I Macchiaioli a Castiglioncello: Giuseppe Abbati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 luglio 2001 09:50
I Macchiaioli a Castiglioncello: Giuseppe Abbati

Si inaugura alle 18,30 a Castello Pasquini, nel "cuore" di Castiglioncello, la prima mostra dedicata per intero al pittore macchiaiolo Giuseppe Abbati, organizzata dal Servizio attività culturali del Comune di Rosignano Marittimo, insieme al Centro per l’Arte "Diego Martelli" e con la collaborazione della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, a Firenze. La storica dell’arte Francesca Dini ne è la curatrice, insieme a Carlo Sisi, direttore della stessa Galleria fiorentina. "I Macchiaioli a Castiglioncello.

Giuseppe Abbati" è il titolo completo della mostra, che, a testimonianza della valenza scientifica e del rigore con cui sono state selezionate le quasi sessanta opere esposte, ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Legata a quello che si annuncia come l’evento culturale dell’estate, un’altra mostra, inaugurata sempre sabato, in contemporanea e dedicata all’editoria sui Macchiaioli, in collaborazione con "Art&Libri" di Firenze. Sarà ospitata nella "Virgola", l’edificio all’ingresso del parco di Castello Pasquini.

Il calendario delle iniziative collaterali si arricchirà anche di un’anteprima. Il 16 agosto, alle 21,30, a Castello Pasquini sarà presentato "Giovanni Fattori pittore dal vero", video di Leandro Giribaldi, con Carlo Monni.
Le tele sono state sistemate nei saloni di castello Pasquini, in un’atmosfera semplice e discreta. La luce artificiale si unisce a quella naturale, che traspare dalle bifore velate. Gli spettatori avranno la sensazione di ritrovarsi immersi nell’ambiente di una residenza al mare del Diciannovesimo secolo.

Non è un caso che la prima, grande mostra di Giuseppe Abbati sia stata ospitata a Castiglioncello: restò affascinato dalla bellezza di questo luogo, dalla solarità della sua costa e del suo entroterra. Completò qui la personale rivoluzione, che lo farà approdare alla "macchia". Grazie anche all’amicizia con Diego Martelli, Abbati si divise tra la costa tirrenica e gli ambienti artistici più aggiornati, come quelli di Napoli, Venezia e Firenze. Vissuto tra il 1836 e il 1868, è forse meno conosciuto al pubblico rispetto a Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini o Edoardo Borrani.

La mostra di Castello Pasquini gli rende finalmente giustizia.
Le tele, provenienti dalla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti o prestate da collezionisti privati, sono state raggruppate in quattro sezioni, che corrispondono ciascuna, in linea di massima, a un passaggio nella vicenda umana e artistica di Giuseppe Abbati. Napoletano di nascita, figlio d’arte, e allievo dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove la famiglia si era trasferita, le prime opere esposte a Castiglioncello ci consegnano un Abbati preso dalle vedute d’interni, il genere paterno.

Al Pasquini sono esposti, ad esempio, due "Interni della chiesa di San Miniato al Monte", sopra Firenze. L’amicizia con i pittori progressisti che si riuniscono attorno al "Caffè Michelangelo" lo spinge ad accoglierne la "rivoluzione macchiaiola". Anche Abbati rinuncia al disegno, sostituito dalla "macchia" di colore, e comincia a dipingere all’aria aperta. Ne sono testimonianza "L’Arno alla Casaccia", la "Via di campagna con cipressi", "Il lattaio di Piagentina", dove soggiornerà dividendosi con Castiglioncello, a cui è dedicata la terza sezione.

Dal 1861 al ’66 fu ospite di Diego Martelli, diventato uno dei primi estimatori, oltre che biografo. A questi anni appartengono "Marina a Castiglioncello", "L’ora del riposo", "Casa sul botro", "Lido con Bovi al Pascolo". L’ultima sezione coincide con il soggiorno sulle colline di Castelnuovo della Misericordia. Abbati è rientrato dalla terza guerra d’indipendenza e sta per concludere la sua giovane esistenza in solitudine. Di questo estraniarsi sono testimoni "Interno di camera rustica", "L’orazione", il "Ritratto del contadino Zini".
L’ingresso costa 12 mila lire, con una riduzione a 8 mila.

5 mila per i gruppi di studenti. La mostra resterà aperta dal 14 luglio al 14 ottobre. Fino al 9 settembre tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 23. Chiusa il lunedì, ma aperta lunedì 13 agosto. Nei giorni di spettacolo a castello Pasquini, di pomeriggio resterà aperta tra le 17 e le 20,30. Dall’11 agosto al 14 ottobre, tutti i giorni (meno che il lunedì) dalle 9 alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30. Tra i servizi, anche la possibilità di visite guidate, telefonando, per prenotazione ad "Arteservice": 329 8630785.

I gruppi dovranno essere composti fra i 10 e i 25 visitatori. Il catalogo è pubblicato da "Umberto Allemandi & C.", con tavole a colori, testi di Francesca Dini e Carlo Sisi; contributi di Cosimo Ceccuti e Piero Dini. In vendita alla mostra al prezzo di 40 mila lire, anziché 50 mila.

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