Lavoro atipico, un'indagine nel mondo dei co.co.co, del part-time, dei contratti a termine

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2003 09:30
Lavoro atipico, un'indagine nel mondo dei co.co.co, del part-time, dei contratti a termine

Sono l'atipicità e la flessibilità le nuove caratteristiche del lavoro. E sono i giovani, in particolare quelli che hanno fra i 25 e i 34 anni ad essere i maggiori fruitori dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa, i cosiddetti co.co.co, degli impieghi part-time, di quelli a termine, del lavoro interinale. Giovani e soprattutto donne. E' questo l'universo che ruota intorno al lavoro atipico che è stato oggetto dell'indagine condotta fra il dicembre 2002 e il marzo 2003 dall'assessorato al lavoro insieme alla sezione prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Asl e presentata ieri mattina in Palazzo Vecchio dall'assessore al lavoro Marzia Monciatti, dallo psicologo Fulvio Carbone che ha condotto la ricerca e da Carla Zamboni della Asl.

La ricerca è stata condotta su 340 persone "atipiche" impiegate nei call center, nelle cooperative sociali, nei servizi, nella ristorazione veloce come i pizza taxi. L'indagine si è occupata anche di valutare la percezione della tutela della salute nei lavoratori atipici. Secondo la ricerca il 55% delle persone impiegate in lavori atipici è donna, il 78% è celibe o nubile, il 48% vive ancora nelle famiglie di origine. L'elemento di curiosità è che la maggior parte delle persone intervistate è contenta del lavoro che svolge, si trova bene, ma è insoddisfatta del tipo di contratto.

L'88% di coloro che lavorano nei call center dichiara di divertirsi, lo stesso più o meno per gli educatori (81%) e per quelli che lavorano nel settore della ristorazione ( 67%). La maggioranza ritiene che solo in parte il lavoro che svolge è adeguato alle proprie aspettative (65%). L'Imps parla di 220.000 co.co.co in Toscana, dei quali più di 60.000 sono nella provincia di Firenze. Per quanto riguarda la salute negli ambienti di lavoro, una percentuale compresa fra il 37% e il 27,8% percepisce i rischi ambientali legati al microclima non confortevole, agli insufficienti spazi lavorativi, all'illuminazione incongrua, al rumore.

I rischi ambientali sono percepiti soprattutto nei call center e nel settore della ristorazione. I rischi relazionali ( rapporti fra colleghi) riguardano di più gli educatori. La ricerca evidenzia anche che dal 71% al 48% fra i collaboratori occasionali e part-time dichiara di ricevere scarse informazioni su sicurezza e salute. "E' la prima ricerca in Toscana condotta in questo modo - ha detto l'assessore Monciatti- . Un'indagine approfondita che riguarda anche gli aspetti psicologici, la soddisfazione personale, la tutela della salute".

"In base ai dati raccolti si tratta di giovani donne e uomini, - ha detto Fulvio Carbone- che hanno grande autostima e credono nella possibilità di costruire il futuro e che non si sono ancora imbattuti nei problemi di fronte ai quali pone il lavoro atipico e cioè le prospettive misere di pensione, la difficoltà di chiedere un mutuo, la possibilità di rimanere disoccupati".

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