La prima giornata di dibattito al terzo Meeting di San Rossore
Ogm: controlli tutti negativi su settanta aziende toscane

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 luglio 2003 07:21
La prima giornata di dibattito al terzo Meeting di San Rossore<BR>Ogm: controlli tutti negativi su settanta aziende toscane

SAN ROSSORE (PI)- "A metà novembre incontrerò tutti i movimenti che si occupano del tema dell'acqua per un confronto sul modello di gestione". Lo ha annunciato il presidente Claudio Martini in un'intervista al Tg3 toscano, in cui ha anche espresso tutta la solidarietà propria e della Regione al presidente del Piemonte Enzo Ghigo per le decisioni assunte sugli Ogm.
La Toscana è la sola Regione che ha approvato una legge per vietare le coltivazioni Ogm su tutto il proprio territorio. I controlli nel 2002 sono stati capillari: sono stati effettuate 80 analisi su 1300 ettari di mais e su 50 ettari di soia; sono stati controllati anche 65 mila quintali di sementi di mais e 32 mila tonnellate di sementi di soia.

In tutto settanta aziende. I risultati sono stati tutti negativi. Nel 2003 i controlli aumenteranno: ci saranno analisi anche sul 30 per cento dei prodotti in arrivo, che saranno eseguite al porto di Livorno e nei principali distributori. Confermata anche la ricerca di Ogm sugli alimenti baby food.
Al termine della mattinata di ieri il presidente Martini ha incontrato i giornalisti per un primo bilancio sul meeting. "Ero curioso di verificare gli esiti di questa prima giornata. Ora posso dire di essere soddisfatto.

Il Meeting di San Rossore - ha spiegato - è un appuntamento oramai consolidato in grado di camminare da solo senza grossi traini esterni: nel 2001 era imminente il G8 a Genova, nel 2002 c'era l'attesa per il Social Forum. Quest'anno c'era solo il meeting, che con i suoi contenuti ha suscitato l'interesse ed una così vasta partecipazione". "La sfida adesso - ha proseguito - è quella di coinvolgere ancora di più Regioni, consigli e sindaci dell'Europa e del mondo, per non smarrire l'ispirazione originaria di San Rossore che è stata quella di far dialogare movimenti ed istituzioni locali tra loro".

"San Rossore è un luogo di incontro di tanti opinioni diverse. Ma anche le voci più critiche come quelle del Forum contadino - ha concluso il presidente - mi sembrano quest'anno più interessate al dialogo: pronte a ragionare e a trovare assieme, con la Regione, spazi comuni. La forza del meeting è anche questa".
Durante l'incontro con i giornalisti il presidente della Toscana ha affrontato anche il tema dell'emergenza idrica in Toscana. "Dedicheremo la prossima giunta a questo tema. Siamo in stretto contatto con la protezione civile nazionale" ha detto, annunciando l'incontro di giovedì a Firenze con il responsabile Guido Bertolaso.


“Se riusciremo a salvare il nostro suolo, potremo salvare anche la nostra anima”. E’ con questa esortazione che Bernward Geier, direttore dell’Ifoam (la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura organica), ha concluso il suo intervento alla sessione del meeting di San Rossore dedicata all’ambiente. Un intervento dedicato tutto all’aggressione che l’uomo sta portando ad una delle risorse ambientali di cui forse c’è minore consapevolezza, il suolo, e che pure è vitale per l’intero pianeta.

All’erosione per motivi naturale si aggiunge infatti la “colonizzazione” della terra da parte delle città, delle strade, delle autostrade, e soprattutto quella “distruzione che si chiama agricoltura industriale”: un’agricoltura, ha spiegato Geier, in cui la figura stesso dell’agricoltore scompare – al massimo ci possono essere “conducenti di trattori” – e che in pochi anni può distruggere quello che la natura ha creato in millenni. “Il risultato – ha spiegato il direttore dell’Ifoam – è che ci sono terre dove ogni anno per ogni tonnellata di grano prodotta si perde una tonnellata di suolo”.

Senza parlare dei tremendi danni inferti dall’uso indiscriminato dei pesticidi. E’ una situazione difficile, ha ricordato Geier, ma anche la speranza è grande, legata ad una sempre più diffusa consapevolezza: “Siamo come Davide che ha vinto Golia. Questa volta non lo uccideremo, perché la nostra è una battaglia nonviolenta, ma vinceremo perché i Davide sono tanti. E per la verità – ha concluso Geier richiamando il titolo del meeting, “Una nuova visione globale” – non abbiamo bisogno neanche di una nuova visione globale, ma piuttosto di una rete globale, fatta di diversità locali”.


