Enzo Iannacci in concerto a Quarrata venerdi 6 settembre ad ingresso gratuito

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 settembre 2002 16:08
Enzo Iannacci in concerto a Quarrata venerdi 6 settembre ad ingresso gratuito

Sono ancora in volo. Dall’omonimo CD, gli aeroplani di Enzo Jannacci - teneri testimoni di avventure e sogni – con la produzione di “MUSICA Srl”, continuano a levare il loro muso verso le belle piazze estive italiane su cui, atterrando portano il loro variegato carico di ironia, comicità, surrealismo; poesia musicale in assoluto, ma anche indignazioni e non sempre amene sincerità. Una filosofia di libertà assoluta che è la miglior chiave di lettura ‘jazz’ di un Enzo Jannacci scatenato ed in forma smagliante.
Per tracciare la rotta musicale della piccola e vivace “flotta”, ENZO JANNACCI si è avvalso di PAOLO JANNACCI, proprio lui - il figlio - già segnalatosi con successo nella realizzazione del suo personale lavoro discografico di jazz strumentale (‘Notes’ – Ala Bianca, 2002) che, ad eseguire musicalmente le imprevedibili acrobazie sonore progettate per lo spettacolo, ha chiamato MARCO BRIOSCHI alla tromba e flicorno, ALESSIO NAVA al trombone, DARIO FAIELLA alla chitarra elettrica, FRANCO CRISTALDI al basso, ROBERTO BALDAN alla batteria, insieme a lui alle tastiere e fisarmonica.
Ma le canzoni dell’ ultimo Cd saranno in buona compagnia, lasciando molto spazio a tanta parte del repertorio storico di Jannacci.

Dalle vecchie figure di “Giovanni Telegrafista” al mitico “Armando”, parte di un ‘meedley’ con quel repertorio di successo ‘jazz’ e popolare che furono “Ci vuole orecchio” e “Silvano”. A seguire una serie di ‘omaggi’ e riferimenti a cantautori come Umberto Bindi e Fabrizio De Andrè (con la famosa “Via del Campo” di cui solo recentemente è stato rivelato quale autore della musica) e ad altri, tra impegno e fantasia, come Chico Buarque de Hollanda e Paolo Conte. Troverà spazio anche una struggente “Vincenzina” e, sul finire l’esplosiva “La vita l’è bela”, petardo di surrealismo e gioia di vivere.

Un’energia ‘jazz’ distribuita qua e là: nelle suite di ‘chiosa’ dei vari brani, nei duetti alle tastiere con il figlio Paolo, negli assolo di presentazione dei singoli, eccezionali strumentisti che lo accompagnano. Persino negli strampalati monologhi con cui a volte ipnotizza il pubblico. Insomma: il ‘jazz’ come ‘fil rouge’ con cui imbastire tutto lo spettacolo. Forse, nella visione di Enzo, tutta la vita. Come dicevamo, appunto: un’arte, una filosofia.

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