le aziende che hanno deciso di fare donazioni per averci permesso di organizzare anche quest’anno il mercatino di Natale di Adisco.

La cultura della donazione è essenziale per permettere alla ricerca sulle cellule staminali del sangue placentare di andare avanti e per far conoscere l’importanza della donazione. Il cordone è come un nastro rosso che dona ai bambini la vita due volte: durante la gravidanza e dopo la nascita, per quei piccoli colpiti da gravi malattie come leucemie e linfomi che possono essere salvati grazie ai trapianti di cellule staminali”.

“Abbiamo aderito con entusiasmo all’iniziativa di Adisco perché crediamo fortemente nella necessità di diffondere la cultura della donazione del cordone e potenziare la ricerca – commenta il presidente del Quartiere 1 Stefano Marmugi.

– L’importanza delle cellule contenute nel sangue placentare non è un’innovazione medico-scientifica: da anni se ne parla, ma purtroppo è ancora poco conosciuta. Il lavoro svolto da Adisco in Italia e in Toscana ha dato un’importante contributo alla conoscenza. Questa iniziativa dunque non poteva che ottenere il nostro pieno appoggio”.

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