Ieri in Palazzo Vecchio e' stato presentato il Piano Strategico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 luglio 2003 08:26
Ieri in Palazzo Vecchio e' stato presentato il Piano Strategico

"Firenze ha scelto il Piano Strategico per garantire un insieme di opportunità per i cittadini dell'area metropolitana, consapevole che ora è il momento di dare esecutività ai primi progetti, che non bastano solo gli interventi delle istituzioni pubbliche locali, come il Comune, ma occorrono anche altri soggetti per portare avanti i progetti del Piano Strategico. Tutto questo per garantire una città più vivibile che accetta la sfida di uno sviluppo più equilibrato e sostenibile. Così il sindaco Leonardo Domenici, presidente di Firenze 2010, ha commentato il Piano Strategico nel corso del convegno "Ripartire dalle città.

Nuovi esperimenti di governo locale" per presentare la nuova edizione del libro che raccoglie tutti i 32 progetti e i 55 interventi individuati: "Firenze 2010. Piano strategico dell'area metropolitana fiorentina". Tanta la partecipazione dei cittadini al convegno, a tal punto che si è reso necessario un cambio di sala: dalla Sala de' Dugento al Salone dei Cinquecento e anche questo è un segnale dell'alta partecipazione dei cittadini per conoscere le novità ed i cambiamenti della loro città.

Il segretario generale della CISL Savino Pezzotta, in extremis, ha dovuto declinare l'invito ma ha fatto pervenire un suo saluto nel quale condivide l'importanza del Piano Strategico per "migliorare Firenze, la sua funzionalità e la sua vivibilità per continuare a coltivare la sua proiezione internazionale, il suo ruolo in Europa. Per raggiungere tale obiettivo - ha proseguito Pezzotta - occorre il consenso, la coerenza, la capacità di impegnare tutti i cittadini verso obiettivi comuni. Firenze è stata la culla della cultura rinascimentale, fucina di artisti, di progetti arditi, Firenze può essere nuovamente culla di un nuovo risorgimento che si pone come modello di «conservazione» delle proprie qualità coniugandole allo sviluppo, al riabitare il centro cittadino e rendere più vivibili le periferie, per essere città del commercio e del turismo ma anche dell'industria e dei servizi più avanzati.

Riuscire a costruire un percorso comune, a coinvolgere le rappresentanze sociali ed economiche è una scelta difficile ma che non ha alternative". Il convegno è stato aperto dall'intervento di Luca Mantellassi presidente della Camera di Commercio e vicepresidente dell'Associazione Firenze 2010, che ha il compito di stabilire e seguire il percorso dei progetti. "Nel 2000 la felice intuizione del sindaco ha permesso di far nascere il Piano Strategico e in questi mesi l'Associazione, fondata a marzo 2003, ha lavorato per individuare i progetti del Piano Strategico che è un qualcosa in continuo divenire.

Questo - ha commentato Luca Mantellassi - è l'inizio di un percorso che a seconda delle esigenze sarà modulato ed ampliato. È questo un momento importante che ha visto la partecipazione dei cittadini e delle parti sociali. Ora è necessario presentare i progetti ai cittadini e passare dalle parole ai fatti". Ma al convegno hanno partecipato anche docenti di alcune città che stanno già lavorando ad un proprio Piano Strategico. Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia e docente all'Università San Raffaele di Milano, ha sottolineato l'importanza del Piano Strategico sia per quello che riguarda la partecipazione dei cittadini in autonome rappresentanze che per la scelta dei progetti individuati: "o le città riescono ad ottenere maggiori risorse economiche - ha commentato Cacciari - oppure saranno sempre costrette a ricorrere all'aiuto dei soggetti privati; l'importante è che le loro scelte non siano subordinate a questi aiuti.

In assenza dell'intervento del privato, i Comuni sono costretti ad aumentare le tasse fino ad un 30-35%; ormai è necessario agire in questo modo. È necessario recuperare e riusare le grandi aree dei centri cittadini e delle immediate vicinanze, risolvere il problema della viabilità. O questo viene fatto bene con scelte azzeccate altrimenti, le città vengono uccise. Le città, per poter tornare al centro della scena politica devono poter interloquire anche con altri livelli istituzionali". Arnaldo Bagnasco dell'Università di Torino ha raccontato l'esperienza della sua città dove già stanno pensando ad un secondo Piano Strategico: "bisogna imparare ad adoperare i Piani Strategici, bisogna mettere in rete finanziamenti pubblici e privati.

