Greenpeace in azione a Livorno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 novembre 2002 15:49
Greenpeace in azione a Livorno

Roma, 6 novembre 2002 - Greenpeace è entrata in azione oggi, simultaneamente, a Livorno e a Milano contro la Dow Chemical, la multinazionale che ha assorbito gli impianti della Union Carbide a Bhopal, in India. 18 anni fa si verificò a Bhopal il più grande disastro chimico della storia che provocò 8.000 morti nei tre giorni sucessivi all'esplosione dell'impianto, 20.000 decessi ad oggi e oltre mezzo milione di persone continuano a soffrire degli effetti della nube tossica.
A Livorno alcuni attivisti dell'equipaggio dell' “Esperanza”, la nuova nave di Greenpeace, si sono arrampicati su una cisterna dello stabilimento Dow stendendo uno striscione raffigurante un teschio con all'interno delle orbite il logo della Dow ed un altro con scritto "Dow: salda il debito con Bhopal".
Contemporaneamente a Milano, attivisti di Greenpeace si sono incatenati di fronte agli uffici amministrativi della Dow Italia che, sollecitata nei mesi scorsi, si era rifiutata di ricevere i rappresentanti dell’associazione.

Hanno accompagnato la protesta di Greenpeace due vittime della tragedia di Bhopal, Rashida Bee, membro del comitato giustizia per Bhopal (ICJB) e Mohammad Ali Quaiser, medico della clinica Sambhavana di Bhopal, creata per assistere gratuitamente i sopravissuti. Scopo di Rashida Bee e Mohammad Ali Quaiser è incontrare i vertici delle filiali della Dow in Europa per chiedere giustizia.
“Bisogna globalizzare il diritto alla salute e all’ambiente - spiega Vittoria Polidori, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace -.

La Dow deve bonificare Bhopal secondo gli standard più elevati, almeno equivalenti a quelli che sarebbero applicati in Europa o negli Stati Uniti".
L' "Esperanza" proviene dalla Spagna e dalla Francia, ed è impegnata in un tour del Mediterraneo dove ha condotto iniziative per affermare la necessità di un regime internazionale che fissi le responsabilità delle imprese che provocano danni sanitari e ambientali.
"Perché dovrebbero pagare gli indiani per i danni, che hanno un reddito medio di 460 dollari all'anno, quando la responsabilità è di una multinazionale, il cui fatturato annuo si aggira sui 28 miliardi di dollari?
Continueremo la nostra battaglia sin quando la Dow Chemical non si impegnerà per la bonifica di Bhopal, a garantire alla popolazione acqua potabile, assistenza sanitaria ed un adeguato risarcimento alle vittime ” ha concluso Polidori.
Azioni di denuncia sulla Dow sono state già condotte in India, Usa e in diversi paesi europei da Greenpeace, che ha presentato la scorsa settimana un piano di bonifica per Bhopal alle autorità indiane.
Greenpeace presenterà il 9 novembre al Social Forum di Firenze un seminario sulle responsabilità della Dow Chemicals.

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