Carla Bley Trios in concerto a Quarrata il prossimo 6 Aprile (ore 21.30) al Teatro Nazionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 aprile 2002 06:33
Carla Bley Trios in concerto a Quarrata il prossimo 6 Aprile (ore 21.30) al Teatro Nazionale

Difficile riassumere in poche righe il ricchissimo itinerario musicale di Carla Bley: dagli inizi newyorchesi, dove entra in contatto con musicisti del calibro di Jimmy Giuffre, George Russell, Art Farmer, alla fase europea che attraverso il sodalizio con Michael Mantler prima e Steve Swallow poi, giunge fino ai giorni nostri. In maniera inversa a questo suo percorso ‘geografico’ l’interesse verso modelli e forme della musica europea lascia il posto, con il passare degli anni, ad una rinnovata attenzione verso idiomi più strettamente jazzistici: dalle prime esperienze con la Jazz Composer’s guild di Bill Dixon, dalla fondazione della Jazz Composer’s orchestra association (JCOA), con la quale incide la famosa ESCALATOR OVER THE HILL, che la consacra definitivamente un grande della musica jazz, agli arrangiamenti per l‘ancor più celebre primo disco della Liberation music orchestra di Charlie Haden.

Nei decenni successivi, Carla Bley continua a comporre ed incidere per la Watt e collabora con musicisti come Steve Swallow con il quale incide Duets nel 1988, Go Together nel 1992 e Are We There Yet? nel 1998, fino alle ultime incisioni per grande orchestra che consacrano la Bley quale autentica erede della tradizione dei grandi direttori, nel solco che va da Duke Ellington a Gil Evans. Per una volta la Bley abbandona la roboante cornice della sua big band per dedicarsi ad un trio in cui la affiancano due cari amici, il compagno Steve Swallow al basso ed Andy Sheppard, il talentoso sassofonista inglese solista di spicco anche nell'orchestra.

Per anni la Bley si è poco concessa come solista, preferiva arrangiare e dirigere il suo ensemble, eppure il suo stile diretto e asciutto al piano vanta nobili discendenze, unito ad un gusto unico nella scelta dei tempi, negli arrangiamenti, sempre curati anche in una dimensione così raccolta. Un fuoriclasse come Swallow assicura ritmo e feeling senza difficoltà, mentre a Sheppard tocca il compito di trascinante solista, una parte già perfezionata di fianco a Carla nella sua orchestra.

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