Lucia Poli al Teatro Puccini in "Lezioni di cattiveria" il 30-31 ottobre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2001 13:00
Lucia Poli al Teatro Puccini in

La cattiveria, come la bontà, appaiono temi cari all’Ottocento, secolo popolato di grilli parlanti e di maestrine dalla penna rossa. Il Novecento invece è stato percorso piuttosto dall’interesse per la scienza e per la tecnica e di conseguenza dal pensiero pragmatico. Tanto che oggi, appena varcata la soglia del nuovo secolo, ci troviamo a usare termini come “buonismo” in connotazione negativa e il cinismo in politica viene generalmente apprezzato. Tuttavia senza valori morali l’uomo non sopravvive e l’etica è pur sempre il fondamento di ogni convivenza sociale.

Cerchiamo dunque di riflettere sulla cattiveria attraverso tre lezioni (o meglio tre storie) che partono dall’Ottocento e arrivano ai tempi nostri.
La prima storia è La matrigna di Lucia Poli, ispirata a una novella di Emma Perodi. Siamo nella campagna toscana in un Ottocento che affonda nel Medio Evo fantastico, tra feudatari, matrigne e angeli custodi che cantano canzoni popolari e accennano passi di danza. La matrigna naturalmente è cattivissima e tenta di uccidere la figliastra, ma, mentre la vicenda corre verso il lieto fine, anche i buoni si rivelano crudeli e le certezze si appannano, le distinzioni si confondono.
La seconda storia , Grimilde di Stefano Benni, evoca la terribile strega di Biancaneve che oggi vive, invecchiata e dimenticata, tra orpelli del passato e maledizioni inefficaci, con il carico dei suoi quattrocento anni e rotti, surclassata dalla cattiveria quotidiana del mondo attuale, dietro alla quale inutilmente arranca, disperata.
Infine La famiglia di Elle Kappa ci fa precipitare nella perfidia contemporanea con la forza della satira lucidissima e spietata, con un linguaggio deliziosamente spaventoso e ci fa specchiare nei peggiori difetti della nostra società: dall’egoismo all’alienazione, all’ipocrisia, alla santificazione del denaro, in un crescendo di stupidità trionfante che strappa il riso e l’indignazione insieme.

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