Pergola: Orfeo Euridice 13-14/16-18 novembre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 novembre 2001 12:33
Pergola: Orfeo Euridice 13-14/16-18 novembre

Una passione nata a quindici anni, quella di Rocco Familiari per il mito di Orfeo ed Euridice, sfogliando Rainer Maria Rilke, e rinnovata qualche anno fa dalla lettura del saggio che Iosif Brodskij ha dedicato proprio allo scritto di Rilke, Novant’anni dopo. Orfeo Euridice per Familiari è un dialogo, serrato e avvincente nella sua tumultuosa passionalità, fra due ombre, chiamate appunto Orfeo ed Euridice, che si rincorrono e si amano. Nei loro volti, ora tranquilli ora turbati, si specchiano le presenze di Eros e Thanatos.

Questo dialogo diviene motivo conduttore, trasformandosi in colloquio fra vorticose e fiammeggianti intuizioni liriche. Dialogo tra una prima parte in prosa, e una seconda in versi.
Come avviene in tutti i suoi lavori teatrali o narrativi, Rocco Familiari dà un volto moderno a miti antichi e ancestrali: la vicenda di Orfeo ed Euridice è introdotta da un prologo con un immaginifico dialogo fra un uomo e una donna dei nostri tempi. Nella messa in scena di Familiari la tragedia della discesa verso gli Inferi di Orfeo (interpretato da Massimo De Rossi) per riportare in vita la sposa morta, Euridice, a patto di non guardarla in volto sulla via del ritorno, si trasforma in coinvolgente assimilazione fra parole, pensieri e sentimenti dei due amanti immersi in cupo paesaggio di cenere.


Al di là del mito, ciò che interessa l’autore è la prometeica solitudine dei due amanti, la loro audace scelta di sfidare gli dei indifferenti, con un rischio estremo e autentico. E di ciò non restano che ombre, pur sempre cariche di passioni disperate. Così, in due soliloqui che finiscono con l'identificarsi, Orfeo si ripete Resterò qui in eterno ad aspettarla ed Euridice si ripromette Resterò qui in eterno. Forse riconoscerò la sua ombra la sua cara ombra. Alla sua voce sembra poi sovrapporsi l’eterna e conclusiva promessa dello sposo deciso "ad aspettare la sua cara ombra".
Scenografia e costumi dello spettacolo sono ideati da Giosetta Fioroni, nota pittrice contemporanea, che fece dono a Familiari del saggio di Brodskij, e che sottolinea con il suo segno l’ambientazione surreale e suggestiva del testo.


Per motivi tecnici, lo spettacolo non si terrà giovedì 15 novembre
ROCCO FAMILIARI
Fondatore e direttore (dal 1976 al 1980) del Festival Internazionale del Teatro di Taormina, ha scritto Don Giovanni e il suo servo (1982) Herodias e Salomè (1990), Il presidente (1992). Ha scritto il romanzo La regina della notte e il saggio Sulla drammaturgia di Karol Wojtila, premiato nel 1995 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tra le sue traduzioni testi di Hauptmann, Kleist, Rilke, Musil e Criside di Enea Silvio Piccolomini.
AUGUSTO ZUCCHI
Diplomato come attore nel 1968 alla Scuola del Teatro Stabile di Genova con Squarzina, ha diretto e interpretato oltre 60 spettacoli tratti da testi classici e contemporanei.

Vincitore del premio IDI nel 1982 per la regia di Terroristi, è autore di sceneggiature cinematografiche (con Lizzani e De Concini) e di regie televisive e radiofoniche per RAI e Mediaset. Attualmente collabora come sceneggiatore della nuova serie di Distretto di Polizia. Dal 1995, con Paola Maffioletti, è direttore artistico di Auroville.
GIOSETTA FIORONI
Nata a Roma da una famiglia di artisti, ha dato vita negli anni Sessanta con Angeli, Festa e Schifano da vita a un movimento poi definito Scuola di Piazza del Popolo.

Ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia, e a molte collettive. Tra le sue personali, ad ricordare l’esposizione di Ferrara del 1986 e quella dedicatale nel 2001 dalla Camera dei Deputati, a cura di Vittorio Sgarbi. Dal 1990 si è particolarmente interessata alla scultura in ceramica, creando opere come i 100 alberi, bassorilievi policromi esposti alla Galleria d'Arte Contemporanea di Roma e due grandi portali per il cinema Nuovo Olimpia di Roma.

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