L’artista Domenica Regazzoni inaugura a Firenze (Palazzo Vecchio-Sala d’Arme) una personale dal titolo “Dal legno al suono”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 marzo 2003 13:11
L’artista Domenica Regazzoni inaugura a Firenze (Palazzo Vecchio-Sala d’Arme) una personale dal titolo “Dal legno al suono”

La mostra è realizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze, della Soprintendenza speciale per il Polo Museale Fiorentino ed il contributo della Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus. La mostra, che resterà aperta fino al 3 maggio, è composta da circa quaranta opere originali - tecniche miste, tavole di legno rielaborate, sculture, opere su carta o tela - ispirate all’arte della liuteria. “Violini allo stato embrionale; violini ridotti a frammenti; - scrive Dorfles nel Catalogo - e anche violini spaccati di cui s’intravvede la matrice d’un suono ormai spento; ma ancora: singoli elementi di violini limitati alla circonferenza o alla sola superficie dell’istrumento dove le due “f”, ora mute, ne definivano per sempre la voce immutabile...”
Certo: è proprio di questi violini ancora in divenire o resi simili a inedite strutture scultoree che prende lo spunto la suggestiva mostra di Domenica Regazzoni dedicata a suo padre - il grande liutaio - che spese tutta la vita alla costruzione paziente e impeccabile di questi pronipoti dei Guarneri, Stradivari, Amati dei tempi andati.
I materiali che Domenica Regazzoni ha utilizzato per realizzare le sculture sono l’abete e l’acero “Legni - spiega l’artista - da sempre privilegiati dai maestri liutai per la costruzione di violini e viole” Ed è appunto da questa convivenza con il nobile istrumento e la sua laboriosa e delicatissima elaborazione vicino al padre liutaio - con i misteri incomunicabili nella ricerca dei materiali e delle vernici adatte - che l’artista ha preso l’avvio per realizzare - attraverso l’artificio della sua manualità, ma anche con la memoria idolatrata del lavoro paterno - le sue opere attuali: non ”quadri” o ”statue” ma documenti di un’artigianalità familiare e insieme invenzioni autonome ”in chiave di sol” di piccoli trofei lignei.
Una musica per violino solo o per quartetto (di vari autori), funzionerà come costante colonna sonora dell’esposizione, accompagnando il visitatore da un’opera all’altra e aiutandolo ad entrare nella particolarissima atmosfera della mostra.
Un breve filmato, realizzato nello studio di Dante Regazzoni, verrà diffuso durante l’esposizione.
Catalogo a cura di Gillo Dorfles edito da Skira.

Domenica Regazzoni
Domenica Regazzoni è nata in Valsassina nel 1953.

Da trent’anni si dedica alla pittura; ha abbandonato a poco a poco la figurazione per passare ad un’impostazione più astratta e informale. Dai primi anni 90 la sua opera è volta a cercare un punto d’incontro tra pittura, scultura, musica e poesia, alla ricerca delle intime affinità che legano colore e materia, suono e parola. Nel 1992 ha illustrato per la collana ”All’insegna del pesce d’oro” di Vanni Scheiwiller ”Canto segreto”, raccolta di poesie di Antonia Pozzi. Negli ultimi anni, ispirandosi alle più belle e poetiche canzoni di Mogol e di Lucio Dalla sono nate le mostre itineranti ”Colore Incanto” (1996-97) e ”Regazzoni&Dalla” (1999-2001), quest’ultima in collaborazione con la Galleria Blu.

Ha realizzato esposizioni personali a Tokyo (giugno 1997) e nelle principali città italiane tra cui: Milano (Fondazione Stelline, dicembre 1998), Roma (Complesso del Vittoriano, ottobre 2000) e Bologna (ex-Chiesa di S. Mattia, luglio 2001). Nel settembre 2000 ha presentato a Tokyo (Center Point Gallery, Ginza) una monografia ispirata alla poesia ”Haiku” edita da Viennepierre. Nel 1997 è stata tra gli artisti selezionati al concorso internazionale ”libero blu”. Vive e lavora nella tranquillità del suo studio presso il Castello di Peschiera Borromeo, alle porte Milano.

Dante Regazzoni
E’ nato a Cortenova Valsassina in provincia di Lecco, nel 1916 ed è scomparso a Lecco nel 1999.

Formatosi sotto la guida di Giacomo e Leandro Bisiach Jr, ha vinto importanti riconoscimenti alle rassegne internazionali di Roma (1956), Poznan (1957) e Ascoli Piceno (1959).

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