La logica del Piano Strategico è che una città si pensa come soggetto unitario pur presentando diverse e specifiche peculiarità. Fa parte della logica del Piano Strategico informare e modificare, ottimizzando, le strategie. Mi aspetto da Firenze, una città con una lunga tradizione civica e civile, numerosi input per l'esterno". Prima delle conclusioni del sindaco, l'intervento di Marco Cammelli dell'Università di Bologna. "È necessaria - ha detto - una preventiva analisi dei problemi. Firenze è una delle città che sta subendo una profonda trasformazione ed il problema che si pone è di come recuperare regole di governo che vadano oltre i piani di sviluppo.

Sono cinque i punti che devono essere sottolineati. Governare un'area metropolitana non significa creare necessariamente un'istituzione metropolitana. Inoltre il potenziamento degli enti locali è presupposto di ogni tipo di intervento. Il Piano Strategico non deve essere un processo solitario, devono essere coinvolte anche le altre istituzioni locali; è anche un problema di risorse poiché le riforme non si fanno mai a costo zero. «Messa a punto istituzionale», cioè gli enti locali devono sapersi attrezzare a questi nuovi compiti.

Infine deve esserci la capacità di coagulare attorno all'obiettivo una moltitudine di soggetti sia pubblici che privati". "Il volume che oggi abbiamo presentato - ha commentato Simone Tani assessore all'innovazione e strategie di sviluppo - è rivolto proprio alla cittadinanza per mostrare i primi progetti che stanno per partire e che, nei prossimi 7 - 8 anni, contribuiranno a cambiare il volto di Firenze, una delle prime città metropolitane a sperimentare la pianificazione strategica. Il libro non vuole però essere qualcosa di immutabile nel tempo; si adatterà alle esigenze della città, modificandosi".


"Quella del Piano strategico è una grande scommessa, il tentativo di proporre alla città un nuovo metodo collaborativo per individuare obiettivi di medio e lungo periodo e per associare più soggetti, siano essi pubblici o privati, per realizzare progetti condivisi". E' questo un concetto fortemente richiamato dal sindaco Leonardo Domenici nel suo intervento di chiusura della presentazione del Piano strategico dell'area metropolitana fiorentina "Ripartire dalle città. Nuovi esperimenti di governo locale" che si è svolta oggi a Palazzo Vecchio.

Il sindaco Domenici ha ribadito il ruolo fondamentale delle città, un ruolo che però la nuova costituzione europea non ha sufficientemente considerato. "Eppure - ha proseguito il sindaco Domenici - in Europa ci sono città che possono essere considerate vere e proprie capitali nel settore dell'economia, della politica, della cultura. E proprio Firenze ha le carte in regola per recitare questo ruolo ad esempio nell'ambito del restauro, con le nuove tecnologie: anche in questo campo le istituzioni pubbliche e private già operanti in città possono lavorare per un obiettivo comune".

Dall'Europa all'Italia. Il sindaco Domenici, richiamando il modello di ordinamento istituzionale derivato dalla modifica del titolo V della Costituzione, ha ribadito che "Stato, Regioni e Comuni devono avere pari dignità. La distinzione non è gerarchica, ma riguarda la differenziazione delle funzioni. Il sistema si deve basare su una leale collaborazione interistituzionale. Cosa che in questo momento non sta avvenendo". Il sindaco Domenici ha citato un esempio: la legge Finanziaria prevedeva l'istituzione, fin da febbraio, di una commissione sul federalismo fiscale che doveva aver già presentato una proposta.

"Ma ad oggi tutto è fermo" ha aggiunto il sindaco che, rimanendo sul tema delle risorse, ha ribadito la necessità di una maggiore autonomia per i comuni. "Non vogliamo più soldi ma la possibilità di decidere e di essere responsabili dei provvedimenti fiscali di fronte ai cittadini". In questo senso anche le Regioni hanno un ruolo fondamentale. "Grazie alle modifiche del titolo V - ha precisato Domenici - le Regioni possono emanare leggi per l'istituzione di tributi finalizzati. Da tempo sono impegnato su questo fronte: ovviamente non si deve pensare soltanto al famoso contributo a carico dei turisti ma anche ad altre forme di tributi finalizzati come per esempio quello sui carburanti, che potrebbe finanziare il ricambio del parco dei mezzi pubblici".

"Vorrei che il piano strategico servisse a far crescere la mentalità collaborativa, la condivisione di percorsi verso una dimensione di governo più ampia - ha concluso il sindaco -. Quella di oggi è soltanto una base di partenza per un percorso condiviso con i soggetti pubblici, privati, le associazioni e le altre realtà del territorio metropolitano".

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