Il ritorno di Pat Metheny a Sesto d’Estate

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 giugno 2004 12:32
Il ritorno di Pat Metheny a Sesto d’Estate

Il chitarrista americano sarà di scena martedì 29 giugno al Parco di Villa Solaria – inizio ore 21,15; biglietti posti numerati 25/20/15 euro; info tel. 055240397. Stavolta in versione Trio, accompagnato da due stelle del jazz-rock come il contrabbassista Christian McBride e il batterista Antonio Sanchez.

PAT METHENY - Raro è l'artista improvvisatore, che raggiunge la più ampia audience senza annacquare la sua arte. Ancor più raro è l'artista che vede il suo pubblico espandersi rapidamente con la sua visione della musica.

Pat Metheny, virtuoso della chitarra, compositore dalle mille sfaccettature, produttore innovativo e pioniere della chitarra sintetizzatore, detiene una invidiabile posizione, principalmente dovuta ad un'insaziabile intelligenza musicale ed apparentemente ad un'energia senza fondo. Nato il 12 Agosto 1954 in un sobborgo rurale di Kansas City chiamato Lee's Summit, nel Missouri, Pat Metheny ha credenziali di chitarrista, anche al di fuori del Pat Metheny Group, alquanto impressionanti. Istruttore quando era ancora teenager all' Università di Miami ed alla Boston's Berklee College of Music, si è unito alla Gary Burton's band all'età di 19 anni.

Durante il suo periodo di permanenza negli anni ’70, Metheny è apparso su tre album della ECM "Ring", "Dreams So Real", e "Passengers". Se c’è un chitarrista che ha famigliarità con le sfide e le soddisfazioni che comporta il suonare in tre, questi è Pat Metheny. Nonostante il fatto che egli sia maggiormente conosciuto per i lavori con il Pat Metheny Group alcuni dei suoi più personali e influenti lavori sono proprio quelli suonati in trio e l’inizio della sua carriera discografica è segnato da un capolavoro quale “Bright Size Life” (1976) con Jaco Pastorius al basso e Bob Moses alla batteria, a tutt'oggi uno dei dischi più interessanti e riusciti di un trio elettrico e dello stesso Metheny.

“Rejocing”(1983) vede al fianco di Metheny il grande contrabbassista Charlie Haden e l'esplosivo batterista Billy Higgins, molto noti per il loro lavoro col pioniere del jazz moderno Ornette Coleman, e mette in rilievo la padronanza con la quale il chitarrista del Missouri riesce a confrontarsi con il grande jazz. Nell'estate dell '83 il trio si propone in un breve tour che lo porta ad esibirsi nei maggiori Festival Jazz europei. La diffidenza dei puristi jazz nei confronti di Metheny è definitivamente vinta grazie all'intensità dei concerti; alla prova del fuoco, assieme ai due mostri sacri, Metheny si rivela non solo all'altezza ma riesce a riportare in auge nel jazz uno strumento come la chitarra che, come si sa, non è mai stato centrale in questa musica.

Metheny è un musicista che non sa stare senza suonare. Per lui l’ideale è suonare sempre e si sente. Come di consueto anche gli ultimi tre anni sono stati per lui pienissimi di musica. In campo discografico sono usciti il nuovo cd del Pat Metheny Group “Speaking of Now” (2002), premiato col Grammy nella categoria “Best Contemporary Jazz Album”, e un gioiello di disco solo, “One Quiet Night”(2003) col quale ha vinto il suo 16°Grammy Award. In tour l’abbiamo visto con Charlie Haden a proporre le magie di “Beyond The Missouri Sky”, col Pat Metheny Group e in una serie di “residence” presso i maggiori festival europei durante i quali ha suonato con i musicisti locali o con quelli presenti nel cast dei festival stessi.

A Ravenna l’abbiamo sentito con Rava in uno dei concerti più interessanti di tutto il 2003. Poi, a Catania e a Cagliari abbiamo potuto ascoltare un’anteprima del nuovo trio formato con il contrabbassista Christian McBride e il batterista Antonio Sanchez e si è subito capito che quel progetto, messo in piedi per tre soli concerti europei, avrebbe avuto un seguito perché, già dalle prove pomeridiane di Catania, la scintilla musicale fra i tre aveva dato luogo a una facilità di comunicazione quasi perfetta.



CHRISTIAN MCBRIDE (contrabbasso) - Se si considerano gli ultimi dieci anni, il trentaduenne Christian McBride è stato acclamato più volte come il più interessante e dotato contrabbassista e bassista elettrico apparso sulla scena jazz mondiale. Benchè le radici profonde della sua musicalità risiedano nel jazz, Christian è un musicista poliedrico e aperto che deve quest’approccio estremamente positivo agli incontri musicali all’influsso del padre e dello zio, entrambi bassisti di professione.

La consuetudine con generi quali il R&B, il rock e la musica latina lo portano subito a considerare la musica, così come fa Metheny, un universo fatto di linguaggi differenti dei quali non si può essere che curiosi. Ed è proprio questa curiosità, sommata ad una spaventosa preparazione, che li porta ad avere una particolare facilità nel suonare assieme.

ANTONIO SANCHEZ - (batteria) - Nato a Città del Messico nel 1971, Antonio scopre la batteria all’età di cinque anni e ne intraprende lo studio sotto la guida dei migliori insegnati.

Dopo pochi anni inizia a suonare di tutto, dal rock al latin, con diverse band della città. A diciassette anni, mentre continua nella sua attività di batterista, entra al Conservatorio di Città del Messico e si dedica allo studio del pianoforte e della composizione, dell’armonia e del contrappunto. Nel 1993, dopo quasi cinque anni di frequenza, riceve una borsa di studio per frequentare i corsi jazz presso il Berklee College of Music di Boston, dove ha la possibilità di studiare arrangiamento, improvvisazione, composizione, solfeggio e armonia.

Durante il suo periodo bostoniano Antonio suona con i più rinomati musicisti della scena locale, fra cui Gary Burton, Mike Goodrick e Danilo Perez. Diplomatosi Magna Cum Laude ottiene un’altra borsa di studio per frequentare i master di improvvisazione jazzistica presso il New England Conservatory con docenti quali George Garzone e Danilo Perez. Quando Paquito D’Riveira chiede al Danilo Perez consigli per un nuovo batterista per la Dizzy Gillespie’s United Nation Orchestra, della quale ha preso la direzione dopo la scomparsa del grande trombettista, Perez gli suggerisce di ascoltare Antonio Sanchez.

Segue un lungo tour con quest’orchestra al termine del quale è lo stesso Danilo Perez a chiamare Antonio nel suo trio. Dopo due anni di concerti e un album di grande successo, “Motherland”, Antonio viene chiamato da Pat Metheny nel suo Pat Metheny Group. Oltre che con D’Riveira, Perez e Metheny, Antonio ha suonato con David Sanchez realizzando i due album “Traversia” e “Melaza”, con Avishai Cohen in “Unity” e “Colors” e con molti altri. E’ oggi considerato uno dei migliori batteristi del mondo e un vero e proprio maestro nel campo della poliritmia.

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