Gianni Conti: "Il caldo autunno dei partiti fiorentini"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 agosto 2001 13:52
Gianni Conti:

Gianni Conti, portavoce della Margherita in consiglio comunale, interviene nel dibattito politico di questi giorni.
“Dopo l’accorato appello di Piero Fassino ai suoi compagni: O SI CAMBIA O SI MUORE– scrive Conti – una domanda, che può apparire provocatoria, va posta: v’è un futuro per il partito della Sinistra Democratica Italiana? La non illegittimità di un tale interrogativo si fonda sul fatto, difficilmente contestabile, che i diesse versano in uno stato di preoccupante crisi.

Il dibattito in corso sui possibili candidati alla segreteria nazionale e gli schieramenti contrapposti dimostrano, purtroppo, la confusione esistente”. “Occorre chiarire subito, perché non appaia che in questa nota alberghi una sorta di larvato compiacimento – continua Gianni Conti - che la crisi dei nostri alleati è un dato molto serio che non può non preoccupare tutti i sostenitori dell’Ulivo: dapprima per la rilevanza politica in sede di costruzione dell’alternativa al governo di centro sinistra; in secondo luogo perché la crisi dei diesse può favorire ulteriori frammentazioni del quadro politico nazionale, vanificando anche i notevoli miglioramenti elettorali ottenuti dai partiti che si richiamano alla Margherita.

Ecco perché, il dibattito all’interno della sinistra ci appassiona, e sarà certamente significativo perché esternerà il dissenso interno scalfendo lo schema più ferreo in cui si è retto per oltre mezzo secolo: il centralismo. “Questo nuovo modo di vita del partito certamente lo fa sempre meno diverso dagli altri come voleva Enrico Berlinguer perché lo democratizza nel suo interno rendendo però più difficile la sintesi delle strategie che persegue ma avrà indubbi sviluppi positivi nel futuro, soprattutto nei rapporti con i partiti del centro sinistra.

Noi siamo fiduciosi nel buon esito del congresso della Sinistra. Chiunque sarà Segretario saprà certamente agire su due livelli : quello dell’assetto interno del partito per ridargli un minimo di unità, di efficienza, di dinamicità e quello della formulazione di un programma politico nuovo, brillante, anticonformista, in grado di coagulare ampio consenso perché adeguato alle istanze di una sinistra europea. Eppoi, sappia stabilire un rapporto meno conflittuale con gli alleati della Margherita.

“Anche a Firenze occorre rimeditare alcune cose. Le alleanze devono essere funzionali ad un determinato disegno di crescita civile, con pari responsabilità e dignità tra i partiti, che gli elettori debbono essere in grado di capire e giudicare, perché tutti i gatti non siano bigi. Dopo i congressi della Sinistra e della Margherita, dobbiamo soffermarci a riflettere sul cammino percorso insieme in questi due anni. Diciamo subito che siamo soddisfatti della partenza dei grandi progetti sulle infrastrutture e della loro buona gestione.

Lamentiamo invece, la gestione quotidiana delle piccole cose; di quelle anomalie dei problemi ordinari che causano disagi ai fiorentini ed accrescono il degrado complessivo della città. Insomma, aspettiamo con ansia l’assemblea degli eletti promessa a suo tempo dal Sindaco. Infatti nel compiere il dovere - che è proprio dei Consiglieri eletti dai cittadini- di confrontare le nostre posizioni con quelle critiche dei nostri elettori, abbiamo anche il compito di verificare se le deleghe date dal Sindaco siano funzionali alla vocazione dei suoi collaboratori e dei nostri Assessori.

E’ necessario dopo oltre due anni di governo – conclude Conti - uscire da una filosofia della transizione per tornare a pensare alla politica come arduo gioco tra il reale ed il possibile. Perché, oggi, ogni esagerato ottimismo sulla crescita ordinata della città sarebbe fuori luogo”.

Notizie correlate
In evidenza