Ataf: consiglieri irritati, Giunta sulla difensiva

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 agosto 2004 15:57
Ataf: consiglieri irritati, Giunta sulla difensiva

A causa del terremoto suscitatato dalla pubblicazione sui quotidiani di oggi del piano industriale ATAF, redatto da consulenti esterni incaricati dal nuovo presidente, il consigliere dello Sdi in Palazzo Vecchio Alessandro Falciani ha indirizzato un lettera aperta alla presidente dell'Ataf Elisabetta Tesi:

"La situazione attuale di ATAF che chiuderà il 2004 con un deficit previsionale di 9 milioni di euro (circa 18 miliardi di vecchie lire) non è molto dissimile da quella dei primi anni '90.

Nel 1991 ATAF registrò infatti 43 miliardi di passivo in vecchie lire, paragonabile a circa 22 milioni di euro. Fu attuato, in cinque anni, un Piano di Risanamento che portò il deficit a 16 miliardi (poco più di 4 milioni di euro) nel 1996. L'abbassamento del deficit fu realizzato grazie principalmente ad un'operazione di diversificazione aziendale che portò all'esterno certe attività al fine di ridurre i costi interni. Furono così costituite aziende di secondo livello, miste tra pubblico e privato tra cui LINEA ( trasporto pubblico per linee deboli), OPITEC (manutenzione mezzi) IMAGO ( delegata alla pubblicità).

Ma nel 1998 c'era la possibilità di azzerare il deficit portando a compimento la riorganizzazione dell'azienda, separando il settore immobiliare e patrimoniale da quello dell'esercizio. Costituire insomma due aziende separate, riportando ATAF alla sola e primitiva vocazione di azienda di trasporto pubbico. Ma la proposta non piacque all'allora assessore al traffico, e fu accantonata. Ma l'idea piaque ad altre aziende di trasporto come quella di Roma e Perugia, che invece la adottarono, realizzando consistenti vantaggi sul piano dei loro deficit.



E in tempi più recenti ATAF ha compiuto diversi errori: sia sul piano delle politiche tariffarie, che su quello della direzione aziendale e dell'organizzazione del lavoro. Infatti, la direzione dell'azienda è stata affidata ad un politico (ex presidente dell'azienda di trasporto pubblico di Bologna); sono stati aboliti i contratti di formazione lavoro che consentivano un notevole risparmio aziendale; inoltre il management è fortemente indebolito non essendo stati sostituiti il Direttore amministrativo e il Direttore del personale, figure attualmente vacanti.

E pare che l'azienda voglia fare a meno anche della figura del Direttore Generale.

In questo contesto appaiono del tutto inadeguate le proposte di intervenire sull'attuale deficit ipotizzando la fusione di ATAF all'interno di Firenze Parcheggi o conferendo il deposito ATAF di viale dei Mille al fine di ricapitalizzare l'azienda con beni di proprietà del Comune. Nel primo caso perché i privati (leggi banche) presenti all'interno di Firenze Parcheggi si guarderebbero bene dal prendersi in carico un'azienda con un deficit così alto.

Nel secondo caso perché il conferimento del deposito non risolverebbe i nodi strutturali aziendali, ma si configurerebbe come un pannicello caldo. Inoltre il conferimento porterebbe la quota societaria del Comune all'interno di ATAF dall'attuale 82% al 90%, realizzando un onere maggiore di copertura delle perdite per il Comune stesso.

La soluzione è pertanto rappresentata da un Piano di Risanamento quinquennale che dovrà intervenire sulle principali questioni strutturali:
- realizzazione della suddivisione dell'azienda, separando il settore patrimoniale e immobiliare (che potrà occuparsi anche della pianificazione del servizio) da quello vero e proprio di trasporto pubblico, riportando ATAF alla sua primitiva vocazione;
- riorganizzazione del lavoro,
- revisione della politica tariffaria

Ma bisogna fare presto, perché l'attuale capitale sociale di ATAF è di circa 30 milioni di euro, e il codice civile impone che quando la perdita raggiunge il 30% del capitale sociale, o si ricapitalizza o si portano i libri in tribunale per attivare le pratiche fallimentari.

E l'attuale perdita di 9 milioni per il 2004, (per il 2005 la previsione è pari a 12 milioni di euro) risulta essere pericolosamente vicina a quella soglia del 30%. Il mio auspicio è quello di potersi incontrare al più presto in una sede istituzionale adeguata coma la commissione consigliare di controllo sulle aziende partecipate del Comune".
"Il Comune e i comuni proprietari di Ataf incontreranno gli organi di Ataf il mese prossimo e sarà quella sede in cui si discuterà del piano industriale".

Lo ha detto il Vicesindaco Giuseppe Matulli che precisa come "le presunte rivelazioni apparse oggi sulla stampa sono solo parziali pubblicazioni di materiale preparatorio sul quale sarebbe assurdo pronunciarsi". Il Comune di Firenze e gli altri comuni di Ataf, nel momento in cui hanno deciso di votare nell'assemblea del luglio scorso l'abbattimento del capitale sociale, hanno chiesto ad Ataf, al suo presidente e al Cda di predisporre un piano industriale da discutere e definire a partire da settembre.

"Per noi, - sottolinea il Vicesindaco- rimane valido l'appuntamento con gli organi di Ataf entro il mese prossimo. Abbiamo dimostrato e con noi gli altri comuni la volontà di rilanciare l'Ataf pur con la piena consapevolezza dei problemi che caratterizzano il trasporto pubblico locale. Problemi, - ha aggiunto Matulli- che abbiamo affrontato con la Provincia e la Regione in preparazione della gara svolta nel mese scorso e che costituiscono i termini di una grave vertenza nazionale che riguarda appunto le risorse che sono da dedicare a questo servizio essenziale".

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