Al via un chek up diagnostico e storico-artistico sul Salone dei Cinquecento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2001 21:06
Al via un chek up diagnostico e storico-artistico sul Salone dei Cinquecento

Con l’insediamento del Comitato d’indirizzo prende avvio ufficialmente il progetto di indagine diagnostica e storico-artistica sul Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, realizzato grazie ad una convenzione tra la Regione Toscana, il Comune di Firenze e l’ing. Maurizio Seracini, specialista nel campo della diagnostica applicata ai beni culturali. Il progetto si prefigge di risalire alla consistenza architettonica originaria, alla ricostruzione degli arredi e delle decorazioni della antica Sala del Maggior Consiglio attraverso una sistematica campagna diagnostica e conoscitiva, che integra l’impiego di una vasta gamma di tecnologie per la diagnostica non distruttiva con una vasta e capillare ricerca bibliografica e documentaria, e che si prefigura come assolutamente pionieristico sia dal lato storico-artistico che da quello scientifico.

L’iniziativa si inserisce come Cantiere pilota di ricerca diagnostica nel quadro del progetto regionale “RIS+ Toscana-Tecnologie per i beni culturali”, sostenuto dall’Unione Europea, che ha lo scopo di verificare l’efficacia delle tecnologie per la diagnostica architettonica applicata a monumenti di particolare importanza storica e artistica, anche al fine di promuoverne l’adozione nelle metodologie della conservazione e del restauro. Il Comune di Firenze, che sul Salone dei Cinquecento sta sviluppando un programma di studi e ricerche oltre che di analisi e di interventi per la sua corretta conservazione, esercita funzioni di supervisione sul cantiere pilota e vi collabora sul piano tecnico attraverso i suoi uffici tecnici della Fabbrica di Palazzo Vecchio e dei Musei comunali.

L’Ing.Maurizio Seracini cura la direzione tecnico scientifica e l’esecuzione del cantiere, sostenendone anche gli oneri. Il Comitato tecnico scientifico è composto da: Alessandro Cecchi, Storico dell’arte; Francesco Gravina, Regione Toscana; Giancarlo Lombardi, Architetto; Ugo Muccini, Fabbrica di Palazzo Vecchio; Antonio Natali, Storico dell’arte; Chiara Silla, Musei comunali Il Progetto, che ha una durata di due anni, si avvale dell’alta consulenza di un prestigioso Comitato di Consulenza scientifica composto da responsabili degli organi di tutela e di restauro del Ministero per i beni e le attività culturali, dell’Università di Firenze e da autorevoli studiosi ed esperti nei diversi ambiti disciplinari interessati dalla ricerca: Antonio Paolucci, Soprintendente per i beni artistici, storici e demoantropologici; Mario Augusto Lolli Ghetti, Soprintendente per i beni ambientali e architettonici; Cristina Acidini, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre dure; Piero Paoli, Preside della Facoltà di architettura; Detlef Heikamp, storico dell’arte; Carlo Pedretti, storico dell’arte; Nicola Rubino, esperto di tecnologie elettromagnetiche e optoelettroniche, Nicolai Rubinstein, storico.

L’assessore alla cultura del Comune di Firenze Simone Siliani e l’assessore regionale allo sviluppo economico Ambrogio Brenna, hanno espresso la loro soddisfazione ‘’per l’avvio di un progetto pilota comune che vede l’applicazione di tecnologie avanzate ad un monumento simbolo della civiltà rinascimentale europea, che potrà costituire l’inizio di un metodo esemplare per l’approccio ai problemi di manutenzione e di tutela del nostro patrimonio artistico e architettonico’’.

Palazzo Vecchio è forse il più noto dei monumenti di Firenze, ma sulle sue vicende architettoniche e storico-artistiche vi è ancora molto da conoscere e da studiare: ciò vale anche per il Salone dei Cinquecento, cuore del palazzo e fulcro delle sue trasformazioni nel corso del tempo. L’attuale Salone è infatti profondamente diverso da come si presentava tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, quando fu costruito (a partire dal 1495) dietro il Palazzo dei Priori, in parte sopra il Cortile della Dogana, per essere la Sala del Maggior Consiglio repubblicano.

Tra il 1563 e il 1565 Giorgio Vasari lo trasformò nel sontuoso Salone mediceo, con un imponente lavoro di ristrutturazione riguardante murature, strutture e decorazioni. Con Ludovico di Borbone re d’Etruria, nel 1807, il Salone diventa la Sala dell’Imperial Consiglio di Stato e Finanze; nel 1848 la Sala delle adunanze del Corpo Legislativo della Toscana e infine, nel 1864, con Firenze capitale, la Camera dei Deputati del Regno d’Italia.

Il programma della ricerca
La fase preliminare sarà costituita da una capillare ricerca bibliografica e documentaria, attraverso lo spoglio sistematico dei cronisti, delle fonti storiche e artistiche, dei registri degli Operai di Palazzo, delle Deliberazioni in forza di ordinaria autorità, delle Provvisioni della Signoria, dei registri dell’Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore e di qualsiasi altro documento attinente alla fabbrica e alle funzioni del salone repubblicano.

Il gruppo di ricerca, composto da Lucia Aquino e Nicoletta Baldini, sarà coordinato e diretto da Alessandro Cecchi.
In contemporanea si procederà, a cura della Editech dell’ingegner Maurizio Seracini, alla realizzazione di un rilievo geometrico esatto e una documentazione fotografica metrica sia del Salone che degli ambienti vicini o annessi, così da possedere un quadro d’insieme il più esatto possibile. Seguirà una campagna di indagini termografiche al fine di determinare e localizzare il nucleo originale architettonico del Salone, documentando porte e finestre poi tamponate nonché la tessitura delle pareti sotto i cicli pittorici vasariani.

Le immagini termografiche delle varie zone indagate saranno digitalizzate e sovrapposte a quelle fotografiche, per una visualizzazione multispettrale di entrambi i lati delle murature. Alla termovisione si accompagnerà uno studio sistematico della struttura interna delle murature attraverso l’impiego del Georadar, grazie al quale sarà possibile caratterizzare tipologicamente i componenti delle murature, verificandone eventuali disomogeneità e discontinuità. I risultati di questa indagine, come delle precedenti, saranno, di volta in volta, riportati su rappresentazioni assonometriche delle pareti interne ed esterne del Salone.

Sarà quindi poi possibile riunire in un’unica rappresentazione assonometrica virtuale le immagini metriche a luce invisibile delle pareti del salone con quelle termografiche relative alla tessitura muraria superficiale e quelle prodotte dal Georadar relative alla struttura interna delle pareti.

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