Raddoppiate le presenze nei nuovi centri per l’impiego

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 febbraio 2002 23:32
Raddoppiate le presenze nei nuovi centri per l’impiego

FIRENZE- Gli stanzoni dei vecchi uffici di collocamento, le code allo sportello per le timbrature mensili, gli elenchi appesi alle bacheche talmente lunghi da risultare illeggibili: con tutto questo la Toscana ha chiuso. La rivoluzione è stata graduale, ma sicuramente ha cambiato volto al sistema dei servizi all’impiego. Oggi ai vecchi banchi dove la gente si accalcava per presentare domande e sbrigare le varie pratiche si sono sostituiti quasi ovunque sportelli specializzati e, soprattutto, uffici nei quali coloro che sono in cerca di un impiego possono essere ricevuti dal personale del centro per appuntamento con colloqui individuali e risposte personalizzate e dove le imprese possono trovare risposte non casuali alle loro esigenze di personale e manodopera.
Alla fine del secondo anno di avvio concreto del sistema regionale per l’impiego, a raccontare la rivoluzione copernicana del settore sono anche i numeri.

Nel corso del 2001 le presenze registrate nei centri per l’impiego della Toscana sono state complessivamente quasi 600.000, mentre le richieste da parte delle imprese sono state circa 70.000. Nel 2000 le presenze erano state circa 250.000 e il numero delle imprese circa un terzo in meno. La riforma è partita nel 1999, dal momento in cui è diventata operativa la legge regionale 52 del 1998 con cui la Regione Toscana ha recepito la normativa nazionale che affidava alle Regioni la gestione del mercato del lavoro, decentrando competenze e strumenti.

Ma non si è trattato di un semplice travaso di funzioni dal centro alla periferia. A cambiare volto è stato l’intero modello dei servizi all’impiego. Accanto al collocamento, cioè all’incrocio fra domanda e offerta, entrano a pieno titolo nel sistema regionale dei servizi per l’impiego anche orientamento e formazione e tutto il grande capitolo delle “politiche attive”, vale a dire gli strumenti e le opportunità che possono servire a creare occupazione. Un sistema integrato dunque, modellato su un mercato del lavoro in rapido cambiamento, più flessibile per dare risposte flessibili e offrire opportunità più ampie e diversificate ai cittadini in cerca di lavoro.

Un sistema articolato anche su basi territoriali e quindi più vicino a coloro che vi si rivolgono. Oggi l’opera di costruzione è praticamente a regime. La sua ossatura è, al momento, costituita da 23 Centri per l’impiego, cui si affiancano 38 servizi territoriali. Ma la struttura è destinata a crescere, perché in ogni Comune si sta lavorando ad attivare sportelli informativi presso le sedi delle organizzazioni di categoria e dei sindacati, ampliando così i possibili canali di comunicazione e informazione.

Completamente nuova anche la gestione, affidata dalla legge regionale alle Province che sono subentrate alla gestione da parte del ministero del lavoro. Questo sforzo è sostenuto dalla Regione con uno stanziamento di circa 30 milioni di Euro per il completamento degli interventi sulle strutture entro la fine del 2003. Sempre della Regione resta la competenza sulla programmazione e l’indirizzo, il coordinamento e la verifica, mentre il concorso delle parti sociali è assicurato da una commissione regionale tripartita cui partecipano, oltre alla Regione, anche le parti sociali e da un’analoga commissione a livello provinciale.

“Il cammino della riforma è ormai compiuto - commenta l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Paolo Benesperi - e i primi due anni di funzionamento dei centri per l’impiego dimostrano l’efficacia del sistema.
I nuovi servizi per l’impiego dovranno, anche utilizzando il nuovo software messo a disposizione dalla Regione, realizzare un nuovo approccio, integrato, in cui orientamento, formazione e incrocio fra domanda e offerta convivono in una struttura unica o comunque in collegamento permanente, un punto di riferimento al quale l’utente puo’ rivolgersi direttamente, senza perdite di tempo, dove trovano spazio consulenti, tutor, banche dati.

Tutto quanto puo’ servire, insomma, per umanizzare e rendere piu’ personale il rapporto fra cittadino e uffici, quel rapporto che spesso mancava negli uffici di collocamento vecchia maniera”. Tutto questo comportera’ un investimento notevole, cui la Regione intende fare fronte anche con le risorse del fondo regionale di sviluppo e il coinvolgimento costante, così come è avvenuto anche in questa prima fase, delle Province e dei Comuni, tutti invitati a disegnare, insieme alla Regione, il nuovo sistema.

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