Pirandello al teatro Rifredi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 aprile 2002 17:03
Pirandello al teatro Rifredi

Da giovedì 18 a sabato 20 aprile, EMMEVU TEATRO presenta al teatro Rifredi "Uno, nessuno e centomila", di Luigi Pirandello, con Nestor Saied Beatrice Ciampaglia e Giuseppe Tancorre regia di Lorenzo Salveti.
NESTOR SAIED, ATTORE ARGENTINO IN ITALIA DA 25 ANNI, IMPORTANTE INTERPRETE NEL PANORAMA NAZIONALE, CONCLUDE LA STAGIONE DEL TEATRO DI RIFREDI, PROPONENDO UNA MODERNISSIMA VERSIONE TEATRALE DEL ROMANZO PIRANDELLIANO PER LA REGIA DI LORENZO SALVETI. LO SPETTACOLO, PROGETTO MULTILINGUISTICO IN LINGUA ITALIANA E SPAGNOLA, PRODOTTO DI UN LUNGO WORK IN PROGRESS, SI SVOLGE IN UNA STALLA, IN UNA ATMOSFERA RICCA DI CONTAMINAZIONI SONORE E LETTERARIE, DOVE SAIED CREA, DA VERO MATTATORE, UNO STRETTO E PROFONDO CONTATTO CON IL PUBBLICO, NEL DARE CORPO E PAROLA AL PROTAGONISTA VITANGELO MOSCARDA.
“Ho scritto inoltre un romanzo, Uno nessuno e centomila.

Esso comprende il significato e l’essenza di tutta l’opera mia. Sarà come il mio testamento letterario, dopo la pubblicazione dovrei tacere per sempre”. Con queste parole Pirandello descriveva il suo ultimo romanzo pubblicato nel 1926 dopo una elaborazione di ben 25 anni. Romanzo assolutamente moderno per il continuo intreccio di basso e sublime, tragico e comico, tra psicologia e mito, ma soprattutto per il suo protagonista Vitangelo Moscarda, davanti al quale le porte dell’inferno si spalancano la mattina di un giorno qualunque davanti allo specchio di casa.

Una banale osservazione fatta dalla moglie a proposito del suo naso (è storto ma non ci aveva mai fatto caso!) lo illumina su una verità tremenda: quello che gli altri percepiscono di noi può non collimare perfettamente con quello che sappiamo di noi stessi; così mentre crediamo di essere la stessa persona per tutti, siamo in realtà centomila persone differenti, una per ciascuno degli individui che abbiamo di fronte; una moltitudine di identità che frantuma la nostra unicità rendendoci in sostanza una ‘non-persona’.

E’ questa la consapevolezza che, atroce e fulminante condurrà l’uomo ad una totale perdita di senno. La follia irrompe così nella vita di Vitangelo Moscarda. Romanzo dalla vocazione teatrale Uno, nessuno e centomila viene proposto questa volta in una modernissima versione interpretata da Nestor Saied nell’allestimento di Lorenzo Salveti; lo spettacolo, una sorta di work in progress, ora approdato alla sua versione definitiva, ha già avuto successo in vari paesi, dalla Spagna alla Grecia, dal Brasile alla Colombia, dalla Turchia alla Tunisia prima di approdare in Italia. Salveti reinterpreta creativamente l’ambientazione pensata dallo scrittore siciliano: nella paglia di un ospizio di mendicità ambientato in una stalla l’ormai lacero e ripugnante Vitangelo Moscarda ripercorre a ritroso il percorso iniziatico che lo ha condotto a dimettersi dalla società prima e dalla vita poi.

In una partitura drammatica Moscarda denuncia la sua scoperta di non essere ritagliandosi il ruolo di figura esemplare dell’inquietudine esistenziale dell’uomo contemporaneo. Qui assistiamo all’inconsueto incontro tra il personaggio pirandelliano e la protagonista felliniana de La Strada: la follia logorroica e iperanalitica di Moscarda è bilanciata infatti dalla presenza costante di Gelsomina, interlocutrice muta e dolcissima, che si muove in scena sulle indimenticate note di Nino Rota.

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