I Sindaci per una informazione libera e pluralista

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 aprile 2002 08:49
I Sindaci per una informazione libera e pluralista

Scandicci - Giovanni Doddoli (Sindaco di Scandicci), Giuliano Lastrucci (Sindaco di Bagno a Ripoli), Carlo Moscardini (Sindaco di Lastra a Signa), Adriano Chini (Sindaco di Campi Bisenzio), Paolo Bambagioni (Sindaco di Signa) sono i primi firmatari dell’Appello per una informazione libera e pluralista inviato al Presidente della Repubblica ed ai Presidenti di Camera e Senato. Le adesioni possono essere inviate alla Segreteria del Sindaco di Scandicci per fax: 055.7591312 o per e mail: sindaco@comune.scandicci.fi.it

Appello al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera
"I Sindaci dei comuni di Scandicci, Bagno a Ripoli, Lastra a Signa, Campi Bisenzio, Signa primi firmatari dell’Appello per una informazione libera e pluralista, si rivolgono alle massime autorità della Repubblica per esprimere la loro ferma protesta alle esternazioni ed ai giudizi del Presidente del Consiglio relativi al lavoro svolto in Rai da Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi.
Mai ci era toccato di assistere, da parte di un Presidente del Consiglio, a tanta arroganza e livore nei confronti di coloro che, da giornalisti o uomini di spettacolo, si sono potuti esprimere grazie alle libertà di pensiero, parola, informazione, critica e satira fino ad oggi garantite a questo paese dai governi democratici che si sono succeduti dopo la Liberazione dal fascismo.
Le minacce, neppure velate, avanzate dal Presidente del Consiglio nei confronti di Biagi, Santoro e Luttazzi –o cambiano le loro idee o in Rai per loro non ci sarà più posto- sono una intollerabile manifestazione antidemocratica ed autoritaria che, in quanto rappresentati di comunità e garanti della legalità democratica, non può che preoccuparci.
La posizione del Presidente del Consiglio, la sua violenta e plateale invasione di campo sul terreno della televisione pubblica di Stato che non dovrebbe assolutamente essere da lui trattata, le nomine dei direttori di rete, dei telegiornali e dei radiogiornali Rai, la non risolta questione del conflitto di interessi non possono che preoccupare tutti coloro che hanno a cuore non gli interessi di una parte ma la difesa del pluralismo dell’informazione, cardine di ogni democrazia moderna ed evoluta.
I Sindaci invocano pertanto l’autorevole intervento del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato, del Presidente della Camera a garanzia del rispetto delle regole democratiche".

"Le sconcertanti parole del presidente del consiglio Berlusconi contro giornalisti come Biagi e Santoro e contro un comico come Luttazzi, non possono che allarmare e far guardare con profonda preoccupazione al futuro dell'informazione nel nostro paese.

Mai come ora è necessario difendere la pluralità dell'informazione e mobilitarsi per garantire la libertà e l'indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo. Non possono essere il Governo e il Presidente del consiglio a stabilire come si fa la corretta informazione e a decidere che cosa e come deve essere trasmesso. Questo a tutti i livelli, a cominciare dalle realtà locali". Sono le parole del sindaco di Firenze e presidente ell'Anci Leonardo Domenici, dopo le polemiche suscitate dall'intervento del premier che ha definito "criminosa" l'attività di Biagi, Santoro e Luttazzi.

E sempre riferendosi alle realtà locali, Domenici aggiunge: "Il patrimonio di capacità e indipendenza dei giornalisti delle redazioni regionali della Rai non è in discussione. Mi auguro che la divisione tra Tg3 e Tgr non mortifichi queste professionalità, che avrebbero invece tutti i requisiti per avere più spazio e visibilità: l'informazione che riguarda il territorio, i Comuni, le Province va potenziata e non certo ridimensionata. Il futuro dell'informazione deve passare necessariamente dalle realtà locali.

Anche questo è un modo per realizzare il federalismo nel nostro paese".
Solidarietà a Santoro, Biagi e Luttazzi è stata espressa da Giovanni Fittante, capogruppo di "Insieme per l'Ulivo in Toscana" secondo il quale «le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono gravi, arroganti e intimidatorie». «Con il suo atteggiamento - ha proseguito il capogruppo di "Insieme per l'Ulivo in Toscana" - Berlusconi conferma che in Italia la libertà di informazione è in pericolo.

Stiamo vivendo un momento critico se non addirittura pericoloso: il grande concentramento di proprietà di mass media da parte di un solo soggetto, che peraltro governa e condiziona anche le reti pubbliche, non ha paragoni negli altri stati democratici».
“Sulla Rai mi aspettavo di tutto e di più, ma non avrei mai pensato che si arrivasse a tanto”. Questo il commento del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, a seguito delle dichiarazioni con le quali il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha definito “criminose” l’attività giornalistica di Enzo Biagi, Michele Santoro e le trasmissioni di Daniele Luttazzi.
“Dalla Rai anch’io vorrei qualcosa di più – prosegue il presidente toscano - vorrei programmi migliori, sia di approfondimento che di intrattenimento.

Vorrei una televisione pubblica più impegnata nel raccontare il paese reale, ciò che accade davvero non solo a Roma, ma in tutte le altre città e nei tanti paesi. Il pluralismo è un obbligo di tutta l’informazione, in particolare di tutti quelli che usufruiscono di concessioni pubbliche: lo è di sicuro per la Rai, dovrebbe esserlo anche per Mediaset. Leggere le dichiarazioni del presidente del consiglio, con cui di fatto licenzia due giornalisti ed un comico, non solo offende l’intelligenza degli italiani, ma non può che suscitare allarme per l’esercizio di fondamentali diritti di libertà”.
“Per fortuna – prosegue Martini - vivo in Toscana, dove la Rai è un’altra cosa.

Quando guardo i Tg, quelli nazionali e quello regionale, noto che ci sono bravi professionisti, capaci di fare informazione con equilibrio e rispetto di tutte le parti. Non mi interessa per chi votano, né qui, né a Roma. Per quanto ci riguarda, in Toscana siamo orgogliosi del nostro patrimonio radiotelevisivo, sia di quello pubblico che privato. Vi sono professionalità e potenzialità che meritano di essere valorizzate, non mortificate. Anzi, che meriterebbero un ruolo maggiore anche sul piano nazionale”.

“Mi auguro – conclude la sua dichiarazione il presidente della Toscana - che anziché licenziare bravi professionisti, l’emittente pubblica trovi l’occasione per dare loro più spazio, sia sui palinsesti nazionali che regionali, a partire dall’informazione e dagli eventi espressione dei vari territori”.

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