Omaggio a Kantor: presentazione di 3 volumi al Gabinetto Viesseux di Piazza Strozzi l'11 Giugno alle ore 17

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 giugno 2002 19:36
Omaggio a Kantor: presentazione di 3 volumi al Gabinetto Viesseux di Piazza Strozzi l'11 Giugno alle ore 17

Nel dicembre 1990 moriva a Cracovia , a pochi giorni dal debutto di Aujourd’hui c’est mon anniversaire, Tadeusz Kantor , pittore, scenografo, regista teatrale polacco. Kantor non era un artista qualunque. Già nei primi anni ’70, quando ancora doveva mettere in scena capolavori assoluti come La classe morta o Wielopole Wielopole, veniva indicato come “uno dei più rappresentativi teorici dell’organizzazione dello spazio teatrale in senso plastico mediante l’utilizzazione dei materiali più diversi”.
Kantor doveva poi esportare in tutta Europa il metodo rivoluzionario sperimentato nella sua officina di Cracovia, il celeberrimo Cricot 2.

Prese corpo da lì e permeò gran parte della cultura europea l’idea dell’esistenza come rappresentazione, del teatro inteso come luogo sintetico della rappresentazione dell’esistere.
Una tappa importante nelle sue peregrinazioni fu senz’altro Firenze dove impiantò il Cricot nel biennio 1979-80, presso la Chiesa sconsacrata di S. Maria.
Il risultato fu l’allestimento di Wielopole Wielopole, non a torto definito uno “sconvolgente capolavoro”, che proiettò la città gigliata al centro dell’attenzione della cultura internazionale.

Firenze non si è dimenticata e in questi giorni vi si inaugurano diverse mostre dedicate all’artista: alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti (i dipinti, i disegni, il teatro); sempre a Pitti al Rondò di Bacco (gli oggetti scenici); al Teatro della Pergola (Kantor nelle fotografie di Maurizio Buscarino).
La Biblioteca Teatrale Alfonso Spadoni insieme alla Casa Editrice Titivillus sono impegnate in pieno in questa operazione al contempo di celebrazione e di riflessione sull’opera di uno dei più grandi artisti del secolo passato.
Innanzitutto con un racconto/diario/confessione L’illusione vissuta di Luigi Arpini, uno degli attori feticcio del regista; un compendio biografico, Il viaggio di Tadeusz Kantor , a cura di Józef Chrobak, direttore della Cricoteca di Cracovia; ed infine un volume collettaneo, Kantor a Firenze curato da Valerio Valoriani, in cui critici teatrali, storici, politici, artisti fanno il punto su quella indimenticabile esperienza di più di venti anni fa.

Józef Chrobak (a cura di), Il viaggio di Tadeusz Kantor
È la minuziosa biografia di uno dei maestri più importanti del ‘900.

Pubblicata in polacco a cura di Józef Chrobak, ha adesso un ulteriore aggiornamento con notizie inedite, ma soprattutto con brani di diario, appunti, interviste ‘sconosciute’ a Kantor e ad altri testimoni. Un libro essenziale per conoscere una vita tutta dedicata all’arte, dove l’incontro tra pittura e teatro ha creato eventi straordinari, come “La classe morta”, “Wielopole Wielopole”, “Crepino gli artisti”, “Qui non ci torno più”.

Luigi Arpini, L’illusione vissuta.

Viaggi e teatro con Tadeusz Kantor
Non amare Kantor era, credo, perfettamente impossibile, soprattutto per chi venendo ‘usato’ da lui come vettore o strumento o addirittura (scelgo apposta il termine più crudo) come puro materiale dell’ossessiva messa in scena della sua memoria, non poteva non reagire a questo atto d’appropriazione e dunque d’esproprio nel solo modo in cui un dannato può opporsi al custode del girone nel quale è rinchiuso: detestandolo. Ma non è di questo amore-odio, credo, che Arpini vuole confessarsi, non è di questo amore-odio che , di fatto, ci metta a parte, bensì del suo personale e isolato percorso di salvezza e prima ancora di segreta, caparbia ribellione.
dall’introduzione di Giovanni Raboni

Valerio Valoriani (a cura di) Kantor a Firenze.
È il racconto di pochi, intensi mesi di lavoro nella sede fiorentina del Cricot 2, aperta nel 1979 da Tadeusz Kantor che voleva raddoppiare lo spazio allora molto fittizio che il suo teatro aveva a Cracovia.

In quei mesi Firenze fu messa a dura prova, Kantor si comportò da quel “grande artista” che era, pretendendo l’impossibile, ma allestendo anche “Wielopole Wielopole”, forse il suo spettacolo più bello.
Interventi di Maurizio Buscarino (del quale si pubblicano molte delle foto di scena), Franco Camarlinghi, Gianfranco Capitta, Brunella Eruli, Siro Ferrone, Tadeusz Kantor, Alberto Mariani, Luigi Marinelli, Cesare Molinari, Andres Neumman, Franco Quadri, Giuliano Scabia, Alfonso Spadoni, Mario Sperenzi, Renzo Tian.

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