La TAV in Mugello: le foto del deserto idrogeologico al presidente della Toscana Martini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 settembre 2003 08:26
La TAV in Mugello: le foto del deserto idrogeologico al presidente della Toscana Martini

I nostri torrenti non sono vasche di paese per pesci rossi da alimentare artificialmente con pompe": in una lettera-appello al presidente della Toscana Claudio Martini, accompagnata da 14 fotografie-documento (pubblicate sul sito web dell'associazione), Andrea Romagnoli di Idra chiede un intervento urgente per la tutela delle risorse idriche dell'Appennino devastate dalla TAV.
"Ci rivolgiamo a Lei - scrive a Claudio Martini l'esponente mugellano dell'associazione di volontariato Idra Andrea Romagnoli - per chiederLe di intervenire personalmente affinché venga avviato in modo serio e efficace il risanamento idrogeologico del Mugello colpito dagli impatti ambientali della cantierizzazione per l’Alta Velocità ferroviaria".


La lettera raccomandata è corredata da 14 fotografie che documentano visivamente il deserto di sassi in cui sono ridotti tanti corsi d'acqua del Mugello dopo che il tunnel dell'Alta Velocità ferroviaria ha tagliato le falde dell'Appennino, ed è stata inviata per conoscenza - insieme alle foto - anche alle massime autorità competenti e ad alcuni importanti politici eletti nel Mugello o a Firenze: l'ing. Giancarlo Cimoli, presidente delle Ferrovie dello Stato; il prof. Umberto Bertelè, presidente della T.A.V.

SpA; l'on. Altero Matteoli, ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio; i deputati Valdo Spini, Vannino Chiti e Marco Rizzo; i senatori Vittoria Franco e Antonio Di Pietro.
Romagnoli aggiunge al noto e lungo elenco di sorgenti e torrenti essiccati negli ultimi anni alcuni casi recenti. Come quello dell'Ensa, il fiume di Giotto, sulle cui sponde il maestro Cimabue lo vide disegnare, e dove è sorto il celebre ponte della Ragnaia, detto appunto di Cimabue. "Oggi questo torrente, in prossimità dell’abitato di Ronta nel Comune di Borgo S.

Lorenzo, scompare nella roccia lasciando un’arida pietraia". E poi c'è il torrente Veccione, accanto alla millenaria Badia di Moscheta nel Comune di Firenzuola, all’interno del Sito di Importanza Comunitaria "Giogo - Colla di Casaglia". E ancora la Carzola di Paterno, che scende da Monte Morello, nel Comune di Vaglia, e i torrenti Farfereta, Rampolli e Canaticce, che nasce presso la Casa Museo della Civiltà contadina mugellana vicino Grezzano, nel Comune di Borgo San Lorenzo. "Oggi il nostro Mugello sta vivendo dal punto di vista ambientale il periodo forse più drammatico della sua storia, e non per cause naturali", scrive Andrea Romagnoli, mentre ricorda ciò che ebbe a dichiarare pochi mesi fa in un'assemblea pubblica a Grezzano nel Comune di Borgo S.

Lorenzo - come hanno riportato le cronache - proprio l’assessore all’Ambiente della Regione Toscana Tommaso Franci: "Sui problemi ambientali ci siamo passati un po' troppo sopra: se siamo in questa situazione è perché ai torrenti si è pensato poco, mentre di più si è pensato alle opere compensative, pensando di poter far pari". Romagnoli osserva che "assai raramente si sente pronunciare sui media nazionali qualche parola su questo disastro ambientale, gravissimo, che sta vivendo il nostro Mugello per effetto della cantierizzazione TAV.

Una coltre di silenzio che non aiuta certo a risolvere i problemi". E aggiunge: "Sono stati ipotizzati svariati progetti di intervento. Ci domandiamo tuttavia quanto essi siano effettivamente realizzabili. I nostri torrenti da sempre sono inseriti nel delicato ecosistema dell’ambiente appenninico, con i loro boschi e le loro piccole sorgenti: non sono vasche di paese per pesci rossi da alimentare artificialmente con pompe". Romagnoli spiega: "I dati riferiti dalle autorità regionali parlano di fuoriuscite di oltre 300 litri al secondo, dalla sola galleria di Marzano.

Succede da mesi. Ci sono ancora 6 km da scavare sotto Monte Morello, e 2 km delicatissimi da Marzano. La maggior parte dei torrenti appenninici del Mugello saranno ridotti in aride pietraie come è successo a quelli di oggi?". E conclude: "L’acqua di superficie è demaniale e quindi di tutti: perché oggi questo diritto nel Mugello viene negato?".

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