Certosi: “Troppa approssimazione. Il ministro Moratti consulti le Regioni e gli Enti locali”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 dicembre 2001 14:26
Certosi: “Troppa approssimazione. Il ministro Moratti consulti le Regioni e gli Enti locali”

(17 dicembre 2001) - Agli Stati Generali dell’istruzione, prima convocati dal Ministero della Pubblica Istruzione a Foligno e oggi spostati a Roma, con una certa approssimazione organizzativa, si dovrebbe discutere del Rapporto Bertagna, frutto di una commissione, con incisive modificazioni nella scuola materna e dell’obbligo. “Ho come l’impressione che si giochi a demolire quanto costruito finora per il solo gusto di farlo – dice il vicepresidente della Provincia di Firenze e assessore alla Pubblica istruzione Piero Certosi - Si vuol fare sparire il tempo pieno, ma chi lo vorrà dovrà pagare la scuola per le ore in più.

Si vuol rendere non obbligatoria la scuola dell’infanzia, ma si vuol dare a chi la frequenta un anno di bonus nella scuola dell’obbligo; si introduce di fatto la distinzione, foriera di danni, tra istruzione e formazione. E, soprattutto, non si può accettare la riduzione dell’orario settimanale a 25 ore, mentre tutto il resto diventa facoltativo o a pagamento, con la conseguenza di fare abbassare pericolosamente il livello culturale dell’istruzione. Su questi temi vogliamo farci sentire”.

Perché, domanda Certosi, “non è stata avviata una seria consultazione con le Istituzioni scolastiche, le organizzazioni professionali e sindacali, il mondo della cultura e della ricerca?” Anche le Regioni e le Autonomie locali “sono soggetti attivi da invitare al tavolo della discussione per le interessanti esperienze realizzate che possono arricchire e qualificare il dibattito in corso”. Certosi rileva una strategia mediatica nell’operato del ministro Moratti, con il risultato di “una confusione di conferme e di smentite anche da parte di autorevoli esponenti della Casa delle Libertà”.

La verità è che “il livello e il merito della discussione riportano il dibattito indietro di molti anni su questioni che ritenevamo acquisite”, vale a dire: l’unitarietà del ciclo primario e una scuola elementare organizzata su temi curricolari lunghi, con l’unitarietà dei gruppi docenti; l’innalzamento dell’obbligo scolastico, l’integrazione tra istruzione e formazione, il diritto ad apprendere per tutto l’arco della vita. Invece, mentre il Governo nel recente Consiglio dei ministri ha approvato un progetto per il totale passaggio delle competenze scolastiche alle Regioni, il ministro Moratti nemmeno le ha consultate in vista degli Stati generali di Foligno.

“Bene ha fatto Enzo Ghigo, Presidente della Conferenza delle Regioni, a lamentarsene”, continua Certosi che fa anche altri rilievi. Già adesso, con l’ordinamento federalista voluto dall’Ulivo e sancito dal recentissimo referendum popolare confermativo, le Regioni sono uno dei due livelli istituzionali che concorrono alla legislazione in materia. Le amministrazioni provinciali e comunali, inoltre, da anni si sono impegnate ed hanno investito risorse economiche ed umane in un processo riformatore che ha trovato nelle leggi sull’autonomia scolastica e sul riordino dei cicli una forte spinta al rinnovamento: costruzione di poli scolastici plurindirizzo, di istituti comprensivi, avvio di esperienze di continuità curricolare, promozione di convenzioni fra scuole ed enti di formazione professionale secondo le previsioni della legge sull’estensione dell’obbligo scolastico, importanti esperienze di attuazione dell’obbligo formativo dopo i 16 anni, progettazione di nuovi interventi e di manutenzione per adeguare le strutture edilizie alle nuove previsioni.

“Perché non tenere conto di tutto questo?”, domanda Certosi: questo processo “viene rimesso in discussione facendo perdere al nostro Paese anni preziosi”. Su questi temi Certosi presenterà una mozione in Consiglio provinciale.

Secco no dell'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Prato Rita Frosini a Letizia Moratti. In un telegramma, inviato stamani al ministro, l'assessore Frosini declina l'invito a partecipare agli 'Stati generali della scuola', in programma a Foligno il 19 e 20 dicembre, ed esprime il proprio «vivo rammarico per la mancata consultazione dei comuni, nonché delle province e delle regioni, su una questione di primaria importanza per le comunità locali quale la riforma del sistema scolastico italiano».

L'invito a partecipare alla conferenza, come si evince nello stesso telegramma alla Moratti, è arrivato nelle ultime ore («ho ricevuto questa mattina il suo invito a partecipare agli Stati generali della scuola»), tanto che l'assessore Frosini aveva unito la propria voce, a nome del Comune di Prato, a quella dei colleghi all'Istruzione e ai Sistemi educativi dei Comuni di Firenze, Genova, Modena, Napoli, Pisa, Roma, Torino, Venezia, che in un documento, stilato venerdì scorso 14 dicembre, protestavano per non essere «a tutt'oggi ancora stati invitati».

Da qui, sempre nella giornata di venerdì, una netta presa di distanza dall'appuntamento promosso dal ministro all'Istruzione: «Il tardivo invito, qualora venisse, non potrebbe che essere declinato in quanto è mancato il coinvolgimento degli Enti Locali nella fase di elaborazione del rapporto Bertagna, pur essendo in esso contenute incisive modificazioni nella scuola dell'infanzia e dell'obbligo». Oltre a 'declinare l'invito' gli assessori hanno criticato le modifiche al sistema scolastico previste dalla commissione presieduta dal professor Bertagna, che «qualora realizzate, influirebbero in modo significativo sul ruolo dei Comuni nel loro rapporto con la scuola statale».

Nel documento si dichiarava altresì la disponibilità dei Comuni «comunque all'apertura di un tavolo, eventualmente in sede A.N.C.I., per discuterne congiuntamente» Un atteggiamento critico in sintonia con quello espresso in queste ore dalle Regioni, coerente con la presa di distanza, rispetto agli intendimenti del ministero all'Istruzione, formulata appena quindici giorni fa dalla Giunta comunale di Prato. Nel telegramma di stamani lunedì 17 dicembre alla «Pregiatissima Ministro», l'assessore Frosini non si limita a rilevare che solo stamani ha ricevuto l'invito, ribadisce il proposito, «convenuto con gli assessori delle città di Firenze, Genova, Modena, Napoli, Pisa, Roma, Torino, Venezia», di «non partecipare» agli 'Stati generali della scuola', a causa della «mancata consultazione dei comuni, nonché delle province e delle regioni, su una questione di primaria importanza per le comunità locali quale la riforma del sistema scolastico italiano».

L'assessore conclude: «Suggerisco l'immediata apertura di un tavolo di lavoro ad ampio raggio che veda protagonisti le regioni e gli enti locali».

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