Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2002: Costa Gavras

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 luglio 2002 09:34
Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2002: Costa Gavras

Domani alle ore 17, seminario di studi con Costa-Gavras a cura della cattedra di Storia e critica del cinema dell’Università degli Studi di Firenze, a Casa Marchini-Carrozza di Fiesole.
Alle ore 21 consegna del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema. Interviene Oliviero Toscani. Segue proiezione del film Hanna K. di Costa-Gavras (1983) al Teatro Romano di Fiesole.
Martedì 16 luglio, ore 10, incontro-convegno su "Costa-Gavras, cinema e storia", coordinato dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, alla Palazzina Mangani di Fiesole.
Dal 16 al 20 luglio rassegna cinematografica di Costa-Gavras al Palasport, Arena di Marte Piccola a Firenze.
Cinema e storia.

Cinema e politica. È da più di dieci anni ormai che a Fiesole si danno appuntamento registi, attori, critici, studiosi, storici e politici per le giornate del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema.
Costa-Gavras, nato in Grecia il 13 febbraio 1933, studia ad Atene e si trasferisce a Parigi per frequentare la Sorbona e l’IDHEC; dal 1959 lavora come assistente di Allégret, Verneuil, Clair, Demy, Giono, Clément, Becker e Ophüls, debuttando nella regia con un poliziesco, Vagone-letto per assassini (Compartiment tueurs, 1965), dove il colpevole è l’investigatore stesso.

La provocazione è subito una sua caratteristica, dato che nella seconda opera, Il 13° uomo (Un homme de trop, 1967), i partigiani francesi, che hanno attaccato un carcere per liberare dodici prigionieri, ne trovano uno in più. Chi è il tredicesimo? Un criminale, un folle, un traditore o piuttosto il segnale di un mistero che sottende l’apparenza delle cose? Due anni dopo Z – L’orgia del potere rivela Costa-Gavras al pubblico internazionale formando - con i successivi La confessione, L’amerikano, L’affare della sezione speciale – una vigorosa tetralogia che analizza modi diversi di oppressione, contro cui alcuni uomini coscienti, avversi al totalitarismo, lottano con tenacia e naufragano, aureolati di gloria e di martirio.

Nei primi tre domina l’attore Yves Montand, rispettivamente un deputato pacifista, un comunista epurato e un agente degli Usa implicato nei golpe sudamericani. Lo ritroviamo in Chiaro di donna (Clair de femme, 1979), dove contende a Romy Schneider il primato di una funebre malinconia. Più netti e impietosi sono gli accenti di Missing, un intenso resoconto del colpo di stato in Cile narrato da un figlio, poi desaparecido, e dal padre (interpretato da Jack Lemmon) che lo cerca negli obitori e negli ospedali di Santiago.

Gli altri film degli anni Ottanta – Hanna K., Consiglio di famiglia, Betrayed, Music Box – restano fedeli ai temi trattati dal regista nel decennio precedente, ma il protagonista è sempre una donna, due volte sola e tradita, che affronta i simboli virili del potere e della violenza. La piccola apocalisse e Mad City, una commedia lunare e una grottesca dedicate a perdenti senza appello, creano la parentesi di vicende intime e personali necessaria a traghettare gli eroi sovversivi di Costa-Gavras nel quadro di un altro formidabile processo alla Storia, quello pubblico e privato che, nel recente Amen, un nazista e un giovane gesuita svolgono contro l’ipocrisia e l’omertà dei poteri concordi nel negare la realtà dell’Olocausto.

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