Al mercato di Novoli tornano a scendere i prezzi degli ortaggi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 gennaio 2002 23:10
Al mercato di Novoli tornano a scendere i prezzi degli ortaggi

Firenze, 23 gennaio 2002- Come previsto i prezzi folli dei giorni scorsi stanno cominciando a scendere, ma, per ora, non piu' di tanto, visto che, cosi' come ci fa sapere la Confagricoltura per i prezzi all'ingrosso, le zucchine (ormai il simbolo di queste fiammate di prezzi d'inizio anno) sono assestate a € 4,65, rispetto ai 4,91 della settimana scorsa.
“Vogliamo difendere il lavoro che si svolge all’interno del mercato di Novoli, dove non succede niente di anomalo”. Lo afferma l’assessore allo sviluppo economico Francesco Colonna, che assieme al presidente di Mercafir Alberto Tirelli, al suo vice Gilberto Bacci e al direttore del mercato Carlo Dianzani, hanno convocato una conferenza stampa per “fare chiarezza su una situazione sulla quale in molti formulavano ipotesi di speculazioni e truffe”.

Nel corso della conferenza stampa sono stati presentati anche i risultati di una ricerca, effettuata dal 14 al 19 gennaio, su 12 tipologie di frutta e verdura (carciofi, cavolo verza, finocchi, insalate, porri, prezzemolo, zucchine verdi in fiore, zucchine verdi, patate, arance tarocco, mele, pere) nella quale si evidenzia la quantità di arrivo, il prezzo (in lire e in euro) e la variazione in percentuale rispetto allo stesso periodo del 2001. “Siccome col 56% il Comune di Firenze è azionista di maggioranza della Mercafir – ha sottolineato l’assessore Colonna – ci sentiamo in dovere di puntualizzare alcuni aspetti.

Non c’è bisogno di essere dei geni per capire se un prodotto subisce un calo quantitativo che va dal 75 al 90%, deve per forza lievitare il prezzo. Ciò che vogliamo ribadire è che tutti i prodotti che arrivano ai grossisti del mercato di Novoli, nell’arco di 2-3 ore vengono venduti. I prezzi che vengono praticati sono pubblici, rilevati quotidianamente da nostri ispettori e pubblicati sul ‘mercuriale’, il giornale dei prezzi”. I partecipanti alla conferenza stampa hanno ribadito che la “filiera” produttore-consumatore “è troppo lunga, con troppi passaggi.

E ai grossisti rimane un utile del 10-12%”. Infine l’invito: “Se certi prodotti hanno subito un aumento eccessivo, come nel caso delle zucchine, perché non rivolgersi su altri tipi di verdure, magari di stagione? Forse dall’aspetto meno invitante, ma sicuramente non meno buoni”.
"Ma crediamo che caleranno ancora -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- perche' e' fisiologico in termini di politica dei prezzi e non tanto di fornitura di mercato (la balla che ci hanno raccontato nei giorni scorsi).

E ci dispiace anche per le buone azioni del ministro delle Politiche Agricole che ha convocato uno di quei mitici tavoli con produttori e venditori sulla cui utilita' lo vediamo (pur in altro settore ma valido come esempio) nella politica degli scioperi con il ministero dei Trasporti (qualcuno ha vissuto scioperi senza danni per l'utenza?). I nostri hanno preso impegni di trasparenza e presumibilmente etichettatura dei prodotti, ma che -come d'altronde non poteva non essere- niente hanno potuto fare per la definizione dei prezzi.

Anzi, ci viene anche il dubbio che, l'etichettatura possa essere considerata come un ulteriore aggravio di costi che, ovviamente, i produttori faranno pagare ai consumatori. Seguiremo gli sviluppi.
I prezzi, quindi, caleranno, ma non piu' di tanto, perche' il riferimento sara' la punta dei giorni scorsi, e tutto quello che verra' tolto ci verra' presentato come atto di buona disponibilita'. Cioe', il prezzo di riferimento non sara' quello di prima delle feste di fine d'anno, ma, per tornare alla nostra zucchina, quello di 4,91?.

E' il risultato della politica bottegaia dei prezzi: con la vista cortissima e considerando il consumatore come un pollo da spennare e non il fruitore delle proprie capacita' di essere sul mercato.
L'aspetto deprimente di questa incapacita', che ha fatto anche fiorire -per farvi fronte- proposte nostalgiche di prezzi controllati, e' che ne sono stati coinvolti anche i commercianti della grande distribuzione, cioe' quelli che -in teoria- dovrebbero saltare il passaggio del grossista, perche', trattando quantita' considerevoli di merci, se ne riforniscono direttamente dai produttori.

E considerato che la follia dei prezzi si e' maggiormente registrata con i ricarichi dei grossisti, ci saremmo aspettati ben altre politiche da quella grande distribuzione che -e' sempre bene ricordarlo- aveva pubblicamente preso impegni di non aumentare i prezzi con il passaggio lira/euro. Si', lo sappiamo, qualcuno ci dira' che questi aumenti non c'entrano nulla con l'euro, ma il sospetto fondato ci rimane: vista l'esosita' rispetto ai costi alla produzione (con la sommatoria del ricarico del grossista e del dettagliante), non crediamo di pensare male se riteniamo che la grande distribuzione abbia in qualche modo voluto rivalersi rispetto all'auto-blocco sul passaggio all'euro.
In questo contesto e' evidente che la fiducia che la grande distribuzione aveva acquisito verso i consumatori, viene a mancare del tutto.

Sfiducia che si somma a quella "congenita" verso la piccola distribuzione, e che conferma la lontananza del mondo del commercio dagli interessi e le esigenze del consumatore. Quello che non doveva succedere e' accaduto (l'abuso piratesco e menzognero), e piu' che mai si rafforza la ragion d'essere di associazioni di consumatori come la nostra, scevre da inutili tavoli e solo agguerrite nella difesa e affermazione dei diritti del consumatore".

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