Apertura straordinaria notturna di Palazzo Medici Riccardi
Apt: un volume sulle vetrate artistiche a Firenze fra Ottocento e Novecento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 ottobre 2002 15:19
Apertura straordinaria notturna di Palazzo Medici Riccardi<BR>Apt: un volume sulle vetrate artistiche a Firenze fra Ottocento e Novecento

24 ottobre 2002 – Palazzo Medici Riccardi sarà aperto in via straordinaria sabato 26 e domenica 27 ottobre, per favorire l’ingresso del pubblico in concomitanza con la mostra “Capolavori della ceramica rinascimentale”.
L’orario è dalle 19 alle 23. Biglietto a 4 euro, comprensivo dell’ingresso alla Cappella di Benozzo Gozzoli ed alla mostra sulla ceramica, che presenta gli esemplari più belli della manifattura di Montelupo.

Un piccolo catalogo di formato pressoché quadrato, di legger peso, ma di rilevante contenuto scientifico e di elegante aspetto, c’invita, da quest’agosto, a percorrere in Firenze e immediati dintorni itinerari inconsueti, alla ricerca delle vetrate artistiche fra Ottocento e Novecento.
Ci guida in questa impresa Antonio Ugolini che, dopo una chiara introduzione, redige schede su trentadue complessi architettonici nei quali sono presenti vetrate artistiche del periodo considerato.
Questa pubblicazione della Casa Editrice Edifir di Firenze, con il contributo dell’Agenzia per il Turismo, della Provincia e della Camera di Commercio, Industria Artigianato e Agricoltura di Firenze, nasce come esito divulgativo, ad alto livello quantitativo, di una più vasta e approfondita ricerca, condotta dallo stesso Ugolini, come tesi di laurea in Storia delle Arti Decorative e Industriali, presso il Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo di Firenze.

Essa “anticipa l’uscita, nei prossimi mesi, di un contributo scientifico”, curato dallo stesso autore, sulle vetrate artistiche fiorentine fra Ottocento e Novecento.
L’interesse di questa ricerca nasce dall’argomento stesso: le vetrate artistiche di questo periodo non sono mai state oggetto nel loro complesso di uno studio sistematico e comparato, pur essendo, come fa notare lo stesso Ugolini, un rilevante episodio di “rinascita” artistica e artigianale, inserito nel più vasto fenomeno del recupero della tradizione artistica medievale.

Il fenomeno si collega così alle sperimentazioni revivalistiche, indotte dal collezionismo e dalla critica erudita, nel vagheggiamento della riconquista dell’unità delle arti, cui avevano ampiamente contribuito lo storicismo romantico e i movimenti europei di rivalutazione delle arti applicate.
A Firenze, la presenza di una colta colonia di eruditi e cultori d’arte, mecenati e collezionisti stranieri favoriva i contatti con questi movimenti e, nello stesso tempo sollecitava l’attenzione verso una tradizione che aveva dei capisaldi e punti di riferimento di elevatissimo livello come le vetrate di Orsanmichele, Santa Croce, Santa Maria del Fiore.
Proprio alla presenza delle colonie straniere a Firenze si deve la costruzione d’importanti edifici di culto, come la Holy Trinity Church e la chiesa di Saint James, dotate di notevoli vetrate.

Altre testimonianze si trovano nel cimitero israelitico.
La rivalutazione dell’importanza estetico-formale e il recupero della conoscenza artigianale e tecnica, come ben spiega l’Ugolini, destano interesse per i problemi conservativi e la salvaguardia degli esemplari antichi che vanno così a costituire l’esempio cui ispirarsi. Tutto questo sollecitava la formazione di laboratori cui facevano capo pittori-decoratori di vetrate come i Bruschi, Ulisse De Matteis, Ezio Giovannozzi, Guido Polloni, e infine la fondazione di manifatture come la Francini-Bruschi-De Matteis, la Quentin , le Fornaci San Lorenzo, lo Studio Polloni, e i laboratori Fanfani , Masini e Tolleri.

L’attività produttiva trovava la sua vetrina internazionale alle Esposizioni nazionali e internazionali che costituirono, pur con tutte le contraddizioni di un approccio commerciale al prodotto artistico, uno stimolo vivace per tutta la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del secolo passato. Alla primitiva ispirazione trecentesca si affianca la ripresa di elementi quattro-cinquecenteschi, in un revival neo-rinascimentale o eclettico, e poi il gusto liberty e deco.
Alle chiese, come destinazione privilegiata di vetrate, si affiancano edifici civili di varia destinazione: alberghi, sedi bancarie, enti pubblici, uffici, abitazioni private.

Come giustamente nota l’Ugolini, si verifica un allargamento della committenza. Le tipologie, ovviamente, cambiando destinazione, si diversificano e negli edifici civili appare il velario che, attraverso vetri opalescenti montati su strutture in ferro e acciaio, assicura copertura e luce diffusa a vasti saloni, o ad antichi cortili ridotti ad ambienti interni. Insieme a questi, negli alberghi, edifici termali, ville e abitazioni signorili si diffonde il giardino d’inverno, con l’impiego di vetri i cui decori, di gusto floreale, gareggiano con le piante ornamentali, realizzando il sogno di una perenne primavera, magari in paesi esotici.
Gli itinerari di visita previsti sono tre: due nel centro storico e uno negli immediati dintorni.

Piantine a colori evidenziano con chiarezza gli itinerari con le soste previste e relativa leggenda.
Negli itinerari si alternano edifici civili e chiese, in un variato incontro con stili e tecniche diverse.
Le schede, corredate di foto, eseguite anch’esse da Antonio Ugolini, forniscono brevi notizie sulla storia e trasformazioni dell’edificio, sull’iconografia e gli autori delle vetrate.
Parti introduttive e schede sono tradotte in inglese con testo a fronte. Utili apparati di corredo sono gli Itinerari tematici e i riferimenti bibliografici.

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