“Indipendentemente dalla fine della moratoria europea, il governo regionale non verrà meno alla sua politica di chiusura nei confronti degli Ogm, anzi rafforzerà questa politica”. E’ questo l’impegno assicurato dall’assessore all’agricoltura Tito Barbini, intervenendo questa mattina a San Rossore a conclusione della tavola rotonda dedicata all’agricoltura e al diritto al cibo. Quella sugli Ogm, ha spiegato l’assessore, è una scelta di fondo per un’agricoltura quale quella toscana, che ha deciso di scommettere sulla qualità, sulla sostenibilità ambientale e sulla sicurezza alimentare.

“Anche se alcuni ne stanno parlando, non credo che esista un modello toscano di agricoltura, credo piuttosto che sia possibile un’altra agricoltura e che questo in Toscana si stia dimostrando. Ed è una sfida culturale, ma anche economica, che sta dando risultati importanti in termi di reddito ed occupazione”. La Toscana – regione che ha già individuato e catalogato il maggior numero in Italia di prodotti tradizionali – sta comunque lavorando ad altri strumenti in grado di rafforzare la scelta di un’agricoltura di qualità, rispettosa dell’ambiente e delle culture locali.

In particolare l’assessore ha segnalato la proposta di legge sulla tutela delle razze e della varietà locali: presentata proprio oggi a San Rossore, proseguirà l’impegno regionale a tutela della biodiversità, con strumenti di tutela, ma anche di valorizzazione economica, delle risorse genetiche autonome, con un ruolo importante riconosciuto ai cosiddetti “coltivatori custodi”.
Dopo aver ricordato anche un’importante novità delle ultime settimane, la nascita della Fondazione internazionale per la biodiversità, frutto della collaborazione tra Slow Food e Regione Toscana (avrà sede a Firenze, presso l’Accademia dei Georgofili), Barbini ha preannunciato anche un’altra importante iniziativa legislativa, una normativa - attualmente in fase di discussione ad un tavolo di concertazione con le associazioni ambientaliste e degli agricoltori - per il sostegno alla piccola agricoltura contadina e familiare: legge, quest’ultima, che prevederà forme di sostegno per la piccola e piccolissima proprietà rurale, anche al di là dei sostegni alle aziende previste dalle politiche comunitarie.
Il dibattito si è concluso con l’intervento di un rappresentante del Foro contadino che, pur esprimendo il sostegno a numerose iniziative del governo regionale (divieto Ogm, commissione sul futuro del cibo, tutela e valorizzazione delle razze e varietà locali, salvaguardia dell’agricoltura contadina o familiare), ha espresso critiche nei confronti della legge regionale 9/1997, giudicandola penalizzante per l’accesso all’attività agricola.

Stessa valutazione anche da parte di un rappresentante di Legambiente.
“Abbiamo il dovere di proteggere la biodiversità, la sussidiarietà, il diritto di scegliere”: ha iniziato così, l’europarlamentare verde Caroline Lucas, il suo intervento alla tavola rotonda inaugurale del terzo Meeting di San Rossore. La deputata inglese ha attaccato la Nuova agenzia europea per la sicurezza, che sta facendo una politica di contrasto rispetto a quelle realtà, come l’Austria, che dichiarano il loro territorio libero dagli organismi geneticamente modificati.

Lo hanno fatto anche nove Regioni italiane. “La moratoria verso gli ogm – ha precisato la Lucas – deve essere mantenuta finché non saremo noi a decidere di toglierla”.
Illustrando alcune parti del Manifesto per il futuro del cibo, l’europarlamentare ha detto che deve essere sfatato il mito della possibile coesistenza tra coltivazioni ogm e non, perché dove si sono introdotte le prime, le seconde sono progressivamente scomparse. “Un altro mito da sconfiggere – ha concluso Caroline Lucas – è quello delle coltivazioni transgeniche che servono a sconfiggere la fame.

E’ falso perché le multinazionali non sono certo preoccupate da questo aspetto del problema. La fame è causata non certo dall’esclusione degli ogm, quanto da scelte politiche errate rispetto al controllo e alla distribuzione del cibo”.

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